“Fabrice #Muamba è morto”, “#Rip Muamba”, “Muamba is really dead”? Ci risiamo. Il mondo del Web 2.0 sarà anche bello e variegato, darà anche la possibilità di essere protagonisti e di esprimere liberamente le proprie opinioni; ma, ogni tanto, tanto spazio è forse dannoso. Come ormai noto a tutti, sabato scorso Fabrice Muamba, calciatore inglese di origine congolese del Bolton, si è accasciato al suolo verso la fine del primo tempo di Tottenham-Bolton, gara valida per i quarti di finale di FA Cup: arresto cardiaco. Immediatamente soccorso e portato in ospedale, Muamba sta lottando in queste ore tra la vita e la morte, e ci sono delle novità che fanno ben sperare, anche se non si può ancora esultare (leggi qui gli aggiornamenti sulle condizioni del calciatore). Questo lo diciamo subito: Fabrice Muamba è vivo. Anzi, le ultime notizie sulle sue condizioni aprono alla speranza, il cuore batte da solo e muove braccia e gambe. Lo riportiamo perchè potrebbe esservi capitato, in questi giorni, di leggere alcuni annunci su Twitter che annunciavano invece la morte del giocatore. E allora ci risiamo: perchè non è la prima volta che la cosa accade. Abbiamo già assistito a scene di questo tipo: “E’ morto tizio” dal profilo di qualcuno, altri che riprendono la notizia, poi la smentita del diretto interessato: “In realtà, sono vivo e vegeto”. Già, peccato che in questo caso il povero Muamba non possa replicare. La notizia si è sparsa, ma fortunatamente non sono mai mancati gli aggiornamenti da parte del sito ufficiale e degli addetti stampa del Bolton, perciò la bufala non ha avuto chissà quale effetto. Registriamo però il fatto, e non è questione di fare la morale a chicchessia, anche perchè non conosciamo direttamente gli autori dello “scherzo” (di cattivissimo gusto, questo sì che possiamo ben dirlo); dobbiamo però segnalare come, appunto, Twitter sia un ottimo strumento che permette di essere a stretto contatto (seppur virtuale) con i propri campioni, o con personaggi pubblici, di conoscerne i pensieri e magari le azioni; ma possa anche, se usato in un certo modo, causare problemi di questo tipo. Le bufale da internet stanno diventando un fenomeno diffuso: ricorderete la vicenda, certo ben più leggera, dei falsi “cinguettii” di un tizio che si faceva passare per Kia Joorabchian e aggiornava miioni di tifosi sulle vicende di mercato di Tevez; e non sono pochi i volti noti di sport o spettacolo che denunciano falsi profili Twitter, o Facebook, o altro. Ecco perchè il mondo 2.0 è bello, ma come di ogni cosa non bisogna abusare. Anche perchè si rischia di fare la fine di un ventunenne studente della Swansea United.
Il ragazzo gallese, il cui account è stato ovviamente chiuso, aveva inviato un tweet razzista nei confronti di Muamba: la polizia l’ha arrestato, mentre la sua università si dissociava dal suo pensiero e garantiva massima collaborazione alle forze dell’ordine (lo riporta il Daily Mail). Non sarà la prima volta: purtroppo, non sarà nemmeno l’ultima.