C’è qualcosa che non torna ai meccanici di Ferrari e McLaren. L’alettone anteriore della Red Bull sta togliendo il sonno ai progettisti e ai tecnici delle due scuderie, che non si capacitano dello straordinario assetto di areodinamica che le vetture di Wettel e Webber riescono ad avere in gara. L’attenzione dei tecnici è concentrata sull’alettone anteriore delle vetture Red Bull che, anche ad un occhio attento sembra fatto di pietra, immobile e rigidissimo, ma poi, in gara, lo si può vedere morbidissimo, che sfiora l’asfalto regalando un carico aerodinamico incredibile alle vetture. L’inghippo sta lì. Ma nessuno sembra capacitarsi di come ciò sia possibile. Come leggiamo sul sito della Repubblica, si nota benissimo come in gara le Red Bull siano in grado di sfruttare meglio di chiunque altro la pressione dell’aria: Vettel e Webber infatti spalancano l’ala posteriore mobile quando sono ancora in curva, manovra che, se fosse eseguita da Alonso e colleghi, sarebbe sinonimo di incidente, con la macchina improvvisamente furi controllo.
E visto che i regolamenti della FIA sono severissimi, tutti gli esperti concordano nel dire che il bandolo della matassa sta tutto in questo alettone anteriore che arriva a sfiorarare l’asfalto. L’articolo di Repubblica rivela che la FIA testa la flessibilità dell’ala anteriore applicando ai lati esterni un peso di 100 Kg e che in questo caso l’ala Red Bull non si è mai piegata (la tolleranza massima è di 20 mm verso il basso). Inizialmente molti pensavano che Adrian Newey, il progettista della Red Bull, avesse usato materiali speciali per la costruzione dell’alettone, materiali che, in alcune condizioni, arrivassero a flettersi e piegarsi.
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Ma ecco la svolta: in pista l’ala rimane davvero immobile, quindi a norma di regolamento, ma ad abbassarsi è tutta la vettura. O meglio tutto all’anteriore della Red Bull, mentre si alza la parte posteriore.
Riassumendo il tutto: la vettura in pista trova un assetto con un’ala davanti molto bassa, quasi attaccata al suolo, e un retrotreno più alto. Il problema, per gli altri, è che non si sa come riesca ad ottenere in movimento questo assetto accucciato in avanti che gli permette di sfruttare al massimo tutta la carica areodinamica: e la macchina, in gara, sembra un Jet in picchiata.
Resta il mistero, per i tecnici di Ferrari e McLaren, sul come ci riescano.