Era il 14 luglio, 33 giorni fa. Maria Sharapova, attuale numero 3 del ranking WTA, annunciava di aver scaricato il suo vecchio coach Thomas Hogstedt e di aver assunto Jimmy Connors, girandogli – così si dice – 20.000 dollari a settimana. E’ durata un mese: secondo il Times, la tennista russa avrebbe già messo fine al rapporto di lavoro con Jimbo. Incredibile: è bastata una partita per capire che non andava? La sconfitta di Maria contro Sloane Stephens, astro nascente del tennis mondiale, al secondo turno del torneo Premier di Cincinnati ha sicuramente fatto scalpore; ma, considerando il rientro dopo l’infortunio all’anca e una condizione non certo ottimale, non si può nemmeno parlare di risultato clamoroso, se non che la russa si è fatta rimontare da un vantaggio di 2-0 nel terzo set. Eppure, il rapporto si è esaurito, e pare che a farlo terminare sia stata proprio la 26enne russa. Nel corso della partita Connors è stato più volte visto scuotere la testa rassegnato al suo angolo, mentre Neil Harman, l’autore dell’articolo sul Times, è convinto che Maria Sharapova abbia volutamente cercato di impressionare il suo nuovo allenatore (del quale aveva detto “la sua etica del lavoro non ha prezzo”), da cui la marea di errori gratuiti che hanno portato alla sconfitta. Ma la domanda resta: perchè dopo una sola partita e una manciata di allenamenti la russa avrebbe dovuto licenziare Connors? Perchè non aspettare di più? Solitamente la mano di un coach si vede dopo qualche periodo; anche Ivan Lendl non ha reso Andy Murray un vincitore di Slam in una settimana. Ad ogni buon conto così è andata: senza nemmeno aspettare gli Us Open, che sono dietro l’angolo e che probabilmente avrebbero potuto rappresentare un banco di prova ben più concreto. Nel commentare la notizia dell’assunzione di Jimbo, avevamo scritto che a questi livelli il coach non può insegnarti granchè a livello tecnico: si tratta più che altro di carpire segreti che riguardano l’affinamento della tattica e la mentalità vincente. Ecco: potrebbe essere che la Sharapova non abbia sentito il feeling con Connors, e abbia voluto troncare prima che fosse troppo tardi. Il dubbio, lo scetticismo soprattutto, restano anche così; per di più che Masha si presenterà a Flushing Meadows senza un allenatore, a meno che non ne trovi uno a tempo di record. L’unica cosa della quale ci auguriamo è che non si sia trattato del capriccio di un momento: uno come Connors non se lo merita, nè è questa la strada giusta per dominare Serena Williams. (Claudio Franceschini)