Il Fenomeno Ronaldo è stato senza dubbio uno dei grandi protagonisti del Derby d’Italia, la sfida fra Juventus e Inter che si rigiocherà questa sera in apertura della 15esima giornata della stagione. Tra l’altro, fu proprio contro la Vecchia Signora, a San Siro, che il brasiliano ricevette il pallone d’oro del 1997. Era il 4 gennaio del ’98, e Ronaldo lo ricorda così a La Gazzetta dello Sport: «Un giorno che ricordo con emozione, anche perché quella fu la prima sfida contro la Juve vinta da Moratti ed era molto emozionato anche lui». Quel match finì uno a zero per i nerazzurri, gol di Djorkaeff con assist del Fenomeno, un risultato che sarebbe oro per l’Inter questa sera: «La Juve è molto forte – dice l’ex attaccante, fra le altre, di Barcellona, Real e Milan – più forte di tutte le altre, e sta succedendo quello che era prevedibile già a inizio campionato. L’Inter sta recuperando un po’ di terreno, ma piano piano. Quando sarà definitivamente fuori dal financial fair play, potrà accelerare». In campo ci sarà un altro Ronaldo, quel Cristiano che indossa la maglia juventina e che ovviamente sarà il pericolo numero uno per la retroguardia interista.
RONALDO: “NEL ’98 FU UNA VERGOGNA”
Ma guai a fare paragoni fra i due: «Parlare di vero Ronaldo non ha senso siamo così diversi. Io in Italia ci sono arrivato a 20 anni, avevo già detto abbastanza con il Psv e il Barcellona, ma sicuramente non tutto: ero ancora un progetto di campione, o perlomeno così mi sentivo. Cristiano è arrivato in Italia a 33 anni, nel pieno della sua maturità di campione fatto e finito». Diversa anche la scelta che Ronaldo e Cristiano hanno effettuato trasferendosi in Italia: «Cristiano non avrebbe mai scelto la Juve se non avesse calcolato di arrivare in una delle squadre più forti d’Europa. Io quando scelsi l’Inter avevo una missione molto meno immediata di quella di provare a vincere subito la Champions. Me la diede Moratti: far diventare l’Inter una grande squadra, aiutarla a tornare ai livelli della squadra di suo padre». Un ultimo pensiero va, d’obbligo, alla famosa sfida fra Juve e Inter del ’98, che decise di fatto lo scudetto di quella storica e travagliata stagione: «Fu una vergogna, lo dissi già quel giorno e non sapevo ancora tutto il resto, ma erano anche altri tempi per il calcio italiano».