L’Udinese batte la Fiorentina 2-1: per la seconda volta in stagione i friulani fanno bottino pieno contro i viola nel loro stadio, e mettono una prima ipoteca sulla finale di Coppa Italia. Di Natale e Muriel decidono l’incontro, ma la rete del momentaneo pareggio di Juan Vargas lascia tutto ancora in bilico: ai viola servirà un semplice 1-0 per qualificarsi e andare a sfidare una tra Roma e Napoli (domani l’andata all’Olimpico). Bella, con mezzo voto in più perchè il campo pesante e il diluvio che ha tartassato Udine per tutti i novanta minuti avrebbe potuto condizionare lo spettacolo. Così non è stato: ritmo alto, due squadre propositive, atteggiamento alla ricerca del gol. Ci siamo divertiti. In campionato i friulani stentano, in Coppa Italia danno il meglio: dopo aver fatto fuori Inter e Milan battono la Fiorentina giocando come ai vecchi tempi, con piglio propositivo, buona organizzazione e soprattutto ripartenze brucianti che da queste parti hanno fatto scuola, letteralmente. Se la vera Udinese è questa, la seconda parte di stagione sarà soddisfacente. Sono mancate due cose: il gol del pareggio, e una maggiore spinta nella ripresa quando, conquistato il provvisorio 1-1, la squadra di Montella è sembrata frenare leggermente come accontentandosi di chiudere la pratica al Franchi. Errore fatale: il gol di Muriel potrebbe costare carissimo. Ciononostante, partita positiva e con il piglio della grande squadra. Però, persa. In generale bene anche nella gestione dei cartellini; giudica bene il tocco con il gomito di Domizzi, ma forse quel contatto su Di Natale da cui si origina il gol di Vargas era da sanzionare. Errore comunque non gravissimo: sfortuna che da lì si sia generato il gran tiro di Vargas.
Al termine del primo tempo, Udinese-Fiorentina è ferma sul punteggio di 1-1. La prima semifinale di andata di Coppa Italia è piacevole, molto piacevole nonostante il diluvio che si abbatte sul Friuli: le due squadre giocano con baricentro alto e non si danno tregua, vanno a momenti nel predominio del territorio ma quello che ne viene fuori è un ritmo non indiavolato ma buono e sostenuto. L’Udinese, in campo con un 3-5-1-1 nel quale Di Natale è supportato da Nico Lopez, mostra subito di essere in campo per fare la partita e vincerla: parte immediatamente a spron battuto e costringe la Fiorentina a rintanarsi nella sua trequarti, mettendo in grande difficoltà Borja Valero e Pizarro che non hanno varchi. Chiuse le corsie laterali, i friulani fanno densità anche in mezzo e da qui ripartono in maniera pericolosa; ci provano una volta ma Di Natale è troppo isolato e chiuso in mezzo da Gonzalo Rodriguez e Savic. Montella, che rinuncia inizialmente alle folate di Cuadrado, capisce che la serata è di quelle impegnative e chiama i suoi al pressing alto; sembra funzionare perchè la Fiorentina ha qualche buon minuto di reazione, ma non va oltre un paio di folate di Joaquin e un bell’inserimento di Borja Valero, il cui tiro è rimpallato. Dall’altra parte sono Pinzi e Pereyra a chiamare Neto all’intervento, appena prima del vantaggio. E’ il 36′ minuto: sembra di rivedere l’Udinese vecchio stampo che macinava gol e triturava avversari in contropiede, spinge Pereyra al centro e serve a destra Widmer, l’ingresso in area dello svizzero premia l’inserimento di Di Natale che da due passi tocca in allungo per la rete numero 19 in Coppa Italia, la numero 7 in stagione. La reazione viola è di quelle furiose: i viola reclamano per un fallo di mano di Domizzi su tacco di Matri (sembra involontario, con il gomito) appena dopo che Scuffet è uscito a valanga sul lodigiano che ha approfittato di un’indecisione dello stesso Domizzi. Quando sembra che il primo tempo sia in porto arriva il pareggio: Di Natale viene fermato in avanti (forse con un fallo), la Fiorentina riparte e Juan Vargas scarica un sinistro rabbioso che si infila sotto la traversa. Si va al riposo così: pareggio, e bella partita. Solito tuttofare con sette polmoni, spinge lui il contropiede del vantaggio. Sarebbe stato Di Natale senza il gol. Il difensore rischia molto con un tocco di gomito in piena area e lascia strada a Matri, sul quale salva Scuffet. Partono sempre da lui le azioni più pericolose, quando punta l’uomo fa ancora paura. Senza la rete, anche qui, avremmo detto Vargas: il suo compagno di corsia sbaglia tanti appoggi e soffre le discese di Widmer. (Claudio Franceschini)
Primo friulano nell’Udinese dai tempi di Rossitto. Sabato il battesimo, oggi la conferma: grande uscita su Matri, sicuro nel secondo tempo su due conclusioni velenose. Ha talento e si farà: lo aspettiamo.
Doveva giocare terzino, finisce centrale nella linea a tre: se la cava molto bene anche se nel secondo tempo Vargas lo mette più a disagio. Gara comunque autoritaria.
Sostituisce Danilo: mai facile. Se la cava eccome: personalità, una sola sbavatura, bravo su Matri. Vuole un posto al Mondiale: se il suo CT ha visto questa partita, le sue quotazioni sono certamente salite.
