Partirà stasera da Torre Pellice la finale scudetto tra Valpellice ed Asiago, al meglio delle sette partite. I piemontesi, in gennaio vincitori della Coppa Italia, giocano l’atto finale del campionato di hockey per la prima volta, l’Asiago invece per la nona, terza nelle ultime quattro stagioni, con tre scudetti già conquistati nel 2001, 2010 e 2011. Le due squadre hanno sorpreso nei playoff, daro che il Valpellice era arrivato quinto nella stagione regolare e l’Asiago sesto. Il Valpellice ha eliminato l’Alleghe (4-1) e il Cortina (4-1), mentre l’Asiago ha avuto la meglio su Bolzano (4-2) e Val Pusteria (4-0), le due formazioni probabilmente più quotate all’inizio dei playoff. Il bilancio in stagione è di assoluta parità, quattro scontri diretti giocati con due vittorie a testa, una in casa e una in trasferta. Sarà più importante l’entusiasmo del Valpellice per la prima finale raggiunta o l’esperienza in questo tipo di incontri dell’Asiago? Per parlare di Valpellice-Asiago abbiamo sentito Tiziano Terragni, direttore generale dell’Hockey Milano Rossoblù. Eccolo in questa intervista per IlSussidiario.net.
Come vede questa finale Valpellice-Asiago? Sarà una finale particolare, dove si affronteranno la quinta e la sesta della stagione regolare. L’Asiago ha un attacco molto forte, il Valpellice potrebbe resistere al reparto offensivo della squadra veneta solo se opporrà una difesa molto forte, altrimenti sarà molto difficile per la formazione piemontese.
Il Valpellice è alla prima finale scudetto, pagherà questa novità? Si può dire che l’entusiasmo potrebbe dare loro grandi motivazioni. Nello stesso tempo però l’emozione di giocarsi una finale scudetto potrebbe essere una cosa negativa per il Valpellice.
L’Asiago invece in tempi recenti è stato campione nel 2010 e 2011: basterà l’esperienza per vincere questa finale? L’esperienza può pesare molto in un appuntamento decisivo, specialmente in una finale scudetto, e l’Asiago di finali ne ha disputate tante, come ha dalla sua anche la conquista numerosi titoli tricolori.
Nella stagione il Valpellice è arrivato quinto, l’Asiago sesto: come hanno fatto ad arrivare fin qui? E’ stata una cosa strana, ma in effetti in tutti i campionati a partire dalla Nhl si può tranquillamente affermare che hockey è uguale a playoff. In questa serie di partite infatti viene messo in discussione e spesso cambia tutto quello che era successo nella Regular Season.
Perchè le big hanno fallito?
Non lo so, non riesco a dare una risposta a tutto questo. Non trovo i motivi di questi risultati finali. L’unica cosa che mi sento di sottolineare è la mancanza di una squadra altoatesina nella finale scudetto. Una cosa non da poco.
Per chi tiferà tra Valpellice ed Asiago? Come società il Milano è legato ad entrambe. Certamente un successo del Valpellice farebbe spostare verso il Nordovest dell’Italiail baricentro dell’hockey, che finora è sempre stato a Nordest.
Che giudizio dà sul campionato del Milano? Avevamo nove giocatori nuovi, poi altri giocatori che provenivano dal settore giovanile che quindi difettavano sicuramente di esperienza. Siamo in effetti contenti di come siano andate le cose. Se non avessimo incontrato il Valpusteria forse saremmo arrivati fino alle semifinali. Intanto abbiamo avuto un rapporto splendido con il pubblico che ci ha seguito sempre, sia che giocassimo contro la prima o contro l’ultima in classifica.
Come va il progetto di entrare nella Continental Cup? Ci piacerebbe molto, se ci saranno le risorse economiche e se il progetto sarà di almeno 3 anni. Credo che il pubblico verrebbe sicuramente a vedere match di prestigio come quelli con le squadre russe. Sarebbe ideale continuare a competere contemporaneamente nel campionato italiano e nella Continental Cup, magari anche giocando alcuni incontri in città dotate di un impianto idoneo, come Torino.
Intanto l’hockey italiano non andrà alle Olimpiadi… E’ un peccato non andare a Sochi. Forse la Nazionale si è radunata troppo tardi con un allenatore nuovo, e poi anche ai Mondiali siamo sempre stati abituati a salire e scendere dal gruppo A al gruppo B.
Da dove bisogna ripartire dopo questa mancata qualificazione? Proprio dai prossimi Mondiali, dove dovremo cercare di risalire subito dal gruppo B verso il gruppo A.
(Franco Vittadini)