Ilario Castagner commenta in esclusiva la sconfitta netta subita dall'Italia nella finale degli Europei. Spagna nettamente superiore, ancora una volta la Roja chiude senza subire gol.
Alla fine, il grande sogno è finito: l’Italia si sveglia bruscamente nella notte di Kiev, e cede alla Spagna nella finale degli Europei. Uno 0-4 eloquente, che forse non avrebbe neppure bisogno di commenti: troppo superiore la Roja, troppo più in salute, concentrata e affamata per una Nazionale, quella di Prandelli, forse appagata dalla semifinale contro la Germania, forse stanca per i supplementari contro l’Inghilterra. Sta di fatto che non ci portiamo a casa la Coppa, cosa che fanno invece le Furie Rosse che entrano nella storia: mai nessuna Nazionale aveva vinto due Europei in fila, nè aveva centrato il “triplete” Europeo-Mondiale-Europeo. Una generazione di fenomeni che forse non ha ancora smesso di vincere. Ma noi dobbiamo ritenerci soddisfatti: abbiamo giocato un ottimo torneo, fermandoci solo all’ultimo atto, e abbiamo una formazione giovane e che può avere un futuro. Di tutto questo abbiamo parlato con Ilario Castagner, ex allenatore e opinionista TV. Ecco le sue parole, raccolte in esclusiva da Ilsussidiario.net.
Mister, potevamo fare di più, al di là del punteggio?
Sinceramente, non direi: ho avuto la netta sensazione che la squadra fosse nettamente in difficoltà, che non abbia recuperato dalla partita contro la Germania. In più mi è parso strano vedere Chiellini subito con problemi: forse, non era in condizione di giocare, ma così facendo, rischiandolo, si è sprecato subito un cambio.
Proprio pensando alla sostituzione forzata: forse l’ingresso di Thiago Motta è stato troppo frettoloso?
Al di là di questo, io avrei cercato un’altra soluzione che non fosse lui. Non è quello il ruolo di Thiago Motta, si vede che non ha il passo: arretrava, si pestava i piedi con gli altri, non è adatto a giocare in quella posizione.
Chi avrebbe scelto allora?
Premesso che io avrei continuato con Montolivo che stava facendo comunque bene, forse Diamanti sarebbe stato più adatto a posizionarsi dietro le due punte.
Può darsi che Thiago Motta sia entrato per sfruttare le palle inattive che collezionavamo piuttosto regolarmente?
Sì, magari sì; oppure per sfruttare di più gli esterni bassi che arrivavano al cross. Ma, ripeto, io ho la sensazione che sia lo stesso Thiago Motta a non gradire molto quella posizione.
Forse noi siamo stati troppo attendisti e poco propositivi?
Io do un’altra chiave di lettura: mi ha colpito la grande differenza di movimento e agilità tra noi e la Spagna. Loro non hanno fatto giocare Pirlo, non gli hanno dato l’opportunità di gestire la palla, e poi sulla manovra, una volta recuperato il possesso, sono straordinari, hanno palleggiatori fantastici come Xavi e Iniesta. Non ci hanno fatto giocare.
Chiudiamo con una sconfitta netta, ma il nostro Europeo è stato comunque positivo?
Non c’è dubbio. Nessuno alla vigilia avrebbe pronosticato un cammino simile. Siamo arrivati secondi, resta un campionato del quale essere orgogliosi. Applaudo tutti i giocatori, appluado Prandelli: a parte stasera, la squadra ha sempre fatto il suo.
La Spagna si conferma campione, sono tre trofei in fila: sono imbattibili, oggi come oggi?
Al momento, hanno qualcosa in più di chiunque altro. Giocano a memoria, hanno calciatori tecnici e dinamici, e non è un caso che non prendano mai gol, ricordiamo che hanno subito solo il gol di Di Natale e in partite secche non subiscono mai una rete: questo perchè sono compatti dietro, ed è il frutto di una scuola che ha portato ai successi degli ultimi anni.
(Claudio Franceschini)