Per un bambino di otto anni concludere una gara di triathlon è già di per se una vicenda davvero insolita, ma Noah e Lucas hanno fatto qualcosa di straordinario, che ha fatto in pochi giorni il giro del mondo. La loro partecipazione a una gara di triathlon per bambini non ha solo commosso migliaia di persone in tutto il mondo, così avaro di buone notizie piene di umanità e amore, ma ha anche mosso milioni donati all’associazione creata dalla madre dei bimbi, Alissa Aldrich, la Lucas House. Lucas Aldrich è infatti un bimbo di sei anni nato con una particolare forma di Lissencefalia: una rarissima malattia genetica che ha portato a uno sviluppo anomalo della corteccia celebrale durante la gravidanza. I bimbi nati in questa condizione hanno un ampio e diversificato spettro di disabilità: Lucas non può parlare, muoversi o alimentarsi autonomamente. Ma quando si fa notare i problemi del fratellino, Noah risponde sempre con disarmante semplicità: A me piace tutto di lui. Lui è perfetto!. La storia della famiglia Aldrich ha oltrepassato i confini dell’Idaho quando qualche giorno fa i due fratellini hanno partecipato a un triathlon locale, organizzato dalla YMCA Kids Programm: E’ stata un’idea di Noah ha dichiarato Alissa ai giornalisti mi ha chiesto di farlo con suo fratello. Le difficoltà pratiche non hanno certo spaventato la famiglia né il ragazzino di appena 8 anni, che ha cominciato subito ad allenarsi duramente per la competizione. Noah, che fino a pochi mesi prima nuotava a fatica, ha affrontato 200 metri a nuoto, trainando il fratellino su un canotto, per poi percorrere 3 miglia in bicicletta con attaccato un carrello apposito, con il quale da tempo Lucas va i giro per il quartiere con il fratello. Ultima tappa la corsa: Noah ha spinto la sedia a rotelle di Lucas per un miglio prima di tagliare il traguardo nell’esultanza generale. L’impresa dei due fratellini ha emozionato centinaia, migliaia di persone facendo diventare virale la loro storia sui sociale network fino a finire sui notiziari nazionali e sui quotidiani di tutto il mondo. L’attenzione e l’ammirazione per i due bambini e la loro famiglia si è concretizzata non solo nelle migliaia di messaggio pieni di commozione che hanno ricevuto anche su Facebook (Lucas House) e sul loro blog e sito (www.lucashouse.org) ma in donazioni per finanziare il grande progetto di Alissa: la costruzione di un hospice in gradi di accogliere e aiutare bambini affetti da patologie terminali simili a quelle del figlioletto con programmi di pet therapy, music therapy, aquatic therapy, a supporto e miglioramento non solo della vita dei pizzoli pazienti ma soprattutto dei loro genitori. Ispirati dall’esempio inglese della Helen & Douglas House (un hospice per bambini creato da suor Frances Dominica, basato sull’esperienza personale raccontata in u libro da Jacqueline Worswick, madre di Helen), i coniugi Aldrich hanno aperto un blog e poi un sito per raccontare la loro esperienza. Il motto dell’associazione fondata dai genitori è a Life without limits e non potevano certamente scegliere nulla di meglio, così spiega la mamma: lui fa tutto con noi, e noi cerchiamo di fargli fare esperienza di tutto il possibile. Le disabilità di Lucas infatti, non gli hanno impedito, grazie allo sforzo e l’amore della sua famiglia, di sciare, visitare l’America, andare a Disneyland (grazie al programma Make a Wish) e per ultimo, di fare triathlon. Ad aiutarli non solo amici e parenti ma anche tutti coloro che sono venuti a conoscenza della loro situazione: un gruppo di studenti della Boise State University per esempio li ha aiutati a progettati e costruire una piattaforma per aiutare Lucas a salire nell’auto di famiglia. Piccoli aiuti ma che acquisiscono un enorme significato. I coniugi Aldrich hanno sempre trattato Lucas con un membro a pieno titolo della famiglia, condividendo con lui tutto, riservando ad entrambi figli il medesimo amore e rispetto: lo straordinario attaccamento di Noah per Lucas non è mai stato forzato, è naturale, non artificioso o costruito per fare spettacolo e raccogliere solo le attenzioni mediatiche come spesso si sente raccontare. L’affetto nella loro famiglia non si confonde con il pietismo o la compassione superficiale: ed è proprio questa purezza di cuore che ha commosso tutti. In un intervista esclusiva rilasciata alle colonna del Telegraph, Alissa ha confessato: è vero, non può camminare, non può parlare e non può muoversi, ma è il bambino più felice che si possa immaginare. I due fratellini poi non si separano mai, e l’attenzione che Noah ha per Lucas è incredibile, ecco cosa racconta la madre: Noah non prova gelosia per il fratello, o se dedichiamo maggiori attenzioni a Lucas piuttosto che a lui. Ma si arrabbia moltissimo quando qualcuno entra dalla porta e non lo saluta. Mentre il clamore mediatico si concentra sopra la loro casa, i due fratellini hanno già cominciato ad allenarsi per la prossima gara. La loro storia è fonte di ispirazione per tutti: è incredibile vedere come la storia di due bambini abbia fatto il giro del mondo e l’impatto che ha sulle nostre vite e su quelle di tante altre famiglie che vivono la nostra stessa esperienza!, ha commentato Alissa.
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