Centoventi minuti di colpi di scena, di (pochi) lampi e tanta tattica e l’Australia è campione d’Asia per la prima volta nella storia, dopo 4 coppa d’Oceania ed il cambio di federazione del 2006. Vendicata, ai danni della Corea del Sud, la finale persa ai supplementari 4 anni fa contro il Giappone, con un trionfo arrivato proprio nei 30 minuti di additional time: decisivo James Troisi, meteora bianconera (Juve), che regala ai tifosi di Sydney una gioia storica.
Nel complesso partorisce un match non sufficiente per imporsi nella serata più importante: incassa 2 gol dopo essere riuscita a non subirne neppure uno per tutto il torneo. E perde il primo match dopo aver raddrizzato la finalissima con un gol spezza-gambe per gli avversari al minuto 91; dopo 5 vittorie tra girone e fase ad eliminazione diretta. La forza mentale dei ‘Socceroos’, autori di una partita parimenti non trascendentale, è impressionante: l’1-1 subito proprio all’ultimo respiro avrebbe abbattutto un toro. Postecoglou e i suoi ragazzi si sono meritati il trionfo. Mai pienamente in controllo della partita, mancano un’espulsione contro ed un rigore a favore dell’Australia. Non è parso l’uomo giusto nel posto giusto, detta un pò severamente ma onestamente.
Al termine di un primo tempo (voto 6) dapprima molto “tattico” e poi sorprendente sul finale, l’Australia è avanti 1-0 grazie a Luongo (voto 6,5), guizzante e letale con uno spunto l’unico della sua partita a trequarti. Per la Corea del Sud una beffa proprio alla scadere, dopo alcune ottime occasioni, in particolare una punizione al limite dell’area sfruttata male. Gli uomini di Stielike (voto 6,5) hanno una chiara identità di squadra, evidente soprattutto per la fase difensiva quasi perfetta: quello di Luongo è il primo gol subito in questa competizione. Da parte sua Postecoglou (voto 5,5) si affida invece quasi unicamente alle giocate dei singoli, che per la verità possono essere decisive: bene tra i ‘Socceroos’ Leckie (voto 6,5), il più intraprendente e rapido del tridente. Ancora un pò apatico, come in semifinale, Tim Cahill (voto 6), che impegna il portiere avversario Kim (voto 6) solo in una occasione.
VOTO COREA DEL SUD 6,5 Non merita assolutamente lo svantaggio, anzi ai punti probabilmente sarebbe avanti. Nel calcio però non basta, spesso, la sola organizzazione difensiva: nella ripresa dovrà ricominciare dall’ottimo quarto d’ora finale, scoprendosi un pò e rischiando. MIGLIORE COREA DEL SUD SON HEUNG-MING VOTO 6,5 Può fare meglio, è il più talentuoso e pericoloso tra i 22 in campo. Quando riesce a partire e trova lo spazio giusto è imprendibile. PEGGIORE COREA DEL SUD LEE JUNG-HYUP VOTO 5 Si vede troppo poco in avanti, dovrebbe essere il riferimento offensivo ma non tocca quasi palla e a parte il lavoro in pressing è da bocciare.VOTO AUSTRALIA 6 Meno bene degli avversari in termini di prestazione di squadra ma il lampo di Luongo per ora è decisivo. Come in semifinale è sorniona ma sempre letale nei colpi a freddo, quelli più dolorosi. MIGLIORE AUSTRALIA LUONGO VOTO 6,5 Assieme a Leckie è il migliore tra i suoi: la palma va al numero 21 perchè ovviamente un gol in finale è sempre tanta roba. La sensazione è che però non sarà la zampata risolutiva. PEGGIORE AUSTRALIA KRUSE VOTO 5 Mai pericoloso, non trova le giocate richieste ad un numero 10 e assiste poco Cahill in fase di conclusione.
