MONDIALI RUGBY/ Italia-Russia ok ora gli USA: ecco cosa manca per vincere con le Grandi. Alejandro Canale (ds Rovigo) in esclusiva

- La Redazione

Intervistato in esclusiva per ilsussidiario.net, Alejandro Canale, direttore sportivo della Femi Cz Rugby Rovigo Delta, si è espresso sull'Italia e sul mondiale di Rugby della Nuova Zelanda.

italia_inghilterra_rugby2-w350-1 Foto (Ansa)

Una buona Italia ha disintegrato la Russia nei Mondiali di rugby in Nuova Zelanda, sconfiggendola per 53 – 17. Nove mete, il bonus e cinque punti nel carniere il bottino degli azzurri dopo l’uscita di oggi. Un risultato che fa ben sperare, in attesa di incontrare gli Stati Uniti e, possibilmente, sconfiggere anche loro questo è un buon antipasto. Poi ci si giocherà il tutto per tutto contro l’Irlanda nell’ultimo incontro del girone di qualificazione. Per parlare di questo match e del movimento rugbistico in generale abbiamo intervistato, in esclusiva per ilSussidiario.net, Alejandro Canale, direttore sportivo della Femi – Cz Rugby Rovigo Delta. 

Come ha visto questa partita con la Russia, non le stupisce la differenza di punteggio al termine della partita tra le due squadre? No perché tra Italia e Russia in effetti la differenza tecnica c’è tutta e la netta differenza di punteggio ci sta. Poi l’Italia in effetti ha giocato bene e così si spiega anche il vantaggio che abbiamo costruito con la Russia.

Ci sono giocatori che l’hanno impressionata particolarmente? Mi ha impressionato lo spirito di squadra, l’intero gruppo ha lavorato bene per questo incontro.

Primo tempo migliore, poi ci siamo rilassati… Non abbiamo ancora il piglio della grande squadra, manca ancora la mentalità giusta per reggere ottanta minuti ad altissimi livelli.

9 mete, abbiamo fatto anche il bonus, questo ci servirà per la qualificazione. Lo spero vivamente, anche se prima bisognerà battere gli Stati Uniti. Gli americani sono una buona squadra, ostica, difficile da incontrare. 

E poi ce la giocheremo con l’Irlanda… Ho fiducia che possiamo giocare alla pari con gli irlandesi, anche se sono un’ottima nazionale, con cui nella storia del rugby azzurro abbiamo sempre fatto fatica. Il fatto poi che abbiano sconfitto l’Australia, che era considerato il team più forte prima dei Mondiali,  la dice lunga sulla loro consistenza. Non sarà per niente facile affrontare questa nazionale.che tra l’altro ci supera nel ranking mondiale.

Un giudizio su Nick Mallett… E’ un tecnico molto valido, apprezzo molto il suo lavoro, sempre utile e sempre idoneo con i tempi della nazionale.

Qual è, secondo lei, la sorpresa di questo mondiale?

 

Il Canada che ha battuto Tonga. Poi era prevedibile che le grandi squadre non infliggessero più passivi così pesanti a quelle più deboli. I cento punti della Nuova Zelanda o di qualche altra big contro team meno forti non sono più così scontati.

Livello del Mondiali? Durei buono, i Mondiali mi stanno piacendo.

Quale nazionale le è piaciutà? Mi è piaciuta l’Argentina che ha saputo adattare il suo modo di gioco a due nazionali così differenti prima confrontandosi con l’Inghilterra  e mettendola in difficoltà. Poi cambiando questa modalità di gioco con la Romania e imponendosi senza fare troppa fatica.

Altre cose su cui riflettere? I Mondiali di Rugby ormai sono un vero e proprio fenomeno mediatico sportivo. Vengono solo dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio.

E in futuro? In futuro il rugby potrebbe diventare uno sport ancora più diffuso con l’ingresso di nuove realtà come la Cina, l’India, l’Africa o il Sudamerica. Altre nazioni potrebbero trovare il successo di questo sport, è stato così anche nel calcio, dove nuovi paesi hanno conquistato la leadership mondiale. Mi viene in mente l’esempio della Francia, un tempo molto debole nel football ed oggi tra le prime nazionali al mondo. La stessa cosa potrebbe accadere nel rugby che è una disciplina sempre più praticata in tutto il mondo, con lo sviluppo e l’entrata in gioco di nuove nazioni si potrebbe ridisegnare la geografia della leadership mondiale.

(Franco Vittadini) 







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