Sceglie la coppa Guidolin, sceglie di lasciare spazio alla speranza di vincere (con almeno 3 gol di scarto) in terra straniera giovedì sera contro lo Slovan Liberec, in pratica sceglie di fare un po’ di turnover contro la Lazio. Spazio a Naldo in difesa, Badu e Pasquale a centrocampo, al Mago Maicosuel e Pereyra sulla trequarti rispetto alla formazione tipo. Si era parlato di partita fra due bestie ferite ed in effetti il tema dominante è stata la paura, per 60 minuti per l’Udinese, per quasi mezz’ora per la Lazio. Parte forte la squadra di Petkovic: senza sbavature porta velocemente la palla nel centrocampo dell’Udinese e fa la partita per almeno un’ora, con i bianconeri in stato confusionale come dimostrano i numerosi errori di Danilo o del centrocampo in fase di impostazione. Non c’è la testa dei friulani e i laziali ne approfittano subito con Candreva che tira e centra il palo al 5′. Al 13′ e al 15′ i due gol dei biancoazzurri. Prima Hernanes fa a sportellate con un ingenuo Danilo e portatosi al limitare dell’area piccola da posizione defilatissima fa partire un tiro potentissimo sotto la traversa. Gol sul primo palo per l’esordio amaro di Kelava fra i pali, difficile da prevedere una botta così forte ma onestamente forse il portiere poteva fare qualcosa di più. Ancora protagonisti subito dopo Danilo e Kelava che si fanno sorprendere dall’inserimento di Klose, il portiere lo travolge e per Gervasoni è rigore e ammonizione per l’estremo difensore. Gol di Candreva che dal dischetto spiazza Kelava. L’Udinese non c’è: capitan Di Natale non vede palla, l’intesa con Maicosuel stenta a decollare, Pereyra non pervenuto, Pinzi nervoso, Badu e Pasquale non sembrano nemmeno compagni di squadra da tre anni, difesa assolutamente svagata e senza ordine, l’unico a spingere manco a dirlo è la “furia bionda” Dusan Basta che ci prova ma è un predicatore in mezzo al deserto. Gioca bene invece la Lazio, ordinata dietro, con Biglia e Gonzales che uniscono bene i reparti, ed efficace davanti con Candreva, Hernanes e Lulic che si inseriscono e si propongono a sostegno di Klose. E proprio il tedesco si mangia il 3-0 sfruttando male una bella triangolazione tirando alto sopra la traversa. Negli spogliatoi cambia qualcosa per l’Udinese, era previsto il cambio in attacco fra Di Natale e Muriel, ma soprattutto probabilmente Guidolin fa presente ai suoi come non ci sia stato assolutamente nessun accenno di pressing agli avversari. E i primi minuti mostrano perlomeno, finalmente, due squadre in campo al posto del monologo biancoceleste del primo tempo. E’ ancora la Lazio però a rendersi pericolosa per due volte con Lulic, prima spedisce alto dopo una respinta di Kelava su punizione dal limite di Hernanes, poi conclude su Danilo una bella azione imbastita da Candreva. Sempre il brasiliano difensore dell’Udinese poco dopo si rende protagonista di uno stop da brividi che a momenti finisce nella porta sbagliata. Ma è un’Udinese più presente e più profonda grazie a Muriel, oltre ad esserci pressing c’è anche più concentrazione in difesa, al 59′ l’Udinese ottiene anche più ordine a centrocampo con l’ingresso di Lazzari per uno spento Pereyra. Al 61′, dopo aver impedito un tiro molto pericoloso ai laziali Naldo fa ripartire Lazzari che immediatamente lancia Muriel davanti a Marchetti, che viene superato da un meraviglioso colpo sotto. Partita riaperta e Lazio che comincia la sua personale sfida con la paura, la paura di essere recuperati, la paura che in difesa come in Supercoppa qualcosa non vada. È entrato Dias durante l’intervallo al posto di un acciaccato Cana, ma il colpevole non sembra essere il brasiliano, bensì il demone dell’incertezza, quella pressione che ti fa sbagliare i passaggi più semplici. Per 60 minuti ha attanagliato le gambe dei friulani ed ora incredibilmente comincia ad incombere sui laziali. Soprattutto in difesa sotto il costante pressing dei bianconeri si