Abbiamo chiesto a Nando Sanvito, giornalista sportivo di Mediaset ed esperto di calcio spagnolo, di analizzare con ilsussidiario.net la vigilia della delicata sfida di stasera tra Barcellona e Inter. Svelandoci anche alcuni interessanti retroscena…
Che “ambientino” a Barcellona per l’Inter….
In effetti che si radunino di notte sotto l’albergo un gruppo di tifosi per disturbare il sonno dei nerazzurri è qualcosa che si vede normalmente solo nel terzo mondo calcistico…
Aggiungiamoci le botte e gli sputi all’auto che accompagnava Mourinho in albergo dopo la conferenza stampa. Perché tanta tensione?
Per una serie di motivi. Uno di questi l’ha descritto bene Mourinho in conferenza stampa: “ossessione” di andare al Bernabeu a sventolare la bandiera catalana nel tempio sportivo della tanto odiata capitale e magari portare in trionfo la Coppa alla fontana di Cibeles. Un antimadridismo sportivo mescolato al sentimento politico dell’indipendentismo catalano e questo di per sé basta a mobilitare in modo abnorme la passione. Non dimentichiamo che il presidente Laporta sta sfruttando il Barça come trampolino di lancio di una carriera politica appunto sotto la bandiera indipendentista.
C’è dell’altro?
Sì, l’antipatia per Mourinho, aumentata dalla candidatura del portoghese ad occupare la panchina del Real Madrid e la sensazione di aver subito un torto con l’arbitraggio nella gara di San Siro. Ma qui, se mi permetti, la colpa è in gran parte dei dirigenti del Barça.
In che senso?
Qualunque presidente o dirigente di un club italiano se si fosse trovato in una semifinale di Champions League con José Mourinho sulla panchina della squadra avversaria, avrebbe fatto un passo ben preciso. Conoscendo l’ascendente e il carisma che una personalità forte come Mourinho (e anche come Figo, che lo affiancava in panchina) ha in patria e la conoscenza di lungo corso con l’arbitro Benquerença, avrebbero fatto una dichiarazione pubblica una settimana prima della partita del tipo: "Speriamo che l’Uefa abbia il buon senso di risparmiarci un arbitro portoghese!" e sicuramente il Palazzo per evitare polemiche e sospetti ne avrebbe designato un altro. Figurati che il presidente del Lione a Madrid la vigilia della gara si lamentò pubblicamente della designazione del delegato Uefa irlandese (in realtà nord irlandese) evocando possibili rappresaglie per il gol di mano di Henry agli irlandesi! Assurdo, come si può ben capire, ma il calcio vive anche di psicologia e pressione mediatica, come sanno bene gli addetti ai lavori. Invece a Barcellona se ne sono stati zitti (salvo poi pentirsene) e si sono esposti a tutti i rischi del caso.
Ma l’arbitro è una scusa…
Certo. Anche se l’arbitraggio di Benquerença è stato penoso e bocciato poi dall’Uefa, la verità è che l’Inter ha giocato meglio ed è stata superiore. E’ accaduto quello che mi ero pubblicamente augurato e cioè che fosse una sfida non tra calcio e calci o tra calcio e anticalcio, ma che l’Inter portasse la battaglia sul piano tattico a viso aperto e così è stato. Ne siamo usciti orgogliosi e non rossi di vergogna come questo autunno.
Come finirà?
Se i catalani in campo la mettono sul piano della rissa fanno il gioco dell’Inter, ma c’è qualcosa di più profondo. Io sostengo da tempo che un evento sportivo non è mai solo sport-centrico. Anche in una partita di calcio entrano in gioco molti più fattori che una palla e la tecnica di chi la muove. Non si può isolare un fatto sportivo dal suo contesto sociale e culturale. Il Destino con la D maiuscola non è cinico e baro ma intelligentemente provvidente e vede benissimo quel che c’è nel cuore degli uomini. La Spagna vinse gli Europei mentre si stava facendo lacerante e violento il dibattito sui separatismi e gli egoismi delle autonomie. Quella vittoria unificò il Paese e stemperò le tensioni per un certo periodo. Se il Destino ritiene che migliaia di catalani a spasso per le strade di Madrid il giorno della finale saranno un fattore di conciliazione e di unione, al Bernabeu ci andrà il Barça. Se invece Chi regge le sorti di tutti noi prevede che quell’evento sarà potenzialmente un fattore di esasperazione e detonatore di pericolose pulsioni, beh allora a Chamartin ci finirà l’Inter. Ma il Mistero per definizione è insondabile, dunque anche alle mie previsione può sfuggire qualcosa… Viva l’imprevedibilità…
(Eugenio Monti)