Dopo averci provato nelle precedenti tappe con delle fughe da lontano, Philippe Gilbert è riuscito a vincere una tappa del Giro d’Italia 2015, la dodicesima da Imola a Vicenza, e alla sua maniera: con uno scatto da finisseur negli ultimi metri della ripida ascesa finale del Monte Berico. Una vittoria che si aggiunge all’incredibile palmares del campione belga, che negli ultimi anni ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere.
Quella da cui proviene Gilbert – nato nel 1982 a Vervier, nella Regione Vallone del Belgio – è una vera e propria stirpe di ciclisti, così è quasi naturale per lui avvicinarsi alla bicicletta fin da giovanissimo. Riesce subito a conquistare le prime corse, alcuni circuiti nelle Ardenne, e attira l’attenzione del direttore sportivo ed ex professionista Dirk De Wolf, che lo fa esordire con la squadra juniores Go Pass. Nel 2000 Gilbert partecipa anche al campionato del mondo di categoria, piazzandosi al quarantunesimo posto. Nel 2003 passa invece al professionismo con la formazione francese Fdjeux.com e coglie subito la prima vittoria in una tappa del Tour de l’Avenir. Con la maglia della Fdjeux.com (poi diventata Française de Jeux) Gilbert corre fino al 2008, conquistando numerose corse, tra cui il Grand Prix de Wallonie, praticamente la sua corsa di casa, nel 2006, la Omloop Het Volk, una corsa sul pavè che si corre nelle Fiandre, per ben due anni, nel 2006 e nel 2008, e la Parigi-Tours, classica francese autunnale, nel 2008. Si piazza anche terzo al Giro delle Fiandre, mettendo in mostra una propensione naturale per le classiche del nord. Nel 2009 passa alla belga Silence-Lotto (che poi l’anno dopo cambia nome in Omega Pharma-Lotto) e la carriera di Gilbert inizia definitivamente a volare. Il primo anno si conferma terzo al Giro delle Fiandre e conquista la ventesima tappa del Giro d’Italia (da Napoli ad Anagni) precedendo Thomas Voeckler e Stefano Garzelli con un’azione da finisseur, la Coppa Sabitini, ancora la Parigi-Tours, il Giro del Piemonte e soprattutto il Giro di Lombardia, che lo consacra definitivamente come un ottimo scattista veloce e uno dei migliori ciclisti della sua generazione, dopo il sesto posto al Campionato del Mondo di Mendrisio.
Un successo, quello nella classica delle foglie morte, che bissa nel 2010, ma non prima di tagliare per primo il traguardo dell’Amstel Gold Race, gara in linea olandese che precede tradizionalmente la più prestigiosa Liegi-Bastogne-Liegi, la corsa più antica del mondo, vera ossessione del corridore belga, nato proprio ai piedi della Redoute, salita simbolo della classica. Nella decana delle corse arriva solo un terzo posto, ma nello stesso anno Gilbert riesce poi a vincere anche due tappe alla Vuelta a España (gara a tappe affrontata in preparazione del mondiale di Melbourne, chiuso con un deludente diciottesimo posto). Nel 2011 Gilbert entra nella leggenda compiendo un’impresa realizzata prima di lui solo da un altro corridore (l’italiano Davide Rebellin nel 2004): vincere nello stesso anno Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Non pago di tale impresa, pochi mesi dopo, con la maglia di campione belga appena conquistata, vince anche la prima tappa del Tour de France, indossando la Maglia Gialla, e la classica basca di San Sebastián, oltre ad altre corse di minore importanza che lo portano comunque a fine anno al primo posto della classifica dell’UCI World Tour, segno di una continuità eccezionale durante tutta la stagione. Le squadre più ricche del circuito mondiale gli offrono ponti d’oro per cambiare maglia, così nel 2012 Gilbert si trasferisce all’ambiziosa BMC Racing Team. La stagione però si dimostra deludente, e Gilbert arriva per la prima volta ad agosto, in prossimità del mondiale, a secco di vittorie. Proprio nel momento cruciale della stagione, però, Gilbert ritrova gambe e condizione: si impone in ben due tappe della Vuelta a España e poi vince in maniera trionfale i Campionati del Mondo di Valkenburg, grazie a un allungo su uno strappo da lui ben noto, quello del Cauberg, inserito di solito nel percorso della Amstel Gold Race.
L’avvio di 2013 in maglia iridata è però sotto le aspettative, e la stagione si conclude con una sola vittoria in una tappa della Vuelta, senza nemmeno lo squillo mondiale come accaduto un anno prima. La carriera di Gilbert sembra procedere verso una china discendente, ma per il campione belga c’è sempre tempo per togliersi qualche soddisfazione di rilievo, come alla Freccia Brabante e all’Amstel Gold Race 2014, vinta per la terza volta in carriera con una staffilata delle sue sullo strappo conclusivo, e la tappa del Giro d’Italia conquistata proprio oggi, unica gioia finora di questo 2015. Una vittoria conseguita grazie a una grande volontà: Gilbert sapeva bene, infatti, che questa sarebbe stata probabilmente l’ultima occasione per lui prima della fine della corsa rosa, visto che d’ora in avanti lo spazio sarà tutto per le grandi salite e lo scontro tra gli uomini di classifica, così ha fatto lavorare tutta la propria squadra fino agli ultimi metri, così simili a quelli delle grandi classiche da lui dominate negli anni passati, dove non ha tradito il pronostico.