Ha vinto lo Us Open 2015 di golf, disputato sul green di Chambers Bay: il giovane golfista americano sta riscrivendo la storia. Classe 1993, a soli 22 anni non ancora compiuti nel 2015 ha vinto prima l’Augusta Masters e ora lo Us Open. Secondo Major consecutivo, i suoi record sono sempre più impressionanti: il più giovane a vincere lUs Open dal 1923, il più giovane a vincere due Slam dal 1922 e il più giovane in assoluto a vincere Masters e US Open. Fa impressione pensare che da professionista abbia vinto finora in tutto quattro tornei e due di questi sono del Grande Slam, che quest’anno potrebbe anche completare anche se naturalmente è solo a metà dell’opera. Tutto però lascia pensare che siamo entrati in una nuova epoca del golf mondiale, l’epoca di Jordan Spieth.
Il finale dell’ultimo giro dell’Open ha regalato emozioni a non finire: Spieth sembrava aver chiuso i giochi per la vittoria con il birdie alla buca 16, ma alla 17 un inaspettato doppio bogey ha rimesso in discussione il suo successo. Anche Spieth è umano quindi, ma il 22enne ha la stoffa del campione di razza e alla buca 18, la 72esima e ultima dell’intero torneo, ecco il birdie decisivo per chiudere con un finale (275: 68 67 71 69). Proprio all’ultima buca sono invece svaniti i sogni dell’altro americano Dustin Johnson, che butta via le chance di giocarsi lo spareggio con Spieth con tre putt dopo aver raggiunto il green in due colpi; per lui -4 complessivo (276: 65 71 70 70), a pari merito con Louis Oosthuizen. Il sudafricano (276: 77 66 66 67) deve rimpiangere un primo giro da incubo, che lo aveva messo anche a rischio taglio, senza il quale avrebbe certamente vinto il torneo.
Il quarto posto se lo dividono in tre: per l’australiano classe 93 Cameron Smith potrebbe essere la svolta della giovane carriera sulla scia del fenomenale coetaneo; con lui l’altro australiano Adam Scott, autore di un eccellente ultimo giro in 64 colpi che lo ha portato ai piedi del podio, e il sudafricano Branden Grace, che senza un doppio bogey alla buca 16 avrebbe potuto anche sognare più in grande. Da notare che ci sono ben quattro sudafricani nei primi dieci, mentre il numero 1 del Mondo Rory McIlroy salva l’onore con un bel 66, con cui chiude almeno al nono posto. Per l’Italia ricordiamo infine che Francesco Molinari ha chiuso al ventisettesimo posto con +5 (285: 68 73 72 72), con un 72 conclusivo (+2) che arriva dopo sedici Par consecutivi e due bogey nelle ultime due a rovinare un piazzamento nella Top 20.