KIM JIN-HYEON 5,5: Nessun miracolo, anche perchè arrivano pochissimi tiri in porta. La respinta corta sul cross di Juric però è da rivedere: la responsabilità, seppur in misura minore rispetto ai difensori, sul gol di Troisi è anche sua
CHA DU-RI 6,5: Uno dei migliori tra le fila della Corea ed in senso assoluto del match. Spinta e copertura di egual livello sulla destra
KWAK TAE-HWI 5: Troisi lo brucia in occasione del gol decisivo e lui finisce pancia a terra, con la danza degli incubi e delle responsabilità che parte subito e durerà per le prossime settimane. Rovinandogli il sonno
KIM YOUNG-KWON 6: Match senza grossi patemi su Cahill, soffre di più quando entra Juric, che lo impegna a più riprese
KIM JIN-SU 4: Farsi scherzare da un avversario (non Neymar o Messi, per intenderci) nella propria area durante un supplementare di una finale è imperdonabile. La responsabilità principale sul gol di Troisi che ragala la coppa all’Australia è sua, per il mancato intervento su Juric
JANG HYUN-SOO 6: Corre a perdifiato davanti alla difesa, riuscendo spesso a sporcare le traiettorie di centrocampisti e trequartisti australiani ma senza proporre mai gioco o giocate palla al piede
PARK JOO-HO 5,5: E’ nel pacchetto degli attaccanti, pur partendo da centrocampo, e dovrebbe incidere quindi in fase offensiva. Non assolve al compito
KI SUNG-YUENG 6: Il…”meno peggio” tra i centrocampisti; gli riesce qualche verticalizzazione e cerca più che altro di imbeccare l’unico che sia in grado di saltare l’uomo, ovvero Son. Riuscendoci (l’assist è suo) in occasione del gol
NAM TAE-HEE 5,5: Come gli altri trequartisti, anzi di più perchè ha il 10 sulle spalle, dovrebbe e potrebbe osare di più in termini di creatività offensiva
SON HEUNG-MING 6,5: Il gol che rischia di cambiare la storia è suo, così come le uniche fiammate in attacco della Corea del Sud. Uno dei singoli più in evidenza in questa Asian Cup
LEE JUNG-HYUP 4,5: Invisibile. E’ vero che i compagni alle sue spalle, Son a parte, deludono. Ma lui è troppo molle e inconcludente
(LEE KEUN-HO 5: Avrebbe tutto il tempo, entrando a metà secondo tempo e con i supplementari davanti, per fare meglio di Nam. Invece fallisce anche lui)
(HAN KOOK-YOUNG 5,5: Entra nell’azione del gol di Son e poco altro. Subentrando nel momento più importante, doveva fornire risposte superiori a Stielike)
(KIM JU-YOUNG SV)
ALL. STIELIKE 5,5: La prestazione di squadra, dopo una coppa vissuta da protagonista assieme ai suoi ragazzi, non è soddisfacente. Non aver sfruttato l’inerzia nettamente favorevole dopo l’1-1 è imperdonabile
RYAN 6: Visto che il match non propone giocate tecnicamente esaltanti a ripetizione, ci pensa lui (o prova a farlo) con una serie di balzi e smanacciate totalmente per i fotografi
DAVIDSON 6,5: Una delle rivelazioni dell’intera competizione. Il terzino del WBA, pur trovandosi oggi di fronte spesso i migliori tra gli avversari – Cha Du-Ri e Son – risponde alla grande
SPIRANOVIC 5: Sul gol, in collaborazione con l’altro centrale, arriva in ritardo. E viene graziato poi dall’arbitro dopo un’entrata da espulsione ed inutile a centrocampo
SAINSBURY 5,5: Sbaglia l’uscita dalla linea in occasione del guizzo di Son al minuto 91, per il resto ha vita molto semplice contro Lee
FRANJIC 6: Come in semifinale non convince pienamente ma si difende senza enormi patemi anche grazie alla mancanza di pericolosità avversaria
LUONGO 7: Oltre al gol, bello ed importante, un match convincente e di buona presenza in mezzo al campo, sia in chiusura che in impostazione
JEDINAK 5,5: Fin dall’inizio troppo nervoso e troppo “picchiatore”, ai limiti del doppio giallo
MILLIGAN 6: Meglio lui del compagno di mediana, oggi. Soprattutto nel primo tempo, lavoro oscuro ma prezioso
LECKIE 6,5: Sbaglia qualche passaggio di troppo e perde lucidità con il passare dei minuti ma è anche l’elemento più pericoloso in inserimento, palla al piede e negli spazi
CAHILL 5,5: Ha giocato semifinale e finale abbastanza sottotono, pur restando il miglior marcatore in questa Asian Cup della squadra che l’ha vinta
KRUSE 5: Discorso analogo all’altro numero 10 della serata. Con quella maglia e quel ruolo, il compitino e la normalità non sono consentite
(JURIC 7: Non ruba l’occhio tecnicamente e nelle movenze, entra per prendersi falli sulla trequarti e tenere palla ed invece la giocata risolutiva in area, sul gol di Troisi, è sua)
(TROISI 7: Meriterebbe 8 per l’importanza del gol ma se la valutazione prende in esame quello che ha prodotto dal suo ingresso in poi allora meglio abbassare un pò la pagella)
(MCKAY SV)
ALL. POSTECOGLOU 7: Ha saputo sfruttare i pregi della sua squadra e dei suoi singoli, dai titolari fino alle riserve. Il fatto che il gol decisivo per il trionfo porti la firma di un “outsider” è indicativo della sua capacità di selezionare gli uomini giusti nei momenti caldi