inizia a sbagliare tanto. Dopo due minuti è un provvidenziale Marchetti a chiudere su Lazzari ben inserito su suggerimento di Muriel. Poco dopo Guidolin è costretto a modificare un cambio, Silva già pronto ad entrare probabilmente per Pasquale è costretto a rimettersi la tuta, Pinzi infortunato viene sostituito dal giovane polacco Zielinski. L’Udinese gioca un altro calcio e la Lazio fatica a riproporsi, la partita inizia a frammentarsi (saranno sei i minuti di recupero) ma i bianconeri ci provano, ci credono. Pasquale viene anticipato all’ultimo al limite dell’area piccola da Cavanda, Maicosuel ruba un pallone ad un ingenuo Dias, si presenta in area ed intelligentemente scarica su Zielinski che calcia altissimo a due metri dalla porta. Ancora il Mago, molto più concreto nel secondo tempo, scambia bene con Basta che crossa ma trova in fuorigioco Muriel. Intanto escono Gonzales e Klose per Onazi e Floccari, soprattutto il primo comincia a far guadagnare metri alla Lazio troppo schiacciata nella sua metà campo. Infine ci pensano Candreva ed Hernanes a tirar definitivamente fuori dal baratro i loro compagni, il Profeta in particolare ha più volte la palla del 3-1 che chiuderebbe l’incontro. Prima non sfrutta bene un contropiede, poi tira debolmente invece di servire un libero Candreva ed infine al 93′ viene respinto da Kelava su un tiro da sinistra ai limiti dell’area piccola. Ci prova Domizzi al 95′ ad accompagnare i suoi perfino in attacco ma si fa anticipare da Cavanda con un intervento rischioso ma pulito sul pallone. Il finale per quanto prolungato dall’arbitro per via delle numerose interruzioni non dice nulla di buono per i bianconeri. Guidolin imputa la colpa alla mancanza di concentrazione per via della partita di giovedì, vien da chiedersi se per quella passata o per quella che deve ancora venire? Se deve essere fatto un turnover così consistente inoltre ci si chiede se ha senso presentare lo stesso modulo che normalmente si usa con i titolari. Ad Arta gli schemi tattici venivano sempre affrontati dalle coppie di ruolo, ma l’Udinese vista stasera non è nemmeno da considerare lontana parente dell’Udinese del record di vittorie di fine campionato, forse piegarsi di più alle caratteristiche dei rincalzi garantirebbe per lo meno più sicurezza nei giocatori oggi veramente irriconoscibili a tratti. L’unico bianconero per cui oggi si possa considerare una dolce sconfitta è Muriel che ha vinto mezzo quintale di miele messo in palio da un apicoltore di Cividale del Friuli al primo bianconero a segno in campionato. Anche Andrea Poli ha vinto lo stesso premio come primo calciatore della Serie A ad aver segnato il primo gol della stagione, per entrambi però è un dolce dal retrogusto amaro, stesso risultato 2-1, stessa delusione. Sapranno consolarsi con poche fette di pane?
Voto partita: 6 alla fine complice gli errori da una parte e dall’altra di spettacolo se ne è visto, ma sempre di errori si tratta, in Serie A fa male al cuore di ogni sportivo vedere tante incertezze. Non verrebbe quindi da classificarla come una bella partita se non fosse per i due gol di Hernanes e soprattutto quello di Muriel che riconciliano con il calcio.
Voto arbitro Gervasoni: 6,5 molte interruzioni e qualche cartellino di troppo sia per i laziali che per l’Udinese, ma negli episodi chiave non sbaglia, giusto il rigore, in posizione regolare Muriel al momento del lancio di Lazzari e giusto non assegnare il rigore all’Udinese su Domizzi.
Voto Lazio: 6 porta a casa una partita iniziata sul velluto ma complicata da una tranquillità che ancora manca in casa Lazio, male la difesa, bene Marchetti che deve però ringraziare Zielinski di aver sparato al cielo il gol del pareggio.
Voto Udinese : 5 il voto nasce da una media fra un primo tempo pessimo gravemente insufficiente e un’onesta ripresa. Non è questo lo spirito che ci si aspetta giovedi sera per sfiorare l’impresa.
(Giovanni Bellina)