E’ polemica: Mandorlini, ex giocatore dell’Inter e attualmente tecnico del Verona Hellas, è un razzista? Il suo comportamento incita ad atteggiamenti razzisti? E’ quello che si legge su molti giornali oggi, all’indomani dell’episodio accaduto allo stadio di Verona durante la presentazione ufficiale della squadra, presenti pure autorità politiche come il sindaco scaligero, il leghista Tosi. Cosa è accaduto? Rinfocolando la rivalità tra Verona e Salernitana, che si sono giocate in una sfida accesa la promozione in serie B, il tecnico Mandorlini durante la presentazione ha proposto di cantare una canzone, in onore di rivali che, un minuto prima aveva definito “leali, sportivi e anche simpatici”: “Mi sembra giusto rendere omaggio a degli avversari leali, sportivi e anche simpatici”, senza fare mai il nome della Salernitana. Il riferimento però era ovvio dato che la sfida tra le due squadre era stata accompagnata da una serie di polemiche. Prima della partita di andata tra Salernitana e Verona, ad esempio, Mandorlini aveva polemizzato dicendo che i rivali “piangono, dicono che se non vanno in B ci sarà un fallimento sicuro” aggiungendo poi: “Diciamo che la Salernitana ha già avuto tanti aiuti in campo, sono più che sufficienti”. Dopo le sue parole, l’altra sera, Mandorlini era stato interrotto da un coro di vaff… da parte dei tifosi veronesi, coro che lo stesso Mandorlini aveva chiesto di interrompere. Quindi tirando fuori dai cassetti un motivo del gruppo Skiantos, ha intonato il ritornello. “Ti amo terrone”, accompagnato da alcuni giocatori della squadra tra i quali vale la pena ricordarlo c’erano anche un campano e un calabrese, rispettivamente Gennaro Esposito e Domenico Maietta. Coro finito molto presto, una manciata di secondi, anche se Mandorlini ha rincarato la dose scherzando proprio su uno die suoi giocatori meridionali che venendo al nord avrebbe avuto la possibilità di aprire un chiosco. Risate anche da parte del sindaco Tosi. A questo punto, tutti a chiedersi se il comportamento di Mandorlini sia stato razzista. Lui stesso respinge oggi ogni accusa: “E’ stato un atteggiamento meramente goliardico, senza nessun riferimento razzista o volontà di offendere, tanto che sono stati coinvolti anche Gennaro Esposito e Domenico Maietta (tutti e duemeridiomali, ndr)”. Anche Tosi lo difende: “Credo che se in uno stadio del Sud venisse intonato il coro “ti amo polentone” nessuno al nord si offenderebbe. Credo che il tecnico Mandorlini nell’intonare il ritornello di una vecchia canzone non avesse minimamente intenzioni razziste come del resto nemmeno i numerosi giocatori originari del Sud Italia che giocano nel Verona”. C’è da dire che i tifosi veronesi hanno una fama che li segue da tempo, quella di uno dei pubblici dalle tendenze razziste più evidenti d’Italia. Numerose sono state le volte che oltre a cori si è assistito anche a incidenti durante partite con squadre come ad esempio il Napoli. Associare razzismo a un episodio così banale sembra però eccessiva strumentalizzazione. Forse è il caso di ricordare che i calciatori sono ragazzi, giovani abituati a un certo modo di scherzare, e così anche i tifosi. Forse il fatto che l’episodio sia accaduto in quella che è considerata una delle capitali del leghismo può aver fatto travisare il v ro contenuto dell’episodio. Tenendo conto poi che le canzoni, basti pensare ai vecchi canti popolari di un tempo, ma anche tante moderne canzoni, giocano spesso sulla linea sottile del goliardico che fa leva sulle differenze regionali, i dialetti, ci comportamenti.