MANDORLINI DEBUTTA COL GENOA/ Il suo vice Enrico Nicolini lo molla per amore della Samp: si può ancora stare al proprio posto

- La Redazione

Enrico Nicolini ha fatto discutere: da vice di Andrea Mandorlini, ha rifiutato il passaggio al Genoa per amore della Sampdoria, sua squadra preferita ed arci rivale del Grifo

ferrero_preziosi_abbraccio Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero (a sinistra), 65 anni e quello del Genoa Enrico Preziosi, 69 (LAPRESSE)

, chi è costui? O meglio, chi era costui. Perché oggi molti tifosi e calciofili, specie quelli più giovani che ne ignoravano il passato da giocatore, hanno conosciuto la sua storia e il gran rifiuto degli ultimi giorni. Il fermo ma deciso no grazie con cui Nicolini ha rifiutato di seguire Andrea Mandolini, di cui era collaboratore da anni, sulla panchina del Genoa. Questo per la sua fede sampdoriana.

Lepisodio ha rubato il suo spazio nelle cronache sportive settimanali, in tempi recenti se ne può rintracciare anche un precedente. Nellestate 2014 infatti il portiere Christian Puggioni, finito ai margini al Chievo, fece saltare il suo trasferimento al Genoa per non tradire la sua storica passione blucerchiata. Ora si va verso un lieto fine disneyano, perché sembra che i due -Puggioni ed Enrico Nicolini- possano presto ritrovarsi assieme sotto lamata bandiera: il dirigente della Sampdoria Carlo Osti ha infatti aperto allingaggio di Nicolini per la prossima stagione sportiva, in un ruolo da definire.

Una vicenda singolare, cui non siamo abituati: nella maggior parte dei casi giocatori, allenatori o dirigenti toccati da simili conflitti dinteresse, nel passaggio da una squadra ad una rivale, possono facilmente -e legittimamente- trincerarsi dietro il vessillo del professionismo, che come si dice sta abbattendo una dopo laltra le poche bandiere rimaste (i Totti e i Buffon, per citarne due). Non che questo rappresenti uno scandalo: il calcio è cambiato negli anni ed ancora cambierà, i trasferimenti ad esempio si moltiplicano insabbiando spesso anche i campanilismi, soprattutto ai livelli più alti. Le stesse Genoa e Sampdoria, pur senza arrivare agli scambi diretti di Inter e Milan, hanno visto più di un giocatore indossare ambedue le casacche, a distanza di qualche anno.

E successo ad esempio a Marco Borriello, blucerchiato da giugno a dicembre 2005 e poi genoano a più riprese (tre). In ogni caso, anche ad un simpatizzante del Grifone come chi scrive -e che ora trasloca su un piano più sentimentale-, fa piacere che un sampdoriano doc non lavori per il Genoa. Non certo per le capacità tecniche di Nicolini, che dal 2009 ha accompagnato Mandorlini lavorando con profitto sia in Romania (al Cluj, con tanto di doppietta -campionato e coppa nazionale- nel 2010) e a Verona.

La questione è un altra: Genoa e Sampdoria -come Inter e Milan, Roma e Lazio, Toro e Juve e via dicendo- devono restare separate, nei limiti del possibile. Così sono nate e così dovranno morire, pur nel rispetto reciproco. Questo non significa che Nicolini è un uomo vero e Borriello, giusto per rimanere nellesempio, un mercenario. Si parla di scelte personali, più o meno condivisibili, diversamente logiche; daltra parte il rifiuto di Nicolini può attirare più facilmente il gradimento dei tifosi, che come lui non scambierebbero mai la squadra del cuore con la rivale per eccellenza.

Senza contare che sono pochi gli uomini di calcio capaci di unire anche le fazioni più opposte: gente alla Trapattoni o alla Roberto Baggio, inarrivabili o quasi; tutti gli altri stiano al proprio posto, che poi significa dovunque tranne che dallaltra parte della città (e alla Juventus, nemica di tutti). Onore quindi a Nicolini, e sempre forza Genoa. (Carlo Necchi)





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