C’è una svolta nella Federazione Italiana, arrivata dalla riunione del consiglio che era in corso in queste ore (come era stato anticipato nei giorni scorsi): conosciamo la data dell’elezione del nuovo Presidente Federale, una carica rimasta vacante a seguito delle dimissioni di Giancarlo Abete appena dopo Italia-Uruguay dello scorso 24 giugno. Avverrà il prossimo 11 agosto, stando a quanto riferisce Sky Sport: si dice anche che sarà suo compito nominare il Commissario Tecnico che prenderà il posto di Cesare Prandelli, dimissionario a seguito dell’eliminazione dell’Italia al primo turno dei Mondlali 2014. Dunque, a meno di notizie in contrasto e con una nomina comunque anticipata, dovremo aspettare poco meno di un mese e mezzo per sapere chi sarà la figura che guiderà la Nazionale nel lungo e tortuoso cammino di qualificazione all’Europeo 2016 e, chissà, magari anche più in là con vista sulla Coppa del Mondo 2018. La notizia ci dice anche che con tutta probabilità i tentativi di convincere Prandelli a ripensare alla sua decisione sono stati vani; era stato Demetrio Albertini, vice presidente federale e nostro capo delegazione in Brasile, a far sapere che questo sarebbe stato il giorno utile per il tentativo di marcia indietro.
Chi sarà il nuovo allenatore dell’Italia? C’è chi pensa che l’idea migliore sarebbe confermare Cesare Prandelli, anche se il c.t. si è dimesso dopo l’eliminazione al primo turno della Coppa del Mondo Brasile 2014. L’autorevole parere arriva niente meno che da José Mourinho: “Io penso che per l’Italia sia meglio ripartire da Prandelli. Lui ha preso le redini della nazionale in un momento difficile per il calcio italiano. In quattro anni ha fatto un bel lavoro, ha ricostruito una squadra dopo il Mondiale negativo in Sudafrica e ha conseguito un grande risultato all’Europeo 2012”. Il tecnico portoghese commenta il torneo brasiliano su Yahoo, e sottolinea i meriti avuti da Prandelli con la Nazionale in rapporto ai risultati invece scarsi ottenuti dalle squadre di club italiane in questo quadriennio: “Non dimentichiamoci che l’Italia non vince nessun trofeo internazionale, tra club e nazionale dal 2010 (naturalmente fu la sua Inter nell’anno del Triplete, ndR) ed è un tempo lunghissimo per una nazione tradizionalmente forte come quella italiana. Prandelli ha intrapreso un lavoro che mi sembrava perfetto, con la giusta combinazione tra giovani ed elementi di esperienza. Quello che è successo nelle due partite dopo quella vinta con l’Inghilterra mi ha stupito come quando si è parlato di divisioni nello spogliatoio tra i giocatori. Solo chi è dentro a queste cose può spiegare”. Mourinho dunque ritiene che l’esito negativo di due partite non dovrebbe compromettere quanto di buono fatto per quattro lunghi anni. Di certo una cosa è fondamentale per l’allenatore del Chelsea: “È importante che i giovani capiscano al meglio la mentalità dei professionisti quella mentalità che ha fatto l’Italia campione nel 1982 e 2006”.