Interessante intervista dell’ex direttore sportivo Alessio Secco rilasciata al quotidiano torinese La Stampa. L’ex dirigente bianconero si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa a cominciare dal modo in cui è stato “scaricato” dai vertici di corso Galileo Ferraris: «Credevo di meritare almeno due righe di ringraziamento – dice amareggiato Secco – dopo tredici anni di Juve: il club le ha dedicate a chi c’è stato molto meno. Una caduta di stile. Perché sempre la colpa a me? C’è stata sfiducia e diffidenza nei miei confronti, fin dall’inizio, da parte di un po’ di tutti. Forse perché ero giovane, o per invidia. Rifiutare? Per uno che vuol fare questo mestiere dire no alla Juve sarebbe stata una cosa folle».
Alessio Secco è stato spesso indicato come il vero artefice dei licenziamenti di Deschamps e Ranieri: «Io tagliateste di Deschamps? Figurarsi. Lo portai io da Cobolli e Blanc. Poi sorsero opinioni differenti durante la stagione, e per mia e sua inesperienza si arrivò alla rottura. Ma gli devo fare i complimenti: è stato uno dei pochi a dire che aveva sbagliato a lasciare la Juve. Di Ranieri? Altra frottola. Anzi, a Ranieri va il merito di due campionati andati oltre le previsioni. Poi su certi argomenti non ci fu totale condivisione, ma nel calcio ci sta».
Quindi l’ex ds svela alcuni clamorosi retroscena di mercato: «I giocatori che avevo in tasca? Mascherano, nel gennaio 2007, l’avevo preso: sarebbe venuto in prestito, anche in B. Mi dissero che non si poteva, perché la proprietà del cartellino era un intreccio tra persone e società, e la Juve ha un codice etico. Lui si mise a piangere. Il Liverpool lo fece, poco tempo dopo. Altri ad un passo? Van der Vaart, nell’estate 2009. E Cassano, tre e due anni fa, l’avevamo in mano. Ma c’erano perplessità da parte di qualcuno: invece sapevo che Antonio non era più un enfant terrible». La chiusura è dedicata a Felipe Melo, il grande sbaglio mai perdonato: «I 25 milioni per Felipe Melo? Quasi ce li chiesero per D’Agostino, ora venduto a 12, la nostra valutazione. Su Felipe fu deciso di fare uno sforzo importante».