CRISI ROMA – Francesco Totti è pronto a rimboccarsi le maniche per uscire dalla crisi e riportare in alto questa Roma malata. In queste ultime settimane si è parlato molto di crisi, rapporti logori, scarse motivazioni, tutte situazioni che a Trigoria vanno affrontate e nel contempo superate e lasciate nel dimenticatoio: «Avevamo concluso lo scorso campionato ripresa – scrive Francesco Totti su Il Corriere dello Sport – con una striscia di risultati di altissimo livello, che ci ha permesso di arrivare a sfiorare lo scudetto. Da lì dobbiamo ripartire senza pensare a quello che è accaduto ma pensare a noi stessi, con la consapevolezza di avere una rosa altamente competitiva».
Il Capitano si sente chiaramente tirato in causa: «Mai come in questo momento ci sono state tante prese di posizione relative alla Roma e al sottoscritto. Sono 21 anni che indosso questa maglia, da più di 10 sono il capitano di questa squadra. Ho gioito e ho pianto per i risultati ottenuti, l’ho sempre fatto con lo spirito del primo tifoso e del primo professionista di questa squadra. Chi gioca con la Roma e ne è il capitano deve andare in campo con la consapevolezza di battersi con l’avversario con la giusta spavalderia, cercando di ottenere il massimo risultato. E deve arrivare al 90’ con la convinzione di aver dato tutto».
Quindi, parlando del suo rapporto con Ranieri, il numero 10 capitolino precisa: «Con tutti gli allenatori che ho avuto alla Roma e anche con quelli delle Nazionali, ho sempre avuto un rapporto leale. Qualsiasi tecnico ha avuto la massima libertà di decidere se farmi giocare o meno e decidere in quale ruolo utilizzarmi per il bene della squadra. E il mio primo ringraziamento è sempre andato ai miei compagni. Nella mia carriera ho giocato con tanti attaccanti, tutti di enorme valore. Mi sono sempre adattato alle esigenze della squadra, giocando da trequartista, da seconda punta o da prima punta, cercando di ottenere sempre il miglior risultato per la Roma. Anche oggi sono a completa disposizione dell’allenatore – conclude – che ha la massima libertà e autonomia di scegliere l’utilizzo in qualsiasi posizione del campo e per la durata che ritiene più opportuna, senza subire nessuna pressione dal sottoscritto. C’è stata qualche sostituzione che mi ha amareggiato ma la mia reazione è stata legata solo al fatto che non sono stato così incisivo da poter permettere alla squadra di vincere. Mai è stata una mancanza di rispetto verso la società, l’allenatore e i compagni».