Proseguono i guai per l’ex presidente del Milan, il già dimenticato Yonghong Lì. Come riferito poco fa dai colleghi dell’agenzia Ansa, il misterioso uomo d’affari cinese, residente ad Hong Kong, ha subito nelle scorse il ritiro del passaporto. L’ex numero uno rossonero è finito sotto accusa in patria per non aver onorato un altro prestito, e di conseguenza il Tribunale intermedio del popolo di Jingzhou, come riferiscono diversi media cinesi, ha ritirato il documento del manager, accusato dai giudici di non aver rimborsato un prestito di 60 milioni di yuan (circa 8 milioni di euro), alla società Hubei Jingjiu Investment Co.
LA VICENDA
Come scrive il sito sohu.com, già nel 2014 mister Yonghong Lì era stato sollecitato a pagale tale debito, con annessa penale, da una commissione d’arbitrato. Si tratta solamente dell’ultima vicenda “oscura” in cui è coinvolto il tutt’altro che compianto ex presidente del club meneghino, che alla guida della società di via Aldo Rossi è durato la “bruttezza” di 15 mesi, precisamente fra l’aprile del 2017, quando acquistò la squadra dall’allora presidente Silvio Berlusconi, fino a pochi mesi fa, quando il fondo americano Elliott subentrò al cinese, anche in quel caso, perché inadempiente dopo un debito contratto