Proseguono i commenti circa la decisione di annullare lamichevole fra Israele e Argentina, che avrebbe dovuto disputarsi nella giornata di sabato, 9 giugno, a Gerusalemme. Lultimo a parlare è stato il ministro dello sport israeliano, Miri Regev, che già si era espresso ieri sulla questione. Come riporta Rai News, il politico ha cercato di dare una motivazione allannullamento del match: «Gerusalemme non c’entra nulla ha detto – Messi e la sua famiglia hanno ricevuto minacce terroristiche alla loro vita La decisione di annullare la partita deriva da questo. Un terrorismo come alle Olimpiadi di Monaco. La gara contro lIsreale sarebbe dovuta essere lultima partita amichevole della nazionale albiceleste guidata dal commissario tecnico Sampaoli, prima dellinizio del campionato del mondo del calcio, previsto per il prossimo 14 giugno, esattamente fra una settimana. LArgentina scenderà in campo per lesattezza il 16, nella sfida affascinante contro lIslanda, esordio assoluto ai mondiali per la nazione “nordica”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TAPIA: “RAGIONI DI SICUREZZA”
Nuovi aggiornamenti sull’annullamento dell’amichevole di Gerusalemme tra Israele e Argentina, causata dalle vibranti proteste palestinesi. Claudio Tapia, numento 1 della Federcalcio di Buenos Aires, ha commentato così la decisione presa: “Chiediamo scusa a tutti gli israeliani che hanno comprato i biglietti e avrebbero voluto assistere a una partita che era un messaggio di pace: non abbiamo nulla contro Israele, ma dobbiamo salvaguardare la sicurezza dei nostri atleti. Il calcio inizia e finisce in un campo di gioco e non ha nulla a che fare con la violenza, trascende le religioni, trascende i sessi, perché tutti giocano a pallone”, le sue parole riportate da Repubblica. Dal ritiro dell’Albiceleste a Barcellona Tapia ha poi sottolineato: “Siamo concentrati per i Mondiali e metteremo tutte le nostre energie nella coppa del Mondo. Lasciamo aperta la possibilità di poter collaborare insieme in futuro, in Israele o in altre parti del mondo”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FEDERCALCIO PALESTINESE RINGRAZIA
A sorpresa l’amichevole Israele Argentina è stata annullata, si sarebbe dovuta giocare a Gerusalemme il prossimo 9 giugno e invece non si farà. I giocatori dell’Albiceleste, soprattutto Lionel Messi, hanno ricevuto delle minacce inaccettabili che hanno creato ovviamente molto rammarico e dispiacere. A ringraziare per questa decisione è stata la Federcalcio della Palestina tramite un comunicato ufficiale che è comparso sul portale israeliano Ynet. In questo ha specificato: “Ringraziamo i calciatori argentini per essersi rifiutati di prestarsi a un obiettivo che non aveva davvero niente a che fare con lo sport”. In seguito alla notizia ha parlato anche Abdel-Salem Haniyeh dell’alto consiglio della Palestina per lo Sport che tramite Facebook ha ribadito: “Mi congratulo con i palestinesi per la grande vittoria dello sport e per il duro colpo all’occupazione”. (agg. di Matteo Fantozzi).
LIEBERMAN NON CI STA
E ufficialmente saltata lamichevole in programma sabato 9 giugno a Gerusalemme, Israele-Argentina. Per motivi di sicurezza, dopo le minacce di morte nei confronti di Lionel Messi, star dellalbiceleste, si è preferito non giocare, evitando così possibili e spiacevoli conseguenze. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della difesa israeliano, Avigdor Lieberman, che come riportato dal quotidiano Il Messaggero, si è detto indignato: «E una vergogna che le star del calcio argentino abbiano ceduto alle pressioni degli odiatori di Israele il cui unico obiettivo è quello di danneggiare il diritto di Israele alla sua difesa e di provocare la sua distruzione. Unescalation di eventi quanto accaduto nelle ultime ore, che ha portato appunto la Federcalcio argentina, lAfa, ad annullare la gara amichevole, lultima di Messi e compagnia prima del trasferimento in Russia per i mondiali 2018. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, la presenza di alcuni tifosi a Barcellona, dove si stava allenando lArgentina, con la maglietta di Messi macchiata di sangue: da lì si è deciso che si erano oltrepassati i limiti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALTA ISRAELE-ARGENTINA
Israele-Argentina non si giocherà: lamichevole prevista a Gerusalemme sabato 9 giugno in vista dei prossimi Mondiali 2018 è stata cancellata. A decidere l’annullamento è stata la federcalcio albiceleste in seguito alle numerose minacce indirizzate a Lionel Messi e agli altri componenti della Seleccion, che si sta preparando per disputare da protagonisti la prossima competizione iridata in Russia. Ovviamente la decisione di cancellare lamichevole ha suscitato moltissime proteste in tutto il mondo ma pare che neppure lintervento diretto del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (che secondo lAnsa avrebbe chiamato ieri sera il presidente argentino Mauricio Macri) ha convinto la federcalcio argentina a tornare su i suoi passi. La scelta però non è affatto ingiustificata: nei giorni precedenti perfino lo stesso Ct Sampaoli aveva comunicato che avrebbe preferito continuare la preparazione a Barcellona, per non mettere a repentaglio la sicurezza dei propri giocatori.
LE MINACCE ALLALBICELESTE
Allorigine di questa triste vicenda vi sono le forti le minacce che la nazionale argentina ha ricevuto dopo lannuncio di questa amichevole contro Israele a Gerusalemme il prossimo sabato. Nei giorni scorsi la miccia era stata accesa dallo stesso presidente della federazione calcistica palestinese Jibril Rajoub, che aveva invitato Messi a non giocare, altrimenti, come si legge allAnsa: milioni di fan palestinesi e arabi bruceranno la maglietta di Lionel Messi. Lo stesso boss del calcio poi aveva continuato a prendere di mira lalbiceleste, accogliendo positivamente la notizia della cancellazione dellamichevole: secondo Rajou questa notizia è un duro colpo per il governo di Israele. Va però segnalato che nei giorni scorsi, il Ministro dello Sport del governo israeliano Miri Regev aveva denunciato che gruppi terroristici hanno inoltrato ai giocatori della nazionale argentina e ai loro congiunti messaggi e lettere, includendo chiare minacce che avrebbero colpito loro e le loro famiglie.