“Maradona è il calcio, io no. Perché un calciatore ha una fama e un peso che un allenatore non avrà mai. Se avessi potuto allenare Maradona mi sarei semplicemente adattato a lui: con giocatori così puoi fare solo questo“. Parole e musica di Josè Mourinho, durante il Globe Soccer Awards di Dubai, l’evento che assegna diversi premi ai personaggi del mondo del calcio. Mourinho e Maradona si sono intrattenuti a lungo a parlare, e alla fine il portoghese ha rilasciato la dichiarazione di cui sopra alla Gazzetta dello Sport. Che suona come pura verità ma fa un certo effetto: davanti a Maradona anche Mourinho si è fatto piccolo piccolo, parlando come un allenatore o un normal one qualsiasi. Incalzato dai giornalisti presenti, l’allenatore portoghese ha parlato anche del suo futuro, messo in bilico dalle recenti delusioni nella Liga (-16 punti dal Barcellona capilista) e da qualche polemica di spogliatoio (ultima l’esclusione del portiere Iker Casillas per scelta tecnica). Si parla del portoghese come sostituto di Carlo Ancelotti sulla panchina del Partis Saint-Germian, a sua volta non esattamente solidissima: “Non penso che lascerò il Real Madrid per il PSG –ha commentato Mourinho-, l’allenatore del Paris è bravo e penso che vincerà il campionato. Mia auguro che sia così, mi piace Carlo Ancelotti e spero che possa essere felice per tanto tempo a Parigi“. Musica per le orecchie di Ancelotti che spera che tali parole allontanino un pò della pressione mediatica cui è continuamente sottoposto, in qualità di responsabile tecnico della squadra più ricca del mondo. Il contratto di Mourinho con il Real Madrid scade nel 2016: sfumato il campionato spagnolo, l’impressione è che la Champions League sarà per lui l’ago della bilancia, e una vittoria potrebbe convincerlo a proseguire il ciclo a Madrid (oppure fornire il motivo migliore per lasciare ed iniziarne un altro, come accadde all’Inter). A proposito, l’allenatore del Real ha parlato anche dell’Inter: “Sono interista al 100% e questo non cambierà mai, all’Inter sono stati due anni indimenticabili per me, mi mancano i miei amici, ne ho tanti all’Inter, ma non torno indietro ripensando alla scelta di andare via. E’ stato un periodo fantastico e non si sa mai se un giorno…
…posso ritornare o meno, ma interista una volta interista sempre“. Messo da parte l’amarcord, Mourinho ha parlato anche delle recenti vicende madrilene, e delle scelte che gli sono costate più una critica, anche dai suoi giocatori, come ad esempio l’esclusione di Casillas dalla formazione titolare: “Non capisco perché deve essere considerato un monumento, il monumento è il Real Madrid e l’allenatore deve fare quello che pensa sia il meglio per il Real Madrid. Non penso ci sia bisogno di coraggio, mi sembra una cosa normalissima. Preferisco gente che anziché pensare a quello che ha fatto in passato pensa a quello che vorrà fare in futuro. (…) Nel calcio c’è una regola: la squadra la fa l’allenatore“. Infine, Mourinho ha speso qualche parola anche per la prossima missino impossibile di Champions, gli ottavi di finale contro il Manchester United del collega Sir Alex: “Conoscendo i gusti di Ferguson in fatto di vini, è una trasferta che mi costerà diverse centinaia di euro. Anche io comunque sogno di arrivare troppo in là con gli anni per essere esonerato, e di finire la mia carriera allenando il Portogallo“.