Un paio di svarioni nel primo tempo possono costare carissimo: ci pensa Scuffet. Sufficienza raggiunta, ma il meno appariscente e sicuro dei difensori.
Gran partita: suo l’assist del primo gol, al millimetro e avendo seguito il contropiede. Raggiunge il fondo sempre e corre tantissimo: ha conquistato minuti nei piani di Guidolin, ne siamo certi.
Il Tucuman, jolly dell’Udinese, gioca a sprazzi: nella parte centrale di gara non lo si vede mai. Però, prima e dopo è immarcabile: due accelerazioni delle sue valgono le due reti friulane. Fosse più continuo…
Il più in difficoltà, spesso costretto ai falli per fermare gli avversari. Cerca la posizione senza trovarla, si pesta i piedi con Allan, non si nota troppo. (78′ BADU sv)
Lui pure pasticcia un po’, anche se è prezioso con le ormai famose coperture a tutto campo e nel cercare di portare brio in mediana. Gioca sempre: la stanchezza si nota.
Primo tempo quasi perfetto, perchè punta costantemente Diakite ed è sempre nel cuore del gioco. Sparisce nella ripresa, pur effettuando due chiusure importanti.
Generoso, ma deve ancora crescere in personalità e sagacia. Portato ad allargarsi per cercare la giocata, oggi Guidolin gli chiedeva altro. Lasciato solo per un quarto d’ora in attacco, non era il suo ed è stato sostituito. Anche lui si farà.
( Irritante per 12 minuti: pronti via e sbaglia a non servire Bruno Fernandes sparando alle stelle, poi non becca un pallone. Fino all’82’: destro a fil di palo, e gol della vittoria. I grandi giocatori sono questi)
Idem come sopra: latitante finchè Widmer non gli mette la palla sul piede, lui è lì e fa 1-0. Peccato che prima e dopo non si sia visto, riuscendo a farsi ammonire per proteste. Guidolin lo vede nervoso e lo lascia negli spogliatoi.
( Tanto fumo, ma poco arrosto. Si muove, ci prova, ha voglia di fare ma le buone intenzioni non sono supportate da giocate concrete. Ha talento però, ed è giusto che sia buttato nella mischia)
All. GUIDOLIN 7 Chapeau: ancora una volta in Coppa Italia la sua Udinese convince tutti. Dimostra perchè è un grande allenatore: sarà anche un’annata sorta, ma nelle partite che contano non ha ancora sbagliato. Presenta un’Udinese che vuole fare la partita, dà fiducia ai suoi giovani e batte la Fiorentina· meglio di così c’è solo una finale. Appuntamento tra una settimana: sarebbe un premio alla carriera.
Si allunga su un destro velenoso di Pinzi nel primo tempo, poi è inoperoso. Immobile sul tiro di Muriel, ma era onestamente imparabile.
Era all’esordio: se l’è cavata in un ruolo che ha nelle corde ma non è il suo. Bene nel primo tempo anche se poco sollecitato, nella ripresa un po’ cala ma ha dimostrato di essersi calato nella nuova realtà.
Solito leader difensivo che mette sempre tutto quello che ha. Tre chiusure su Muriel lanciato in velocità sono preziosissime per tenere in corsa la Fiorentina.
Grossi errori non ne combina, anche se è in ritardo nel chiudere su Di Natale e consente a Muriel di calciare in porta e fare il 2-1.
Negativo. Widmer lo asfalta, lo costringe a stare basso e soprattutto gli impedisce anche di prendergli la targa. Quando nel secondo tempo può spingere di più pasticcia e non è efficace.
Illumina la platea con qualche incursione palla al piede, pur non riuscendo a concretizzare. Ci prova con la fotocopia dell’azione che decise gli ottavi dello scorso anno: stavolta viene murato. ()
Spesso e volentieri lascia il compito della regia a Borja Valero. Tocca tantissimi palloni ma non dà mai l’impressione di avere in mano la squadra e darle davvero ritmo.
Lui invece si muove tanto, gioca molti possessi e spesso si prende la responsabilità di saltare l’uomo e inquadrare la porta. Sta crescendo in personalità e disciplina, e Montella prende appunti.
Peccato non abbia più i novanta minuti: nel primo tempo regala un paio di spunti che ci riportano ai tempi del Betis, quando dribblava avversari come birilli. E’ lui che mette più in difficoltà la retroguardia friulana.
( Dovrebbe dare la scossa, invece annega nel nubifragio e nei fischi dei suoi ex tifosi. Vede pochi palloni e li spreca tutti)
Si sbatte tanto, lasciato da solo in area di rigore prova prima a liberare i compagni con un colpo di tacco, poi si mette in proprio e impegna Scuffet. Tanto impegno come al solito, anche se il gol non arriva.
Guadagna la sufficienza per il gol, ma nel primo tempo è sempre spalle alla porta e gioca solo passaggi all’indietro, mentre nella ripresa è poco preciso con i cross e spreca una buona occasione per pareggiare. Poco incisivo. ()
All. MONTELLA 6 Può rimproverare poco alla sua squadra, se non l’atteggiamento poco furioso a metà del secondo tempo. Di fatto è ancora in piena corsa per la finale, e ha potuto testare l’esordio di Savic e i progressi di certi giocatori. Certamente gli era andata peggio a Cagliari sabato scorso.
(Claudio Franceschini)