C’è una Decima in Italia, alla faccia del Real Madrid e del calcio in crisi: è la salvezza del Cagliari che battendo il Parma ha rinnovato la sua iscrizione al massimo campionato nazionale. Per la decima volta consecutiva: mica poco, una squadra che fa il suo dovere da dieci stagioni a questa parte. Chi scrive non è un esperto di casa Cagliari, ma non può fare a meno di seguire con una certa simpatia le vicende di una squadra con tanti “senza”, eppure sempre in vita. Senza tetto anzitutto: dallo spettro Is Arenas alla carcassa (con tutto il rispetto) Sant’Elia passando per il rifugio Nereo Rocco il Cagliari ha vissuto da nomade, e soprattutto senza la vicinanza di tutti suoi tifosi. Senza un allenatore e quindi un progetto definito: l’ultimo mister a guidare per due stagioni di fila è stato Giampiero Ventura dal 1997 al 1999, poi l’andata e ritorno dalla serie B e dei vari tecnici, da un Uruguay (Oscar Tabarez 1999-2000) all’altro (il Diego Lopez dei giorni nostri). Senza mercato: chi ha acquistato il Cagliari in estate? Marios Oikonomou, difensore greco che ha giocato solo una volta e pure male (nell’1-3 contro la Roma) e Agim Ibraimi, macedone dal nome invitante ancora non meglio identificato (trequartista? esterno? seconda punta?). Senza un leader tecnico definito: chi è il top player del Cagliari? Conti e Cossu sono bandiere, ad Astori mancano ancora dei gradini, Nainggolan è andato a Roma, Ibarbo ha numeri in canna ma segna come un buon difensore. Mai come nel caso del Cagliari si può parlare di traguardo di squadra, perlomeno nella parte bassa della classifica dove da Paloschi a Bergessio tutte hanno almeno un bomber di riferimento (fa eccezione il Bologna che però ha ceduto il factotum Diamanti). Senza statistiche, ovvero senza exploit numerici straordinari se si pensa che il top scorer Pinilla ha segnato 7 gol, di cui 4 su rigore; o che di 9 vittorie in campionato solo le ultime due sono state consecutive, contro Genoa in trasferta e Parma in casa. Insomma una squadra senza picchi di rendimento o periodi particolarmente positivi, che però ha raggranellato 39 punti rubandone anche a Roma (0-0), Napoli (1-1), Fiorentina (1-1 e 1-0) e Inter (1-1 all’andata e al ritorno). Ed eccoci al punctum dolens: senza…
…presidente? Non esattamente perché Massimo Cellino ci ha messo anche troppo del suo dal 1991 ad oggi, nel bene e nel male. I tifosi però sono distanti da lui, perlomeno quelli che possono andare allo stadio ed anche questo non favorisce la tranquillità dei giocatori. Senza futuro: cosa ne sarà del Cagliari? Ci sarà un nuovo presidente? Sarà straniero? Avrà ambizioni e soldi o manterrà l’asticella salvezza? Si farà un nuovo stadio? Domande cui resta difficile rispondere con chiarezza. Ricapitolando: senza stadio, tifosi, progetto, acquisti e prospettive definite il Cagliari si è salvato con tre giornate di anticipo, per la decima volta consecutiva per di più. La squadra non esalta ma continua ed esprimere la forza profonda di una terra che non molla, nemmeno dopo l’uragano Cleopatra. Nelle loro contraddizioni Conti e compagni ci ricordano che con una Cinquecento ogni chilometro può essere una conquista: ditemi voi se questi traguardi non vanno festeggiati come una coppa. Come la Decima.
(Carlo Necchi)