Questi i voti della partita Inter-Torino, sfida valida per la 20^giornata di Serie A. Moretti migliore in campo; bene tra i granata Maxi Lopez e Maksimovic, potevano fare di più Benassi e Martinez. Tra i nerazzurri si salvano soltanto Podolski e Guarin.
Giusti i cartellini gialli estratti. Ok sorvolare sul contatto Obi-Benassi in area interista a inizio ripresa.
Nella 20^giornata di Serie A l’Inter ospita a San Siro il Torino di Ventura. Mancini opta per l’ormai consolidato 4-2-3-1 con Handanovic tra i pali quindi difesa a quattro con D’Ambrosio, Vidic, Andreolli e Obi, schierato nella posizione di terzino sinistro. Guarin e Kuzmanovic formano la cerniera di centrocampo mentre Palacio, Kovacic e Podolski sono i tre a sostegno dell’unica punta Icardi. I granata rispondono schierandosi con il 3-5-2: Padelli in porta, Maksimovic, Glik e Moretti a comporre il reparto arretrato. Darmian e Molinaro sono gli esterni mentre in mezzo troviamo Benassi, Gazzi e Farnerud. In attacco via libera al tandem Martinez-Quagliarella. Panchina per Hernanes e Shaqiri da una parte e per Maxi Lopez ed El Kaddouri dall’altra. L’inizio vede i padroni di casa collezionare un discreto possesso palla; il piano del Toro è ovviamente teso a limitare le iniziative dell’Inter e provare, quando possibile, a ripartire in contropiede. Al 4′ Quagliarella (6) esegue alla lettera questo diktat: lancio in verticale dell’ex Juve per lo scatto di Martinez (5,5) . Provvidenziale l’uscita di Handanovic (6) ad allontanare la minaccia in fallo laterale. Con il passare dei minuti l’Inter cresce e inevitabilmente costruisce anche diverse potenziali palle gol. Benassi (5,5) effettua uno sciagurato passaggio in orizzontale (11′), capisce tutto Guarin (6,5) che cerca il siluro dalla distanza: tiro alto di non molto. Poco dopo Palacio (5,5) apparecchia per Podolski (6): il tedesco cerca la porta con una conclusione neutralizzata da un attento Padelli (6). Il Torino si difende con ordine e non concede spazi agli avversari: ecco che la superiorità nerazzurra resta fine a sé stessa. La tattica difensiva dei granata funziona ma ha un prezzo. Gli uomini di Ventura rinunciano a impostare la loro manovra e si affidano soltanto alle ripartenze. Prima del 45′ l’Inter sfiora il vantaggio con Icardi (5,5): bel traversone dalla destra di D’Ambrosio (5,5) per la girata dell’argentino, bravo ad anticipare Glik (6) ma non altrettanto nell’inquadrare il bersaglio grosso. Da segnalare infine l’infortunio patito da Andreolli (6): il difensore al 43′ è dovuto uscire per lasciare spazio a Ranocchia (sv). Una tegola in più per l’Inter. L’inizio sembra promettere bene ma presto la gara si imbatte in una situazione di stallo. L’Inter mette all’angolo gli avversari ma il Torino non si fa sorprendere. I nerazzurri hanno in mano il pallino del match ma non riescono a scardinare l’attenta difesa del Torino. Risultato: la squadra di Mancini si perde nel momento dell’ultimo passaggio. Uno dei più reattivi. Sfiora il gol con un tiro terminato alto di poco. In mezzo al campo è molto dinamico: tocca un grande numero di palloni. Il terzino non è ruolo che gli si addice. Il ragazzo cerca di coprire tutta la fascia ma non riesce a effettuare entrambe le fasi in modo soddisfacente. Nulla da dire sulla tenuta difensiva. I granata potrebbero osare di più in contropiede ma fin qui non ci sono state le giuste occasioni. Grande gara del difensore granata. Il ragazzo contiene bene Podolski ed è bravo ad annullare i tagli di Icardi. I suoi scatti dovrebbero fare a fette la difesa nerazzurra ma non attiva mai il turbo. Apatico. Gara che fila lisca come l’olio. Un solo episodio (non grave) da segnalare: Palacio rischia il giallo al 43′ per un intervento piuttosto deciso su Maksimovic. (Federico Giuliani)
Inter
Mai chiamato in causa, freddato nel finale da l colpo di testa del libero Moretti.
Lui a differenza di Obi è un terzino eppure non affonda quasi mai. Quando lo fa offre un bell’assist a Icardi. Come Andreolli, deve uscire avanti tempo (dal 55’SHAQIRI 5,5 – Il salvatore della patria non riesce a dare una scossa a una partita incanalata sui binari del pareggio).
