Andre Villas Boas, ovvero lo Special Two. La sua carriera è legata a doppio filo a quella di Josè Mourinho fin dai tempi del Porto, dove ne divenne l’assistente tecnico incaricato di compilare i rapporti sulle formazioni avversarie.
Il rapporto di lavoro con il tecnico di Setúbal è continuato anche con il trasferimento dello stesso al Chelsea (dal 2004 al 2007) e all’Inter (dal 2008 al 2009). Un ombra silenziosa e sapiente del tecnico Mourinho, che non ha mai lesinato i complimeti più veri e sinceri al suo assistente.
Villas Boas lasciò l’Inter a fine 2009 per intraprendere la carriere di allenatore al Porto, sulle orme del suo mentore e maestro, di cui ricalca stile e propensione alla vittoria. E al primo colpo, vincendo domenica scorsa sul campo del Benfica, ha conquistato la Liga Sagres – il campionato portoghese – con cinque turni d’anticipo.
Ma il suo Porto non si ferma qui e sogna il “triplete”: la squadra portoghese, infatti, è ancora in corsa nella coppa nazionale (semifinale) e in Europa League, dove stasera incrocerà il proprio destino con quello dello Spartak Mosca nella gara di andata dei quarti di finale.
La sua carriera da allenatore comincia al termine della parentesi interista con Mourinho, quando decide, nel 2009, di accettare l’incarico offertogli dall’Académica sostituendo Rogerio Goncalves, esonerato dopo 7 gare dall’inizio del campionato. La squadra si trovava in fondo alla classifica, ma dopo l’arrivo dell’ex assistente di Mourinho iniziò una serie di risultati positivi che portò la formazione all’undicesimo posto, fuori dalla zona retrocessione, e fino alle semifinali della Taça de Portugal in cui venne sconfitta proprio dal Porto.
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Il 3 giugno 2010 venne ufficializzato il suo ingaggio come tecnico del Porto: e il 7 agosto conquistò il suo primo trofeo alla guida della formazione portoghese aggiudicandosi la Supercoppa di Portogallo sconfiggendo il Benfica in finale.
E adesso sogna l’assalto all’Europa. Il cammino sin qui è stato trionfale, con l’eliminazione di compagini come Siviglia e CSKA Mosca. E non vuole fermarsi qui Villas Boas: vuole vincere tutto, come il suo maestro Mourinho, per dimostrare di non essere più uno Special Two.