Roberto Mancini è stato assoluto dall’accusa di bancarotta fraudolenta: questa mattina nel processo per il caso crac Img Costruzioni l’allenatore dell’Inter aveva ricevuto la proposta di condanna a 3 anni e mezzo di reclusione per essere coinvolto assieme all’imprenditore Marco Mezzaroma nell’ambito del crac Img e invece pochi minuti fa il gup di Roma lo ha assolto perché il “fatto non sussiste”. Oggi era arrivata la richiesta di condanna del pm Fava, ma il gup Paola Della Monica ha ribaltato la sentenza, stabilendo che Mancini non c’entra nulla ed è assolto da ogni accusa di bancarotta fraudolenta, riporta l’Ansa. «Sono contento», le prime parole del tecnico neroazzurro al suo avvocato Carlo Longari dopo la comunicazione della decisione di Roma del Gup. Di contro, il costruttore Mezzaroma è stato rinviato a giudizio, mentre è stato condannato a 3 anni di reclusione l’avvocato Stefano Gagliardi che aveva chiesto come Mancini il rito abbreviato (Fonte La Gazzetta Dello Sport).
Roberto Mancini sotto processo, l’allenatore dell’Inter oggi è stato accusato di bancarotta fraudolenta dalla Procura di Roma all’interno delle indagini per il crac Img Costruzioni, riporta l’agenzia Ansa pochi minuti fa. Il pm Stefano Rocco Fava ha chiesto nell’ambito del processo con rito abbreviato legato al crac finanziario della società Img Costruzioni, tre anni e mezzo di reclusione per Roberto Mancini con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Secondo gli inquirenti, Mancini e Marco Mezzaroma – imprenditore, patron del Salerno e cognato di Claudio Lotito – sarebbero coinvolti nel fallimento della Img Costruzioni in forma indiretta. I due infatti non hanno nessuna quarta della società fallita ma erano socie di un’altra società, la Mastro, azienda nel campo delle costruzioni (fonte il Corriere della Sera-Gazzetta dello Sport) attraverso la quale tra il 2006 e il 2009 si pensa che siano stati fatti circolare investimenti attraverso fatturazioni e operazioni inesistenti. Nel procedimento in avvio oggi a Roma, Mezzaroma si è visto sollecitare il rinvio a giudizio non avendo optato per rito alternativo. Per l’allenatore dell’Inter ancora nessun commento della vicenda a cui ora si presta attenzione particolare dopo le richiesta della Procura.