Ancora una volta titolare nel cuore della difesa dell’Inter. Nella prima parte di gara sbriga il suo compito alla meglio agevolato anche dall’attendismo del Torino. Con l’ingresso di Maxi Lopez commette troppi falli senza riuscire ad anticipare il proprio marcatore.
Costretto a lasciare il campo per problemi fisici. Non stava giocando male. Sfortunato (dal 44’RANOCCHIA 5 – Nel finale perde la concentrazione e incastra errori a ripetizione. Immobile in occasione del gol del Torino).
Mancini lo schiera terzino sinistro vista l’emergenza in difesa. Il ragazzo si adatta ma chiaramente non ha la gamba per coprire l’intera fascia. La coperta è troppo corta: o gli si chiede di attaccare o di contenere.
Uno dei più reattivi. Nel primo tempo gioca un’infinità di palloni e sfiora il gol con un bolide terminato sul fondo di poco. In questa posizione e con un modulo simile, il colombiano sembra trovarsi a suo agio.
Solito oggetto misterioso. Non riesce a dare ritmo alla manovra nerazzurra. Si limita a passaggi orizzontali e prevedibili. Premiato soltanto per la sua duttilità.
Oscilla da una parte all’altra del campo senza incidere come vorrebbe. Fermato senza troppi affanni dall’attenta difesa del Torino.
Si accende a intermittenza. A lunghe pause di anonimato alterna lampi di genio. Offre qualche assist per i tagli dei compagni ma non basta per arrivare alla sufficienza.
A un primo tempo razionale e ordinato si contrappone una ripresa in calo. Impegna per Padelli per due volte con tiri deviati in corner. Non è al top della forma e in queste condizioni non gli si può chiedere di più (dal 65’DONKOR 5,5 – Il carattere non gli manca ma l’esperienza sì).
In ombra per tutta la partita. L’unico guizzo, al 43′ quando per poco non centra il bersaglio con un colpo di testa in anticipo su Glik. Prestazione scialba.
Passo indietro dopo la vittoria in Coppa Italia. Gara gettata al vento nei minuti finali. La Champions si allontana…
Torino
Attento sulle due conclusioni di Podolski. Bravo a farsi trovare pronto nelle situazioni di ordinaria amministrazione.
Prestazione maiuscola per il difensore granata. Nel primo tempo è impeccabile: Obi non passa mai, Palacio e Icardi sono annullati (dall’80 BOVO 6 – Gioca gli ultimi minuti senza mai scomporsi).
Il capitano e il cuore del Toro. Mette al servizio della squadra tutta la sua esperienza. Una sicurezza.
Spende qualche fallo di troppo ma resta uno dei tre pilastri della retroguardia del Torino. Cosa fondamentale: regala i tre punti al Torino con un colpo di testa da attaccante di razza.
Grande gamba per l’esterno granata. Cresce con il passare dei minuti fino a terminare la gara stremato. Pecca di timidezza in avvio.
Effettua una partita onesta di fronte alla squadra che lo ha lanciato nel calcio che conta. Ci prova un paio di volte senza mai impensierire Handanovic.
Il lavoro sporco è tutto suo. Fatica per due e morde le caviglie a ogni avversario che gli capiti a tiro. Ammonito nel finale
Fallisce l’occasione più grande del Torino non inquadrando la porta da posizione favorevole. In definitiva però offre una prestazione di spessore (dal 66’EL KADDOURI 6,5 – Ventura lo inserisce per tentare l’impresa. Il centrocampista regala qualità al centrocampo ‘operaio’ del Torino. Dai suoi piedi nasce il corner che porta al gol di Moretti).
Esattamente come Darmian soltanto che l’ex Juventus si rivela più continuo nell’arco dei 90′ di gioco. Impegna Handanovic con un sinistro velenoso.
Migliora nella ripresa. La sua velocità mette in difficoltà i difensori nerazzurri (dal 57’MAXI LOPEZ 7 – Il cambio della svolta. Con il suo ingresso in campo il Toro si fa più aggressivo. Bravo a prolungare il cross di El Kaddouri per la zuccata vincente di Moretti).
Un leader silenzioso. Si carica sulle spalle il Torino e fa salire la squadra pur non essendo una prima punta di ruolo. Dà il meglio in tandem con Maxi Lopez.
Il Torino batte l’Inter dopo 21 sfide senza successi. La firma sui tre punti è sua: decisivo l’ingresso di Maxi Lopez. Gara preparata in modo splendido.
(Federico Giuliani)