Chievo e Torino impattano sull’1-1 e conquistano un punto a testa, salendo rispettivamente a quota 44 e 38. Dettaglio di poco significato per il Chievo ma fondamentale per il Toro, che con questo pareggio raggiunge l’aritmetica salvezza, e la certezza di giocare in serie A anche l’anno prossimo. Questo anche grazie alla contemporanea sconfitta del Palermo a Firenze, che esclude automaticamente i siciliani dalla lotta, condannandoli alla retrocessione. Al Bentegodi di Verona la partita è stata viva per un tempo e più addormentata nella ripresa, in cui è aumentato il caldo e le notizie da Firenze hanno rassicurato il Torino, che non ha dovuto spendere un finale all’assalto per cercare la vittoria a tutti i costi. Il Chievo è passato presto in vantaggio, il Toro ha reagito bene raggiungendo il pareggio pochi minuti più tardi. Il risultato si è protratto sino al fischio finale dell’arbitro Valeri e si può definire giusto, anche se le statistiche descrivono la supremazia del Torino. Ad esempio nel possesso palla, che i granata hanno gestito per il 57% contro il 43% del Chievo. Ventura ha riproposto il modulo 5-3-2 invece del suo solito 4-2-4: con questo schieramento il Toro appare più solido in fase difensiva, e rischia meno, ma ha logicamente meno opzioni in quella offensiva. Per questo la maggiore gestione del pallone si è tradotta spesso in fraseggi prolungati ma incapaci di penetrare la trequarti del Chievo. Nel primo tempo per la verità il Torino è riuscito a rendersi pericoloso, raccogliendo la maggior parte dei 13 tiri totali (di cui 5 in porta), che però non sono bastati ad ottenere la vittoria. Alla fine l’indice di pericolosità della squadra di Ventura, abbassato da un secondo tempo più sterile, è del 47%. Meno ha fatto (ma meno poteva fare vista la classifica) il Chievo che ha totalizzato 7 tiri di cui 3 nello specchio, arrivando sino al 30% come indice di pericolosità. 7-7 il computo dei calci d’angolo, mentre la supremazia territoriale, ovvero il tempo trascorso nella metacampo avversaria, è più del Torino: 11’31” contro gli 8’33’ dei padroni di casa.
Marco Andreolli del Chievo e i tornisti Valerio Di Cesare e Giuseppe Vives sono i giocatori che hanno recuperato più palloni, 17 a testa. Quanto a passaggi riusciti invece i recordman sono tutti del Torino: primo Ogbonna con 96, secondo Vives con 67, terzi Di Cesare e Guillermo Rodriguez a quota 65. Alessio Cerci infine ha provato più tiri di tutti, 6 compreso il calcio di rigore che è valso il pareggio. Alle sue spalle Cyril Thereau del Chievo con 4 conclusioni tentate, poi Paulo Barreto del Torino con 3 e Di Cesare con 2. Il campo dunque dice che il Torino è salvo così come il Chievo, e l’anno prossimo potrà proseguire nel suo progetto, probabilmente (ma non sicuramente) con Giampiero Ventura in panchina. Nell’ultima giornata i granata giocheranno in casa contro il Catania, mentre il Chievo sarà di scena a Bergamo contro l’Atalanta.
I GOL – 1-0 al 9′: passaggio per Thereau che riceve nella parte sinistra della trequarti torinese. Il francese controlla ed accelera entrando in area sul lato sinistro, Di Cesare lo affronta ma scivola aprendogli la strada; davanti al portiere Thereau è bravo a segnare con un bel diagonale di sinistro, che s’insacca rasoterra all’angolino opposto per il vantaggio del Chievo. 1-1 al 19′: sugli sviluppi di un calcio d’angolo per il Torino Ogbonna si avventa sul pallone, pochi passi dentro l’area, anticipando Dainelli che lo atterra: calcio di rigore ineccepibile. Dal dischetto Cerci: interno sinistro basso alla destra del portiere Puggioni, che si tuffa dall’altra parte. 1-1 a palla al centro.
Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate nel dopogara da Eugenio Corini, allenatore del Chievo, ai microfoni di SkySport: “Giocare qui non era facile con questo caldo, era la terza partita in una settimana. Ho dato spazio nella ripresa a chi ha giocato meno perché tutti insieme abbiamo raggiunto questo risultato fantastico. Il mio futuro? Fino a Roma non eravamo ancora matematicamente salvi, sono felice di aver ripagato la fiducia del presidente Campedelli e di aver fatto in modo che il Chievo possa iscriversi al campionato di Serie A anche l’anno prossimo. (…) Questo mestiere è difficile, dovrò esporre al Chievo il mio progetto e per questo mi siederò con il presidente e il ds per vedere se ci sono i presupposti per lavorare ancora insieme“. Queste invece le parole di Giampiero Ventura, allenatore del Torino, sempre ai microfoni di SkySport: “Chi fa calcio sa che noi siamo una neopromossa con tanti esordienti, abbiamo fatto un campionato importante fino a un mese e mezzo fa, giocando un bel calcio. Poi è successo qualcosa di surreale, abbiamo perso e pareggiato partite che dovevamo vincere come quelle col Parma, con il Napoli, l’Inter e il Milan. Avremmo esportato l’immagine di una squadra che vince con il bel gioco, purtroppo abbiamo fatto cinque sconfitte che ci hanno riportati in una situazione difficile, abbiamo dovuto mettere da parte il bel gioco per portare a casa la salvezza. (…) Non si è incrinato nessun rapporto, c’è stato un po’ di malumore per il match contro il Genoa ma una sola partita non può intaccare nulla. C’è grande voglia di preparare la prossima stagione e di realizzare l’obiettivo di arrivare nella parte sinistra della classifica“.