Parma-Genoa finisce 1-1: al gol di Cofie risponde Schelotto nove minuti dopo, si risolve tutto nel primo tempo. I ducali allungano la loro striscia di imbattibilità a 17 giornate ma perdono un’occasione per arrivare momentaneamente al quarto posto, buon punto per il Grifone che mette un altro mattone sul muro della sua brillante salvezza. Parma-Genoa, voto partita 6: l’avvio è scoppiettante, ma ben presto il ritmo cala, le squadre si equivalgono, e il fulcro del gioco si sposta a centrocampo. Le occasioni e le emozioni, così latitano, e la ripresa ne è la conferma. Nel finale il Parma cerca un assalto, ma anche stavolta produce poco.
Voto Parma, 5.5: era una partita da vincere, ma viene sorpreso dall’ordine tattico dei genoani, e non riesce ad avere la meglio sull’ottima organizzazione di Gasperini. Partito bene, si spegne ben presto, e vive di fiammate: la prima, provocata dal vantaggio avversario, porta al pareggio; la seconda, nel finale, porta ad un miracolo di Perin. Troppo poco, il pareggio di oggi sa di occasione sprecata. un punto conquistato in uno dei campi più ostici della serie A. Ottima disposizione in campo, forse poco pungente davanti, ma solido e ordinato dietro. Dopo il vantaggio, gestisco con intelligenza il match, subendo il pareggio solo in mischia. Regge bene fino alla fine, senza rischiare granchè. ottima rpestazione, gestisce perfettamente una gara intensa, ma non aggressiva. Anche grazie a lui, bravo nella gestione dei cartellini, ed attento nelle poche situazione cruciali, come in occasione dell’ammonizione di Konatè.
Un Parma europeo, un Cassano mondiale. I gialloblu sono in un momento d’oro, in piena corsa per l’Europa League, guidati da un Cassano in forma strepitosa, che sembra aver definitivamente convinto Prandelli (peraltro presente al Tardini) a portarlo in Brasile. Al Tardini arriva il Genoa di Gasperini, sazio al punto da non dover lottare fino alla morte per la vittoria, forte di una salvezza ormai in cassaforte. Donadoni può temporaneamente scavalcare Inter e Fiorentina, ma conscio dell’impegno infrasettimanale attua un leggerissimo turn over: in attacco, a fianco di Cassano e Amauri, c’è Schelotto e non Biabiany; dietro di loro, in centrocampo, Parolo, Munari e Acquah, mentre davanti a Mirante si schierano Gobbi, Paletta, Lucarelli e Cassani. Ben più massiccia l’alternanza del grifone: Perin in porta, Burdisso, De Maio e Marchese dietro, Motta, Cofie, Matuzalem e Antonelli in mezzo, e Konatè, Calaiò e De Ceglie in avanti, con Gilardino in panchina. L’occasione per i ducali è ghiotta, e infatti gli uomini di Donadoni partono subito a mille all’ora: al terzo minuto una grande triangolazione Gobbi-Amauri mette il terzino davanti a Perin, ma il sinistro è alto; due minuti dopo, dall’altra parte, è Schelotto a metterla tesa in mezzo, ma la deviazione di Amauri è troppo timida. Dopo i primi minuti, però, i ritmi rallentano, il Parma si ritira e il Genoa si schiera bene in campo. Tanti errori e confusione, finchè al 21′ i grifoni passano a sorpresa, dal nulla, in vantaggio, grazie al destro ravvicinato di Cofie sul bll’assist di Konatè. Il Parma si sveglia, come un pugile dopo un destro sullo zigomo, e in 20 secondi confeziona una grande azione: Cassani sfonda a destra, pennella un cross per Amauri, che in rovesciata sfiora il palo lungo per una questione di centimetri. È una fiammata però, perchè i padroni di casa non riescono a prendere in mano la gara, e faticano soprattutto sugli esterni, con Schelotto e Parolo fuori dal gioco. Ma, ironia della sorte, dopo dieci minuti arriva quasi casualmente il pareggio, proprio con Schelotto: punizione dalla trequarti scodellata in mezzo, mischia furibonda risolta dall’ex interista con una bordata di sinistro sotto il sette. Il Parma, galvanizzato, alza il ritmo, e prova a mettere il Genoa alle corde che, tuttavia, disposto bene in campo, riesce a minimizzare l’euforia dei ducali, rischiando solo al 38′ in occasione di un gran destro da trenta metri di Parolo, fuori di un soffio. Così, l’assedio finale del Parma è solo nelle intenzioni dei giocatori di Donadoni: gli ospiti non rischiano nulla, e vanno all’intervallo in pareggio. sprazzi di gran gioco, soprattutto in avvio. Oggi però è stranamente impreciso, spesso confusionario e pasticcione. Deve ritrovarsi appieno per fare un sol boccone del grifone. Migliore Parma, Acquah, 6.5: recupera un gran numero di palloni, si pone come diga invalicabile in mezzo al campo, e gestisce anche con discreti risultati la palla, impostando buone azioni. Peggiore Parma, Parolo, 5.5: a parte il gran destro nel finale, gioca un tempo di anonimato, non trovando la sua giusta dimensione a centrocampo e uscendo spesso dal gioco. Genoa, 6.5: partendo da sfavorito, disputa un ottimo primo tempo, giocato in difensiva, con ottima capacità di ripartenza. Il vantaggio iniziale è meritato, subisce il pareggio per una disattenzione di reparto. Migliore Genoa, Konatè, 6.5: è su ogni pallone, tiene su la squadra e inventa un assist pazzesco. Peggiore Genoa, De Ceglie, 5: invisibile, spreca ogni pallone che gli viene consegnato, peraltro pochissimi visto che non si fa mai vedere.
