Loris Giuliano Grancini, considerato il capo del gruppo ultras della Juventus chiamato Viking, è finito in manette. I carabinieri della compagnia di Cernusco sul Naviglio a Milano hanno arrestato il 44enne, operaio, nella sua abitazione di Cernusco. Ora il capo ultrà dovrà scontare in carcere 13 anni e 11 mesi: i militari hanno infatti eseguito un’ordinanza per cumulo pene. Nel provvedimento, come riportato dall’Ansa, si fa riferimento anche ad una condanna per tentato omicidio con arma da fuoco risalente al 5 ottobre 2006 in piazza Morbegno, a Milano. Nel luglio scorso è stato indagato dalla Procura di Milano per tentata estorsione nei confronti del titolare di una società di eventi sportivi. Secondo le indagini, avrebbe provato a procurarsi gratuitamente dei biglietti per assistere ad alcune manifestazioni sportive, minacciando il titolare con pesanti intimidazioni. Conosciuto nel mondo delle curve per il suo ruolo di capo ultrà del gruppo Vikings, Loris Giuliano Grancini era già chiacchierato per presunti legami con alcune cosche della ‘ndrangheta.
LORIS GRANCINI, IL CAPO DEI VIKING JUVE IN MANETTE
Il curriculum giudiziario di Loris Giuliano Grancini è particolarmente ricco. Il capo ultrà dei Viking ha due passioni: il poker e la Juventus. Negli anni Novanta entrò in contatto con gli ambienti della malavita milanese, mentre nel 1998 scampo alla morte durante una sparatoria nel difficile quartiere milanese della Barona. Il suo nome è comparso anche nelle carte di due indagini delicate: quella del suicidio di un capo ultrà a Torino e l’altra sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel marketing della Juventus. Quest’ultima inchiesta ha coinvolto il presidente bianconero Andrea Agnelli, accusato di aver avuto rapporti con ultras esponenti della ‘ndrangheta. Scagionato da questa accusa, è stato invece condannato con una inibizione di 12 mesi e una multa di 20mila euro per essere stato a conoscenza degli illeciti compiuti e per non essere intervenuto affinché gli stessi potessero cessare. In un’intercettazione così parlava del capo ultrà Grancini: Il problema è che questo ha ucciso gente. Agnelli era al telefono con Alessandro D’Angelo, amico e collaboratore che si occupa della sicurezza allo stadio. Quest’ultimo lo corregge: …ha mandato a uccidere. Di Grancini hanno parlato anche i parlamentari del Pd Stefano Esposito e Massimiliano Manfredi: La Questura di Torino aveva richiesto per lui 8 anni di Daspo, abbiamo appreso dal sito internet del Grancini stesso che un giudice del tribunale di Torino ha negato il provvedimento.