L’impresa eccezionale del Leicester di Claudio Ranieri continuerà per molto tempo ancora. Nella città inglese il giorno dopo non si può certo dimenticare quello che è accaduto con la faccia del tecnico romano che è ovunque, dai cartelloni luminosi ai murales realizzati apposta per lui, per proclamarlo quasi il Re della città, colui che ha fatto sognare un’Inghilterra intera. Tutti sono grati a Claudio, ma oggi sembra essere tornati alla normalità nonostante i tifosi si siano protratti nelle strade di Leicester fino all’alba. Un uomo qualunque, con il sogno di portare alla ribalta un club nato quasi dal nulla, trasformando la città in una Ranieri City visto che il suo nome aleggia tra le piccole cose quotidiane ed i ricordi della notte passata a festeggiare.
-Claudio Ranieri dopo questa grande impresa con il suo Leicester ha ricevuto tantissimi messaggi di congratulazioni da parte del mondo dello sport. Il capitano della Roma, Francesco Totti, sul suo blog celebra così il suo ex tecnico: “Complimenti Mister, sei stato davvero un grande, te la meriti tutta questa soddisfazione!”, mentre gli fa eco il capitano della Juventus, Gianluigi Buffon, che ringrazia Ranieri per quanto fatto, per aver dato la possibilità all’Inghilterra di sognare un po’ di più: “Grazie mister, perché hai dimostrato che non si deve mai smettere di sognare” si legge sul suo profilo ufficiale Instagram. Anche Zinedine Zidane si unisce al coro per congratularsi con il tecnico romano: “Non è stato un miracolo, è stata una cosa giusta e meritata”.
C’è chi ha parlato di rivincita personale per Claudio Ranieri dopo la storica vittoria del Leicester in Premier League, ma se proprio c’è un uomo, un allenatore, un collega verso cui indirizzare questo senso di rivalsa questi è José Mourinho. In pochi avranno dimenticato l’attacco dello Special One, allora allenatore dell’Inter, nei confronti di quel Claudio Ranieri all’epoca allenatore della Juventus. Il portoghese, per farla breve, diede a Ranieri del perdente, sottolineando come a quesi 70 anni avesse vinto soltanto una Supercoppa italiana e una Coppa Italia e come fosse ormai “troppo vecchio per cambiare mentalità”. Ebbene, da quelle conferenze stampa infuocate è cambiato tutto: Mourinho è stato esonerato dal Chelsea nella stessa stagione in cui Ranieri ha portato al trionfo il suo piccolo Leicester. E con queste parole, raccolte da “La Gazzetta dello Sport”, Mourinho ha rimediato almeno parzialmente alla caduta di stile di qualche anno fa:”Voglio fare le mie congratulazioni a tutti coloro che fanno parte del Leicester: giocatori, staff, proprietari e tifosi. Ho perso il titolo a vantaggio di Claudio Ranieri ed è con grande emozione che vivo questo momento magico della sua carriera”.
Claudio Ranieri ha vinto con il suo Leicester il campionato 2015/2016, ma resta quello di sempre. Oggi il tecnico dei Foxes ha svelato cosa ha fatto nella giornata di ieri, mentre questa mattina si è presentato al centro sportivo con una cartellina rossa sotto il braccio, vivendo la giornata di ieri come una domenica italiana, nonostante fosse un lunedì importante per la sua carriera. “Ho pranzato con mia madre e sono rientrato in Inghilterra alle 7. Alle 8 ho visto la partita. Oggi mi sente bene, come potete immaginare. E adesso vogliamo gioire tutti insieme. Quando ho davvero pensato di avercela fatta? Quando ieri sera ha segnato Hazard, anzi no, quando l’arbitro ha fischiato la fine” conclude il tecnico del Leicester Claudio Ranieri che da domani ricomincerà ad allenare la sua squadra.
-Un sogno diventato realtà quello del Leicester di vincere il primo campionato nella sua storia in Inghilterra ed un vero onore per l’Italia festeggiare l’impresa di Claudio Ranieri. Il tecnico romano è quattordicesimo in ordine di tempo ad aver vinto un titolo all’estero, con l’Italia che vanta ben 23 scudetti: 19 in Europa, 3 in Asia, 1 in Africa. Andiamo con ordine visto che Trapattoni ne ha vinti ben tre, uno con il Bayern Monaco, uno con il Benfica ed uno con il Salisburgo. Poi c’è senza dubbio Marcello Lippi, che ha vinto tre campionati in Cina con il Guangzhou Evergrande. Due invece le imprese di Marco Astorri, una con l’AB in Danimarca ed una con la KB. Due campionati vinto da Fabio Capello con il Real Madrid, stesso discorso per Ancelotti con Chelsea e Paris Saint-Germain. Impossibile anche dimenticare le imprese di Zenga, Bigon, Scala, Bencivenga, Mandorlini, Mancini e Pileggi. Ora possiamo finalmente nominare Claudio Ranieri, la sua impresa passerà alla storia.