Mirante, 6: nessun grande intervento, fa il suo.
Cassani, 5.5: timido, Donadoni lo esorta ad osare di più, ma sembra non sentire. Mancano le sue folate sulle fasce.
Paletta, 6.5: forza fisica ed eleganza: grande prestazione, ogni intervento è accompagnato da un’ovazione.
Lucarelli, 6.5: ennesima partita di spessore: grande esperienza, diversi interventi complicati eseguiti con facilità imbarazzante.
Gobbi, 6: parte alla grande, ma si divora un gol quasi fatto. Comunque è meglio sulla sua fascia, grazie alla sua costante pressione offensiva.
Acquah, 6.5: migliore in campo, lotta su ogni pallone, recuperandone diversi. In più, li gestisce con qualità.
Munari, 6.5: ottima prestazione, di sostanza e di qualità. Ruba palla, contiene costantemente le azioni avversarie, in qualsiasi zona di campo.
Obi, 5.5: entra nel finale, sbagliando un paio di palle importanti al limite dell’area.
Parolo, 5.5: prestazione sottotono, meglio comunque nella ripresa. A parte qualche spunto, però, la sua partita è in chiaroscuro.
Schelotto, 6: salvato dal gol: per il resto, una prestazione abbastanza scadente: eccetto qualche buono spunto, è spesso fuori dal gioco, e soprattutto nella prima mezzora sbaglia un sacco di palloni. Biabiany, s.v.
Amauri, 6.5: lotta e sbuffa come un leone, assiste la squadra con sponde pregevoli. Sta bene e si vede, ma viene fermato ad un passo dal gol di un miracolo di Perin.
Cassano, 6: meno brillante che a san Siro, comunque buona prestazione con le solite giocate geniali. Palladino, s.v.
All.: Donadoni, 5.5: la sfida tattica con Gasperini, è persa. Male sugli esterni, la scelta di Schelotto non paga: questa era una partita da vincere, ma l’occasione viene sprecata.
Nel finale salva il risultato con due miracoli su Amauri e Parolo.
Burdisso, 6: solido e roccioso, a tratti troppo: ma è il suo lavoro, e lui lo svolge bene.
De Maio, 6: tiene Amauri con le buone e le cattive: a fatica, ma riesce in qualche modo a limitarlo.
Marchese, 6: anche lui ordinato in fase difensiva, non sbaglia nulla.
M. Motta, 6: poca spinta, prestazione balbettante nel primo tempo; meglio nella ripresa, anche se continua a badare più alla fase difensiva.
Cofie, 6: gol pesante, bello per l’efficace smarcamento. Per il resto, non spicca ma aiuta i suoi a far legna in mezzo.
Matuzalem, s.v.: qualche buon tocco, ma abbandona dopo una manciata di minuti.
Bertolacci, 6.5: ottimo impatto sulla gara: spostato più indietro rispetto al solito, mette ordine in regia, non disdegnando recuperi da mediano.
Antonelli, 6: come al solito, quando spinge fa male. Tuttavia, non lo fa con l’ardore e la costanza che lo caratterizzano.
Konate, 6: fa il suo, bene soprattutto nel primo tempo, quando recupera palloni e li smista con intelligenza. Grande assist. Poi si spegne.
Feftatzidis, 5.5: impatto quasi nullo nella gara, si distingue per due palloni tenuti in attacco nel finale, facendo rifiatare la squadra.
Calaiò, 6: abbandonato in mezzo ai giganti della difesa parmense, lui comunque si da da fare e corre tantissimo.
De Ceglie, 5.5: timido, a tratti invisibile e impreciso. Qualcosina di buono in fase difensiva, soprattutto nella ripresa. Ma l’impressione è che così avanti si senta a disagio. Gilardino, s.v.
All.: Gasperini, 6.5: punto importante conquistato in un campo difficilissimo. Bravissimo a disporre i suoi, soprattutto sulle fasce, dove rinunciando a spingere, si copre bene.
(Giovanni Gazzoli)