Il traguardo dell’ottava tappa del Giro d’Italia, posto a Campitello Matese, ha premiato Beñat Intxausti della Movistar, 29enne basco, professionista dal 2007. Nato a Muxika, nei Paesi Baschi, nel 1986, Beñat Intxausti Elorriaga inizia a correre in bicicletta già da bambino, pur dedicandosi con buoni risultati anche al gioco del calcio. Ma l’amore per le due ruote è troppo forte, tanto da spingerlo a una carriera agonistica a partire dalla squadra S.C. Amorebieta. Nelle categorie giovanili, in cui alterna attività su strada e nel ciclocross, mette in luce buoni doti da scalatore, che lo portano all’attenzione di Mauro Gianetti e Joxean Matxín. I due direttori sportivi lo fanno esordire nel 2007 con la maglia del Grupo Nicolás Mateos, squadra di categoria Continental con cui partecipa a corse prestigiose come il Tour de l’Avenir (dove chiude al quinto posto della classifica generale, vinta dall’olandese Bauke Mollema) e la Klasika Primavera, tra le corse basche più importanti del calendario internazionale. Firma poi un contratto di tre anni con la Saunier Duval, squadra del circuito Pro Tour gestita dagli stessi Gianetti e Matxín. Tra il 2008 e il 2009, però, la squadra finisce nella bufera a causa di uno scandalo legato al doping, finendo per perdere lo sponsor principale e cambiando denominazione prima in Scott e poi in Fuji. Intxausti attraversa queste fasi di transizione senza riuscire a cogliere risultati importanti, pur togliendosi la soddisfazione di partecipare per la prima volta nel 2009 alla Vuelta a España (chiusa al 60 posto). Nel 2011 cambia squadra, passando a difendere i caratteristici colori arancioni della Euskatel-Euskadi (squadra spagnola con una forte tradizione identitaria, dato che ha sempre schierato al via delle gare solo corridori originari dei Paesi Baschi) e riesce ad alzare per la prima volta le braccia al cielo da professionista, anche se in una cronometro a squadre, nella terza tappa della Vuelta a Burgos. L’anno successivo approda alla Movistar alla corte di Eusebio Unzué, direttore sportivo celebre per aver contribuito negli anni Novanta ai successi di Miguel Indurain e Abraham Olano, e con la maglia nero-verde della squadra spagnola Intxausti trova subito il giusto ritmo, cogliendo un buon quinto posto al Giro di Romandia, breve corsa a tappe svizzera del circuito Pro Tour, e partecipando per la prima volta al Tour de France (dove però si ritira nel corso dell’ottava tappa). Manca poco alla prima vittoria in solitaria, che arriva nel 2012, quando conquista in patria la classifica generale della Vuelta a Asturias. A fine anno, si piazza al decimo posto della Vuelta a España, dopo tre settimane corse senza troppi guizzi ma con molta regolarità. Ma è il 2013 l’anno in cui si mette in mostra a livello internazionale: partecipa infatti al Giro d’Italia e, al termine della settima frazione, la Marina di San Salvo-Pescara vinta dall’australiano Adam Hansen, arriva a vestire la Maglia Rosa, simbolo del primato della classifica generale. Riesce a tenerla solo per un giorno, ma pochi giorni dopo si toglie un’altra soddisfazione, vincendo la 21esima tappa (da Valloire, in Francia, a Ivrea) in volata su Tanel Kangert e Przemyslaw Niemiec dopo una lunga fuga. La vittoria è dedicata a Xavier Tondo, ex compagno di squadra e coinquilino di Intxausti scomparso prematuramente due anni prima in un incidente domestico. Il corridore basco chiude poi il Giro all’ottavo posto, e l’anno continua termina con una vittoria di tappa nel Tour of Beijing, di cui conquista anche la classifica generale. Nel 2014 arriva sesto al Giro di Romandia e quinto al Giro di Polonia, ma torna anche a correre il Tour de France come gregario di Alejandro Valverde, che punta alla conquista della Maglia Gialla finale sugli Champs Elysees di Parigi. Nonostante il contributo di Intxausti, però, Valverde si ferma ai piedi del podio dominato da Vincenzo Nibali, con un quarto posto che sa di rimpianti, visto il tempo perso nella quinta frazione a causa di un frazionamento del gruppo. Si arriva così all’anno corrente: dopo il secondo posto alla Vuelta Castilla y Leon e il terzo alla Vuelta a Andalucia (due brevi corse a tappe spagnole), Intxausti si presenta al via dell’edizione 2015 del Giro d’Italia con l’intenzione di puntare a un importante piazzamento nella classifica generale, complici anche le assenze dei suoi più quotati compagni di squadra Valverde e Nairo Quintana (vincitore uscente della corsa rosa), che puntano tutto sul Tour. Le prime tappe però sono sfortunate, e il corridore basco si presenta così alla partenza dell’ottava tappa con oltre venti minuti di ritardo dal leader della classifica Alberto Contador. Sull’arrivo in salita di Campitello Matese è però proprio lui ad alzare le braccia al cielo, dopo una lunga fuga condivisa con altri avversari seminati sulle rampe dell’asperità molisana, resistendo alla rimonta del gruppo con gli uomini di classifica. Si conferma buono dunque il feeling di Intxausti con il Giro, e potrebbe portarlo a togliersi ancora qualche ulteriore soddisfazione nei prossimi giorni, vista la buona forma dimostrata e le numerose tappe adatte alle sue caratteristiche di corridore di fondo in grado di fare la differenza su salite di media durezza.