-Questa mattina Claudio Ranieri è arrivato nel suo ufficio preciso alle 10:30 al Belvoir Drive Training Ground, sede di allenamento del Leicester. Il tecnico romano ha deciso di dare a tutti una giornata di riposo, vista la grande festa consumata nella notte a casa di Vardy, che ha invitato nella sua villa l’intera squadra per festeggiare il titolo di Campioni d’Inghilterra. Tutti la definiscono l’impresa più bella del calcio moderno, Ranieri questa mattina non può che commentare così quanto accaduto all’arrivo al centro sportivo: “Se avessi vinto questo all’inizio della mia carriera, forse avrei potuto dimenticarlo. Ma ora sono vecchio e posso ricordarlo. Il nostro segreto? Non lo so, ora vogliamo solo andare avanti perché la strada è ancora lunga”. Ranieri ha dato il via libera ai giocatori, un giorno di riposo prima di ricominciare.
Dev’essere stata un’emozione indescrivibile quella provata da Claudio Ranieri al minuto 97′ di Chelsea-Tottenham, la partita che ha consegnato al suo Leicester la storica vittoria della Premier League. L’hanno definita la più grande impresa nella storia del calcio, hanno elogiato la capacità del tecnico romano di esaltare un gruppo di giocatori sottostimati, di un organico che la ribalta nella propria carriera l’aveva soltanto sfiorata prima di vederla svanire nelle proprie mani. Ma “Sir Claudio”, al triplice fischio dell’arbitro Clattenburg siamo sicuri abbia assaporato anche un po’ di senso della giustizia. Perché non è facile essere per una vita intera l’uomo giusto nel momento sbagliato: è stato l’allenatore del Chelsea prima che arrivassero i soldi di Abramovich; ha guidato il Valencia dopo l’abbuffata di successi europei targati Benitez; è arrivato alla Juventus nell’anno successivo alla promozione dalla Serie B, quando ancora la parola Scudetto era tabù; ha avuto l’occasione di allenare la sua Roma, ma il fato gli ha sottratto lo Scudetto e confermato il proverbio “nemo propheta in patria”. Ha allenato l’Inter in cerca di identità dopo l’addio di Mourinho e il breve interregno di Gasperini; ha trascinato i milionari del Monaco dalla Ligue 2 alla Ligue 1 ma non ha beneficiato dei loro soldi nell’anno in cui avrebbe potuto tentare l’assalto al Psg. Ha tentato di inventarsi commissario tecnico in Grecia, ma l’impossibilità di allenare giornalmente gli ha impedito di donare il suo tocco alle truppe elleniche. Sembrava dovesse andare sempre tutto storto per Ranieri: tecnico preparato e signore riconosciuto, senza il “quid” giusto, il “killer instinct” dei vincenti. Fino a ieri, fino a quando il match tra il suo vecchio Chelsea e il Tottenham ha sancito la matematica vittoria del campionato del favoloso Leicester. E adesso? Adesso Ranieri per una volta è padrone del proprio destino: è il tecnico più apprezzato del pianeta, ha le credenziali per allenare qualsiasi squadra del mondo, ma deciderà di non voltare le spalle a chi gli ha dato fiducia. Lo farà pur sapendo che a meno di miracoli il prossimo anno non vincerà la Premier League, accettando il rischio concreto che qualcuno cataloghi l’impresa del suo Leicester come un caso isolato dettato dalla fortuna. A confermarlo è lo stesso allenatore romano, che al “Processo del lunedì” di Rai Tre nelle ore del delirio delle Foxes rassicura i suoi tifosi:”Resto al Leicester, anche se io e il presidente sappiamo che questa rimarrà una stagione irripetibile. L’unica dedica che posso fare a tutti quanti è dirgli di crederci, provateci non solo nel calcio ma in tutti i campi della vita“. E a chi lo elogia nel giorno del trionfo, Ranieri ricorda:”Sono lo stesso uomo mandato via dalla Grecia“. C’è una sola differenza rispetto al passato: per una volta Ranieri è stato l’uomo giusto nel momento giusto: se l’è meritato.