Montepaschi Siena-Bennet Cantù è la finale “inaspettata” che in molti pronosticavano per questo campionato di basket. Con grandissima signorilità e professionalità (che avrebbe meritato altra considerazione dalla dirigenza di Milano, a modesto parere di chi scrive) è stato lo stesso Dan Peterson dalle colonne della Gazzetta dello Sport a presentare la partita. La Montepaschi Siena è per Peterson “La miglior squadra d’Europa” e affronta la Bennet Cantù “una formazione assolutamente compatta”. E’ per Peterson, cuore a parte, la miglior finale possibile, che vede contrapporsi la Montepaschi Siena prima in Campionato e Coppa Italia e la Bennet Cantù, seconda in campionato e Coppa Italia. Insomma, Siena-Cantù è una partita che merita di essere giocata e seguita.
La Montepaschi Siena si presenta all’appuntamento con il favore del pronostico, e con il vantaggio di giocare in casa è alla ricerca del quinto scudetto consecutivo. Insomma se il match pare sbilanciato, dalla Montepaschi Siena fanno sapere di essere concentratissimi e di rispettare – se non certo temere – la Bennet Cantù che arriva in finale dopo 30 anni in modo meritato e che sicuramente giocherà alla morte senza nulla da perdere tentando l’impresa. La Montepaschi Siena dovrà giocarsi la partita per vincerla ma qualche piccolo sassolino dalla scarpa se lo possono togliere gli uomini delle Mens Sana. Non erano dati per favoriti, avevano cambiato troppo – si diceva – e c’erano progetti importanti di altri per portare lo scudetto lontano da Siena. Eppure eccoli, a giocarsi ancora la finale. L’ennesima. Da favoriti, si, ma non certo sazi.
La Bennet Cantù proverà a essere corsara in quel di Siena. Difficile certo, ma Trinchieri sa che non c’è da scherzare quando hai la possibilità di giocarti una finale dopo trent’anni. Certamente nessuno pretende nulla dalla banda canturina, e il giovane coach vuole “godersi fino in fondo l’emozione”. Ma per uno che arriva in finale a suon di derby vinti nei playoff è davvero libero di sognare il finale che vuole. Anche la vittoria dello scudetto. La Bennet Cantù ha dimostrato una forza mentale incredibile e una notevolissima freddezza, come sottolineato da molti autorevoli commentatori compreso il coach di Milano Dan Peterson. Giocare usando tutti e 24 i secondi, non mollare mai, cercare sempre la miglior situazione di tiro e di colpire nel punto debole dell’avversario. Rischiano però di mancare le armi in più, come le triple di Mazzarino (torneranno per le finali?) che avrà davvero vita dura contro Siena, o come le giocate di Micov che sarà certamente blindato dalla corazzata senese. Vedremo se Leunen basterà o se assisteremo alla risurrezione di un Markoshvili per ora più in letargo che in campo. Stasera Montepaschi Siena-Bennet Cantù darà le prime risposte. Ma statene certi, la serie potrebbe davvero andare per le lunghe…
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