Finisce 0-0 tra Bologna e Sassuolo. Un punto per uno che non accontenta nessuno; al di là dei giochi di parola, il derby emiliano regala pochissime emozioni e lascia inalterate le cose in classifica. Restano ultimi i neroverdi che quantomeno tornano a fare punti dopo sette sconfitte consecutive, mentre il Bologna sulla carta guadagna un punto sulla terzultima posizione ma non si può dire soddisfatto per un pareggio casalingo contro il fanalino di coda del campionato. E così, tutto rimandato a giornate migliori, se ci saranno. Poco, anzi pochissimo. Il Bologna è la squadra che va più vicina al gol, che ci prova; tuttavia i ragazzi di Ballardini non sembrano spingere sul serio, come ad accontentarsi di non prenderle. Il Sassuolo poi è troppo spaventato dalla prospettiva di perdere ancora: ne esce una sfida nella quale si pensa solo a non uscire con le ossa rotte. Entrambe ce la fanno, ma così non ci si salva. Le aggravanti sono soprattutto per la squadra di Davide Ballardini, che giocava in casa contro una squadra in netta difficoltà. Non essere riusciti a impensierirla e a prendersi la vittoria è un dato amaro per i felsinei, che potevano sfruttare questo turno per fare un passo forse decisivo verso la salvezza e invece si ritrovano costretti a dover prendersi tre punti altrove. Cosa che potrebbe non accadere. Torna Di Francesco in panchina e la squadra con un moto d’orgoglio – e per un avversario non strepitoso – non prende gol e torna a fare punti. Vedendo il bicchiere mezzo pieno bisogna assolutamente ripartire da qui per costruire una salvezza che rimane missione disperata. L’imperativo è sfruttare al massimo i turni casalinghi, poi si vedrà quanta strada si sarà fatta. Certo, davanti bisognerà tornare a osare di più. Cerca di intervenire il meno possibile e ce la fa: ammonisce due giocatori del Sassuolo giusto perchè non poteva farne a meno, poi Paponi nel finale. Dopo aver fischiato in Milan-Juventus si ritrova in piena corsa per la salvezza; altri palcoscenici, ugualmente bravo e in crescita.
Poco impegnato e sempre da fuori, Sansone lo grazia sparando sulla traversa.
Partita di assoluta tranquillità, gioca praticamente sugli allori.
Non che ci volesse molto con il Floccari di oggi, ma blocca l’ex Lazio senza mai fargli vedere il pallone.
Dalla sua parte agisce Sansone, il più brillante degli avversari; fatica un po’, ma la colpa principale non è sua.
A due facce: quella difensiva va bene, quella offensiva totalmente da rivedere perchè è come se non ci fosse.
Dipende soprattutto da lui se il Bologna davanti è poca cosa: non fa girare la squadra e si limita a tocchetti ravvicinati che non danno aria alla manovra.
Non è lui a dover impostare, infatti si limita a tirare randellate (metaforiche e non) a destra e a sinistra, riuscendo nell’intento.
Si accende nel secondo tempo ed è troppo tardi; nel primo dormicchia sulla linea dei centrocampisti senza combinare pressochè nulla. ()
Sansone lo mette alle strette e lui tentenna molto: doveva spingere, invece finisce lui schiacciato sulla linea dei difensori.
Quanto di buono aveva fatto in precedenza sembra svanire oggi: lanciato titolare cammina per il campo come uno zombie, giustamente sostituito e anche troppo tardi. ()
Certo tutta la colpa non è sua: viene abbandonato in avanti, da solo non può certo reggere tutto il reparto d’attacco. Va detto che si sbatte pure poco.
( Getta alle ortiche una delle pochissime occasioni che il Bologna ha, non trovando bene l’impatto con il pallone su un colpo di testa)
Conferma il trend: grande con le grandi, impacciato con le piccole. Rischia un frittatone nel finale con uscita sbagliata e tiro non trattenuto: non paga dazio.
Recupera un’infinità di palloni, certo non è nel suo ruolo naturale e non può spingere ma dietro è una garanzia.
Finalmente anche lui gioca una partita di sostanza, che ancora gli mancava in questa esperienza neroverde.
Con Di Francesco ritrova campo e serenità: non demerita affatto e si dimostra centrale che potrà essere utile. ( Entra per cambiare ritmo alla squadra, ma non avanza il baricentro di un centimetro)
Non è un regista e si vede: tanti errori di precisione e fretta, se invece si mette a recuperare palla è decisamente un altro giocatore.
Lo vediamo in versione promozione: signore della mediana, fa le due fasi con grande proprietà e leadership. Il suo infortunio ha pesato.
Anche lui è rigenerato dal ritorno di Di Francesco: scatti e allunghi senza posa, sembra quello dello scorso anno. ()
Fa il vice Berardi e gli riesce tutto bene: manda in crisi Mantovani, centra la traversa e nella ripresa difetta in precisione. Sta crescendo e sarà utile in questo finale.
Completamente cancellato dal campo da Natali, non vede un solo pallone giocabile.
Lui invece si sbatte molto, in particolar modo nel primo tempo, pur se non riesce mai a fare la giocata determinante. Cala vistosamente nel secondo tempo. ()
Curci; Antonsson, Natali, Cherubin; J. Crespo, Krhin, Perez, Christodoulopoulos (M. Cech 90′), Mantovani; Ibson (Paponi 77′); Bianchi (63′ Acquafresca). All. Ballardini
Pegolo; Mendes, Cannavaro, Antei (Longhi 68′), Ariaudo; Chibsah, Magnanelli, Missiroli (Biondini 68′); G. Sansone, Floccari, Floro Flores (Farias 70′). All. Di Francesco
Arbitro: Guida
Ammoniti: Antei (S), Mendes (S), Paponi (B)