Prova di carattere, convincente, da squadra autoritaria: la Roma vince con pieno merito il derby della capitale, regolando la Lazio con un 2-0 netto, firmato Dzeko e Gervinho. Partita di buona qualità per gli uomini di Garcia, che condannano i cugini alla quarta sconfitta nelle ultime 5 giornate, aprendo di fatto una piccola crisi che riporta a galla qualche fantasma scacciato da Pioli a inizio anno…
Risponde prontamente alla vittoria dell’Inter nell’anticipo di mezzogiorno, restando agganciata al treno-Scudetto. Trovare la prestazione di squadra in un derby, con questa tensione “ambientale”, non è impresa da poco.
Non riesce mai a fare preoccupare seriamente Szczesny, Felipe Anderson a parte. Il trend negativo a livello di risultati inizia ad essere preoccupante.
Il rigore non c’è, perchè il fallo è di pochissimo fuori area, ma è più colpa degli assistenti che sua. Non condividiamo invece la gestione dei cartellini e in questo sbaglia lui; Lulic andava espulso almeno un paio di volte, sommando gialli e rossi diretti mancati…
Nel derby senza ultras dell’Olimpico, che si è acceso solo ad intermittenza ma in maniera significativa, la Roma conduce 1-0 sulla Lazio all’intervallo, grazie al penalty trasformato da Dzeko in avvio.
Frenesia e poco gioco nei primi 20 minuti di di match, con l’assolo di Dzeko (voto 6,5), falciato all’ingresso in area da Gentiletti (voto 5) al 9°: fallo ineccepibile, sanzionato da Tagliavento con un rigore che – valutando la posizione del contatto al replay – pare però dubbio, visto che “l’incrocio” di piedi avviene qualche centimetro prima della linea. E’ lo stesso bosniaco a trasformare centralmente, sbloccando il punteggio. La Lazio risponde di carattere ma con poca lucidità a livello di azioni d’insieme: bravo Candreva (voto 6) a farsi trovare sulla destra ma anche Szczesny (voto 6) ad anticiparlo in uscita, un paio di volte. Poi meraviglioso Felipe Anderson (voto 6), nell’unico guizzo del suo primo tempo: dribbling e destro sulla traversa per il brasiliano, che griffa l’occasione più netta per i biancocelesti. Nainggolan (voto 6,5) pareggia il conto dei legni nel finale, con un diagonale forte e preciso, che rimbalza sul palo. Contesa aperta, si aspettano eventuali mosse di Pioli in avvio di ripresa.
Segna con Dzeko, subito, per poi sfiorare anche il bis in almeno un paio di occasioni nitide/clamorose. Buon primo tempo, con pochi rischi in difesa. Sbaglia solo una cosa, anche se è abbastanza significativa, ovvero un tocco in porta (vuota) per portare i suoi sul 2-0. Per il resto è il riferimento naturale del gioco di squadra. Lo si vede poco, anche perchè spicca vicino a lui Nainggolan, autore di una prova maiuscola. Sufficienza stiracchiata.
Un gradino sotto agli avversari, che meritano di chiudere in vantaggio al 45°. Ma se Anderson avesse trasformato in gol quella grande giocata… Sempre presente a livello di continuità di giocata, costringe Digne a restare basso e controllarlo, con diverse difficoltà. Andiamo a memoria: su tutti (o quasi) gli ultimi gol in incassati dalla Lazio – quando era in campo – è stato responsabile in prima persona. (Luca Brivio)
Roma
Niente di eccezionale, ma è agile e pronto quando deve lasciare i pali ed anticipare gli avversari in area e anche fuori.
E’ il difensore che soffre di più tra i giallorossi e quello che fa più innervosire Garcia. Decisamente più timido del solito, la sufficienza è molto tirata.
Un gigante. Porta a termine il compito e raddoppia anche su Rudiger, in questo momento è arrivato ai livelli del Benatia pre-Bayern.
Si giova dell’aiuto del compagno di reparto e sbaglia meno del solito, prova incoraggiante.
Più completo di Digne nelle risposte ai compiti tattici di mister Garcia, non va comunque oltre la pagnotta onestamente guadagnata.
Il voto è quello del primo tempo, il giudizio invece cambia un po’: convince per carattere e decisione, apporto quantitativo ottimo.
Centrocampista totale, mai definizione fu più azzeccata per lui, oggi in particolare. Corre, mena, sfiora il gol, è praticamente ovunque.
Deve lasciare il campo per colpa di Lulic e dispiace per lui, ma fino a quel momento era stato il meno brillante tra i giocatori d’attacco giallorossi.
Si fosse acceso prima sarebbe stato da 8 pieno, quando parte è il giocatore in assoluto più devastante della Serie A.
Ormai il suo ruolo non è più quello dell’esterno d’attacco in grado di segnare parecchio (come la passata stagione e Genova). E’ un giocatore fondamentale, tattico e di grande intelligenza ed equilibrio tra centrocampo e trequarti.
Segna e fa giocare la squadra, partita da numero 9 vecchia maniera, di importanza capitale per la sua squadra.
Entra senza patire la “romanità” da derby, correndo a perdifiato su una fascia e sull’altra, pagando qualcosa a livello di lucidità.
Spreca il colpo del KO con un tiro da pochi metri spedito fuori. Rientro sulle punte per il ‘professore’ giallorosso.
All.GARCIA 7: Alza ulteriormente il livello della tensione e trova la risposta pronta dei suoi ragazzi. Derby dominato meritatamente.
Lazio
Il gol di Gervinho arriva sul palo di sua responsabilità, quello che dovrebbe coprire con più sicurezza. Non è un grande momento per lui.
Cerca di aggrapparsi come può a Gervinho, che nel secondo tempo gli fa fare brutta figura. La domanda è: chi non sfigurerebbe davanti all’ivoriano oggi?
Leggermente meglio del compagno di reparto, se la cava con grande aggressività e calciando tutto quello che gli passa vicino, a suo rischio e pericolo.
E’ andato in crisi contro attaccanti anche notevolmente meno forti di Dzeko, figuriamoci se il bosniaco si mette a fare il top player…
Salah non parte mai (per sua fortuna) ed è anche per suo merito. Il migliore della retroguardia.
Si vede poco, non fornisce il consueto apporto a centrocampo e la squadra ne soffre parecchio.
E’ uno dei pochi a cercare l’impostazione, il gioco, senza però trovare sponde interessanti. Si adegua in certi frangenti al basso standard di prestazione collettivo.
Totalmente fuori controllo, non si capisce come possa terminare la partita senza nemmeno un giallo a suo carico. Fa anche male a Salah, costringendolo a lasciare il campo.
Tra i più vivaci nel primo tempo, cala alla distanza perdendo efficacia.
Pur se ad intermittenza e con difetto di continuità è il migliore dei suoi, salta l’uomo con facilità e colpisce una gran traversa.
Prestazione pessima, Manolas se lo mangia per merenda.
Ha poche palle buone e sulla migliore, offerta da Keita, spara alto da ottima posizione.
Approccio positivo, come spesso gli capita riesce a fare la differenza nell’uno contro uno. Entra tardi.
All.PIOLI 5 Immerso negli alti e bassi della sua squadra, partita malissimo a inizio anno, tornata vicina alla vetta un mesetto fa ed ora nuovamente piombata nel buio. E gli arbitri o gli episodi centrano poco.
(Luca Brivio)