Un richiamo forte ai valori più autentici dello sport è arrivato oggi da Papa Benedetto XVI. In occasione del trentaduesimo Congresso mondiale della Fims (Federazione Internazionale di Medicina dello Sport), che si svolge a Roma con rappresentanti di 117 Paesi dei cinque continenti – ed è la prima volta che questo evento si svolge nella capitale italiana – a partire da oggi e fino a domenica 30 settembre, infatti, è stata messa in programma anche un’udienza che il Santo Padre ha concesso oggi a Castel Gandolfo ai partecipanti al Congresso. La medicina è una componente fondamentale dello sport, dal momento che si prende cura della salute degli atleti, ma sono ben note a tutti le esagerazioni che accompagnano il rapporto tra la medicina e lo sport, quando quest’ultimo è inteso come ricerca del successo a tutti i costi. Il Papa ha dunque rivolto al suo pubblico parole molto chiare: “Successo, fama, medaglie e guadagni a volte diventano la priorità o il solo obiettivo per chi lavora nello sport”. Benedetto XVI ha anche voluto sottolineare che “per vincere a tutti i costi” si calpesta “il vero spirito della competizione” e si arriva “all’abuso e al cattivo uso dei mezzi che la medicina moderna mette a disposizione”.
Il Papa ricorda agli esperti di medicina dello sport che essi meglio di altri sanno che “ogni sportivo è qualcosa di più di un mero competitore”. Dietro ad ogni atleta c’è una persona che, osserva il Papa, “è chiamata al perfezionamento morale e spirituale prima ancora che alla prestazione fisica”. Richiamo particolarmente importante se si considera che spesso pratiche che sul breve permettono di migliorare le prestazioni, sono alla lunga assai dannose per la salute dell’atleta che vi si sottopone – più o meno volontariamente.
Dunque, l’appello del Papa agli esperti di medicina sportiva è di non essere solo “agenti” in funzione della salute fisica e dell’eccellenza atletica ma anche del rinnovamento “morale, spirituale e culturale”. Il Papa cita San Paolo che, nella Lettera ai Corinzi, mette in stretta correlazione l’allenamento fisico e l’autocontrollo che comporta con la vita spirituale, ricordando anche “la bellezza, il mistero e le potenzialità di ogni persona umana, che sia atleta o non lo sia”.
Benedetto XVI ha concluso sottolineando i tanti aspetti positivi dello sport, tra i quali la capacità che hanno gli eventi sportivi di “unire persone e popoli”, emersa chiaramente in occasione delle recenti Olimpiadi e Paralimpiadi a Londra, che possono essere visti come “la comune ricerca dei popoli di una competizione al massimo livello che sia in nome della pace”.