Sarà squalificata per 9 mesi e costretta a pagare una penale di 30 mila euro. Il Collegio di Garanzia, che rappresenta l’ultimo grado della giustizia sportiva, ha infatti rovesciato la sentenza che la Corte Federale aveva declamato lo scorso marzo, dopo che la tennista di Macerata aveva presentato ricorso; resta dunque la sanzione, le cui motivazioni erano state pubblicate a febbraio. Secondo il regolamento di Giustizia infatti Camila è colpevole di aver contravvenuto ai Regolamenti federali, sostanzialmente “mantenendo una condotta non conforme ai principi della lealtà, della probità e della rettitudine sportiva, non rispondendo ad una convocazione per una rappresentativa nazionale”. In soldoni, la vicenda è nota: nella primavera del 2016 la Giorgi aveva annunciato di non voler giocare il match di Fed Cup contro la Spagna, preferendo racimolare punti per il ranking Wta nel torneo di Stoccarda – passando attraverso le qualificazioni. La Fit si era però impuntata, sostenendo l’obbligo da parte della giocatrice italo-argentina di rispondere alla convocazione; quando Corrado Barazzutti, dietro pressioni, l’aveva ufficialmente chiamata lei aveva giocoforza rinunciato, così da provocare uno scontro e la relativa sentenza. Che era stata annullata due mesi più tardi: in appello Camila aveva infatti ricordato come dal 2011 non risulti affiliata alla Federazione italiana. La pena invece resta: i nove mesi con tutta probabilità saranno da intendersi con decorso da fine gennaio, dunque da novembre la Giorgi potrà tornare a essere regolarmente convocata per la Fed Cup (oltre a giocare tornei Fit). Sempre se lo vorrà: a questo punto la rottura è evidente, spetterà anche e soprattutto a Tathiana Garbin, nuovo capitano della nazionale, provare a convincere la sua giocatrice.
Camila Giorgi resta una delle nostre punte di diamante, al netto dei risultati altalenanti: le capacità ci sono, la maceratese è una giocatrice che in giornata è capace di battere chiunque (e lo ha spesso dimostrato: tra i suoi highlights anche una vittoria contro Maria Sharapova) ma che, arrivata a 25 anni e mezzo, non è mai riuscita a sviluppare alternative a uno schema “tutto braccio”, efficace quando mente e corpo ragionano insieme ma decisamente controproducente in match più difficili tatticamente, quando dall’altra parte della rete non c’è un’avversaria che dia ritmo ai colpi. Si spiega così il fatto che Camila abbia vinto soltanto un titolo Wta (sull’erba di ’s-Hertogenbosch) nonostante sia considerata da tempo un’atleta in grado di arrivare nella Top Ten del ranking. La sua assenza dalla Fed Cup non è forse il motivo principale per il quale l’Italia è finita a giocare i playoff per il World Group II, ma è una delle spiegazioni: con il ritiro di Flavia Pennetta e il calo delle veterane (Sara Errani e Roberta Vinci), la nostra nazionale manca oggi di giocatrici che sappiano essere costanti e fare la differenza. La Giorgi occupa la 93esima posizione del ranking, ma anche nei suoi giorni migliori non si è mai spinta nella Top 30; quest’anno ha raggiunto la semifinale di Shenzhen e i quarti a Biel (nuovo torneo del circuito) e Praga, e qui in Repubblica Ceca c’è una sintesi della sua carriera visto che, dopo la splendida vittoria contro Karolina Pliskova, l’azzurra ha perso contro Mona Barthel. Più che altro la Giorgi ha fallito i grandi appuntamenti: fuori al primo turno agli Australian Open e, pochi giorni fa, al Roland Garros oltre che a Indian Wells.