Durissima presa di posizione della Vini Fantini-Selle Italia contro Danilo Di Luca, risultato positivo all’Epo ad un controllo antidoping a sorpresa effettuato lo scorso 29 aprile, e il cui esito è stato reso noto stamattina, con il Giro d’Italia bloccato a Ponte di Legno causa maltempo. L’esperto corridore abruzzese, purtroppo già in passato coinvolto in vicende di doping, era stato messo sotto contratto dalla squadra proprio a pochi giorni dal via della Corsa Rosa, e oggi i commenti del team manager Angelo Citracca, del direttore sportivo Luca Scinto e del patron Valentino Sciotti sono pieni dell’amarezza di chi si sente tradito. Nel comunicato ufficiale della squadra, Citracca si è espresso così: “Danilo Di Luca è un atleta che non faceva parte del nostro gruppo, non voluto dal team e che è stato inserito in organico per volontà del nostro Main Sponsor Valentino Sciotti, che per amicizia e vicinanza territoriale al corridore ha insistito e creato le condizioni per l’inserimento dello stesso in organico. Danilo Di Luca, più volte coinvolto in vicende legate al Doping e già squalificato per violazioni simili, ha ricambiato la fiducia di un amico e grande imprenditore con l’ennesimo sbaglio, sbaglio le cui conseguenze colpiscono, incolpevolmente, la Vini Fantini Selle Italia. L’atleta, già rientrato a seguito di una squalifica con altri team, non rientrava nella filosofia e nei programmi della nostra squadra, impegnata da anni nella scoperta e formazione di giovani atleti. A seguito della notizia, appresa con dispiacere in mattinata, il team ha provveduto al licenziamento in tronco dell’atleta, intimando allo stesso di allontanarsi con mezzi propri. A questo punto, la Vini Fantini Selle Italia procederà anche in sede civile per la richiesta di risarcimento danni verso l’atleta, in ossequio al regolamento interno sottoscritto da tutti i componenti del team”. Molto duro Luca Scinto: “Sono distrutto, io non ho mai voluto Di Luca in squadra e non ne ho mai fatto mistero con nessuno, ricevendo anche diverse critiche. Costruiamo il nostro gruppo sui sacri valori del ciclismo e abbiamo fatto l’errore di assecondare la richiesta, più volte espressa, del nostro main sponsor, che da imprenditore di successo appassionato di questo sport ci ha chiesto di provare a dare fiducia ad un atleta a lui caro per amicizia. Purtroppo questa fiducia è stata ripagata con un errore incredibile, di cui non riesco ancora a capacitarmi”. Naturalmente amareggiato Valentino Sciotti:
“Cosa dire, io ho voluto e creduto nell’uomo e nell’atleta ed è giusto che sia io a prendermi tutte le colpe perchè ho sbagliato. Forse ho sbagliato a credere che dopo un errore ci si possa redimere ed imparare a non ripetere gli errori, forse ho sbagliato a voler aiutare una persona che ho visto in difficoltà, forse ho sbagliato a seguire i valori di quell’educazione religiosa che la mia famiglia mi ha dato, forse ho sbagliato nel credere che che quando parli con una persona guardandolo negli occhi, puoi leggere anche il suo cuore. Sta di fatto che ho sbagliato e di questo debbo fare ammenda e chiedere scusa ai tifosi, al Team, agli altri sponsor, ai miei soci, a tutti gli altri ciclisti che stanno correndo il Giro in modo corretto e leale ed a tutti quei giovani atleti che verranno scossi da una simile notizia”.