Il 6 giugno si gioca la finale di Champions League 2014-2015: all’Olympiastadion di Berlno sarà di scena Juventus-Barcellona. Da ieri anche i blaugrana, come già la Juventus, sono campioni nazionali: battendo lAtletico Madrid al Vicente Calderon con un gol di Leo Messi nel secondo tempo, il Barcellona si è laureato campione di Spagna per la settima volta nelle ultime stagioni, la quinta nelle ultime sette. Luis Enrique bissa il suo ex compagno di squadra Pep Guardiola: vince la Liga al primo colpo e, come lattuale allenatore del Bayern Monaco, è ancora in corsa per il Triplete al primo anno (il 30 maggio cè la finale di Coppa del Re contro lAthletic Bilbao).
Il Barcellona si prende la Liga con una giornata di anticipo: inutile la vittoria del Real Madrid sul campo dellEspanyol (tripletta di Cristiano Ronaldo), con la vittoria del Calderon i punti di vantaggio sono rimasti 4. Numeri impressionanti per i catalani: 93 punti con 30 vittorie, 108 gol allattivo e – forse il dato che impressiona maggiormente – appena 19 subiti, con Claudio Bravo che ha già ampiamente vinto il Premio Zamora (in Spagna si assegna al portiere che incassa meno reti). Del tridente Messi-Suarez-Neymar abbiamo detto tutto: i gol realizzati in campionato sono 79. Messi supera quota 40 gol (ne ha 41) per la terza volta e riscatta una stagione oscura (fatta pur sempre di 41 reti in 46 partite, 28 nella Liga); Neymar passa dai 9 dellanno seguente ai 22 di oggi, Suarez ne ha 16 in 27 partite ma di questi solo 14 li ha segnati nel girone di ritorno. Ma a far paura alla Juventus è il dato che, fornito da Squawka Football, conta il numero di gol e assist dei singoli giocatori (come nellhockey): in testa alla Liga cè Cristiano Ronaldo (45 gol + 16 assist), alle sue spalle troviamo Messi (41 + 18), Suarez (16 + 14) e Neymar (22 + 6). Tradotto: il tridente del Barcellona non è solo letale nel fare gol, ma sa scambiarsi il pallone, dialogare e trovarsi a memoria come ben si è visto nella semifinale contro il Bayern Monaco. Luis Enrique trattiene il fiato per linfortunio del Pistolero, indisponibile ieri contro lAtletico: cè tutto il tempo per recuperare.
A questi numeri vanno aggiunti i 6 gol di Pedro, i 5 di Piqué e di un Ivan Rakitic che ha già dimostrato di poter prendere il posto che fu di Xavi e ha tolto un po di amaro in bocca per la cessione di Thiago Alcantara. Sono numeri che anche rapportati al calcio spagnolo, dove effettivamente le difese sono più larghe e il tatticismo è molto meno esasperato che da noi, tolgono il fiato: il Barcellona negli ultimi anni ha segnato più gol solo in due occasioni, nel 2012-2013 (115) e nel 2011-2012 (114), ma lanno in cui ha incassato meno reti è stato nel 2010-2011 (21) e, anche ammettendo che i blaugrana ne subiscano 2 o più nell’ultima giornata contro il Deportivo La Coruna, quelli realizzati erano comunque molto meno (95). Lequilibrio tra attacco e difesa è insomma impressionante, ed è ampiamente dimostrato anche in Champions League dove nelle sei partite ad eliminazione diretta il Barcellona ha segnato 13 gol e ne ha subiti 5, tre di questi contro il Bayern Monaco a finale sostanzialmente conquistata. Per la Juventus non sarà affatto facile superare un fortino simile: forse il problema non risiede soltanto nel letale tridente offensivo, quanto nel riuscire a fare un gol a questa macchina da guerra.
(Claudio Franceschini)