Genoa-Roma finisce 0-1. La lettura a freddo di cifre e statistiche di Genoa-Roma, prima di arrivare al clou e di cercare spiegazioni allo 0-1 finale attraverso le stesse, parte da un dato piuttosto emblematico sulla difficoltà della trasferta a Genova per i giallorossi: quello di oggi è stato infatti l’8 caso (su 48 Genoa-Roma giocate) in cui i 3 punti sono finiti agli ospiti, a fronte di 25 vittorie casalinghe e 15 pareggi. Bilanci abbastanza chiari e che aumentano se possibile l’importanza per la Roma del risultato di ‘Marassi’. Uno 0-1 striminzito soprattutto alla luce di quanto ha creato la squadra di Garcia: 18 occasioni (di cui solo 5 tiri nello specchio) contro 6 (di cui una sola conclusione in porta, di Matri a fine primo tempo). Un festival dell’errore sotto porta nel quale, in ogni caso, la schiacciante superiorità della Roma è testimoniata dal possesso palla – 64 a 36% – e soprattutto dalla supremazia territoriale, 15’06” a 5’45” in favore di Pjanic e compagni. Quasi doppiato, infine, il Genoa, in quanto a palle giocate, addirittura 749 per i giallorossi, vicini alle medie extraterrestri del Barça. Infine i singoli: re dei palloni recuperati è Roncaglia, seguito immediatamente dai due centrali della Roma Yanga-Mbiwa e Astori. E proprio quest’ultimo è stato invece il migliore in quanto a passaggi riusciti, a quota 82, davanti a Maicon e Cholevas. A testimoniare una fluidità di azione, con partenza dalla retroguardia e passaggio obbligatorio sui terzini, decisiva per il gioco della Roma. Ljajic, Florenzi e Nainggolan, poi, si sono equamente suddivisi i tiri verso la porta: se sommiamo ai loro tentativi anche i 3 di Pjanic, arriviamo a 13 su 18 totali. Senza peraltro rintracciare risposte significative della controparte, dominata e staccata nel dato parziale e nella valutazione complessiva.
Spazio alle interviste del post partita. Soddisfatto anche per il successo personale nelle scelte dei singoli, Rudi Garcia: “Faccio i complimenti ai miei ha dichiarato il tecnico francese a Premium Calcio Hanno sfruttato il passo falso della Juve e lo hanno fatto in una trasferta sul campo della 3a in classifica, la squadra più in forma del campionato. E’ un grande risultato; era utile più che necessario segnare il 2-0 per non rischiare fino all’ultimo e soffrire sui calci piazzati, ci è mancato il colpo del KO. Il gol annullato? Credo sia stata una decisione giusta e tra l’altro non c’era nemmeno il corner. Il problema grosso, ripeto, è stato non aver chiuso la partita in superiorità e con tutte quelle occasioni”. In difficoltà invece Gian Piero Gasperini, che arriva ancora obnubilato dal clima di eccessivo nervosismo di parte rossoblu e si spegne piano piano (pur ridendo sarcasticamente, peraltro senza particolari ragioni) davanti ai replay: “E’ cambiato tutto dopo l’espulsione di Perin; siamo stati bravi nel secondo tempo a portarla fino all’ultimo quarto d’ora senza subire gol e sfiorare il pareggio. Cosa contesto? Il rosso eccessivo per Perin, perchè in 11 contro 11 sarebbe stata un’altra partita ed invece il match è stato rovinato”. Tra le proteste di Gasperini anche quella, unica giustificata, per il mancato fischio per la simulazione di Ljajic nell’azione del gol, oltre al giallo a Perotti e non a Yanga-Mbiwa. Ma negare l’evidenza del rosso a Perin rende l’idea sulla nebbia fitta nelle valutazioni, che conviene attribuire al nervosismo per aver sbagliato totalmente partita. Chiusura per il tocco di classe di Patron Enrico Preziosi, che va oltre la confusione del suo tecnico e cala l’asso: “Stanno succedendo cose strane a Roma, non vorrei fosse coinvolto anche il calcio. Mi spiace per l’arroganza di certi arbitri che vengono qua ed innervosiscono il pubblico. Secondo me lui (Banti, ndr) non sa gestire le gare”. Dichiarazioni che prendiamo da ‘Gazzetta.it’ ed è, da appassionati di calcio, meglio lasciare senza commenti.
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