A Flushing Meadows è iniziato il torneo juniores degli Us Open. Gli occhi dell’Italia sono concentrati su Gianluigi Quinzi, numero 2 del seeding (al primo turno affronta il giapponese Yusuke Takahashi); dopo la grande vittoria di Wimbledon lo attendiamo ad un altro grande torneo dello Slam. Ma dando un rapido sguardo agli altri protagonisti, e spostandoci sul tabellone delle ragazze, scopriamo alcune giocatrici di cui vale la pena parlare. Della numero 1 Belinda Bencic, che arriva da due Major vinti e una stagione da dominatrice, abbiamo già trattato; oggi IlSussidiario.net ha avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere con Ana Konjuh, tennista croata (di Dubrovnik) classe . Nata a fine dicembre, non ha ancora compiuto 16 anni ma è già nelle prime 300 del ranking WTA; lo scorso giugno ha vinto il suo primo torneo pro – l’ITF di Montpellier, montepremi 25.000 dollari – e sempre nel 2013 ha giocato in Fed Cup con la Croazia, battendo Urszula Radwanska che era – ed è – nella Top 40 WTA. In campo juniores è numero 2 al mondo: a gennaio ha vinto il suo primo torneo dello Slam, gli Australian Open, conquistati anche nel doppio. Ha poi raggiunto la semifinale al Roland Garros (nonostante una spalla malandata) e a Wimbledon; e dopo gli Us Open farà definitivamente il grande salto tra le professioniste. Intanto, ieri ha vinto al primo turno contro Jelena Ostapenko con una piccola impresa: sotto , con 8 game consecutivi si è portata avanti 3-0 nel set decisivo (con due break), si è fatta rimontare sul 3-3 ma ha chiuso 6-4, approdando al secondo turno (affronta Kaitlyn McCarthy). Riuscirà a esplodere nel difficile e variegato mondo dei pro? Intanto, ecco quello che ci ha raccontato.
Ana, puoi raccontarci quando e come hai iniziato a giocare a tennis? Ho iniziato quando avevo 5 anni, grazie a mia sorella maggiore Andrea. A quell’epoca lei giocava; seguendola nei suoi allenamenti, ho iniziato ad apprezzare il tennis. Mio padre ha visto che avevo talento, e da quel momento mi ha trovato un allenatore privato, ed ecco come sono finita qui.
Hai un giocatore, o giocatrice, che ti ha particolarmente ispirato e che consideri un modello? Roger Federer è sempre stato il mio modello, e lo è ancora; credo che sia una sorta di re del tennis! Mi piace davvero tanto: il modo in cui gioca, come si comporta, tutto di lui; e spero che un giorno avrò l’opportunità di incontrarlo!
A gennaio hai vinto gli Australian Open, anche nel doppio: cosa ha significato per te? Vincere gli Australian Open è stata una grande cosa per me. E ‘ stato il mio primo titolo dello Slam a livello juniores, e sono davvero grata a Dio per essere riuscita a giocare il mio miglior tennis a Melbourne e che mi sia realmente divertita. Da quel momento ho molta più fiducia in me stessa, e questo significa molto. Voglio ringraziare il mio team per avermi seguito tutto il tempo: so che non sono molto facile da gestire.
Dopo gli Us Open entrerai ufficialmente nei pro: che esperienza è stata quella dei junior? Il tennis juniores è stato una grande esperienza. Ho imparato un sacco di cose nuove, incontrato nuovi amici e sviluppato il mio gioco. Sono davvero triste di lasciare dopo gli Us Open, perchè mi sono divertita tanto a giocare con gli juniores.
Cosa ti aspetti dai pro? Hai già giocato qualche torneo, vincendo a Montpellier… Sì, ho già giocato qualche torneo, e adesso ho molta più esperienza nonostante abbia la sensazione che molte giocatrici possano essere mia madre! (ride, ndr). Comunque, sto ancora imparando, e spero di migliorare torneo dopo torneo!
A nemmeno 16 anni sei già nella Top 300 WTA: ti aspettavi una crescita simile? Già, è successo tutto così in fretta che non me lo aspettavo davvero; ma sono felice di essere a questo punto, e spero in futuro di continuare così, e di giocare meglio che posso!
Sei arrivata a New York con obiettivi specifici? Non voglio parlare di obiettivi: voglio concentrarmi per giocare il mio miglior tennis, in questo modo i risultati arriveranno! Sono soddisfatta di quanto ho fatto negli Slam juniores, perchè so di aver sempre dato il 100%.
Hai già giocato in Fed Cup, battendo tra l’altro una Top 40 come Urszula Radwanska: che effetto fa rappresentare, così giovane, il proprio Paese? Innanzitutto vorrei ringraziare il nostro capitano Iva Majoli per avermi dato l’opportunità di giocare in Fed Cup per la Croazia: è stato un onore per me, e un’esperienza incredibile. Ho potuto giocare contro alcune tenniste nella Top 50 del ranking WTA, contro Urszula è stata una partita fantastica, una grande vittoria dalla quale ho imparato molto! Ho potuto passare del tempo con le ragazze, e spero che in futuro giocherò molte altre volte in Fed Cup!
La Croazia ha una serie di giocatrici molto promettenti: oltre a te ci sono Donna Vekic, Ajla Tomljanovic e altre. Cosa pensi del vostro potenziale? Penso che in ottica futura abbiamo un’ottima squadra. Siamo tutte molto giovani: Donna, Ajla, Petra (Martic, ndr) e io abbiamo un ottimo rapporto tra di noi e con Iva, e speriamo di centrare grandi risultati in futuro.
(Claudio Franceschini)