Si accende oggi con la partita tra Italia e Serbia, la Final Six di questi appassionanti Campionati Mondiali di volley maschile 2018: la nazionale del ct Blengini torna quindi in campo e lo fa contro la formazione di Nikola Grbic oggi e contro la Polonia campione in carica (venerdi) per conquistare un posto nella semifinale. L’attesa è caldissima: finora la nostra nazionale ha peccato solo con la Russia ma ha conquistato questa fase finale con ben 22 punti ottenuti nelle due fasi a gironi: un bottino pieno quindi per gli azzurri che da padroni di casa della competizione mondiale, ne sono stati anche i primi protagonisti. La sfida di oggi come quella di venerdi contro la Polonia però non si annunciano semplici: l’obiettivo è quello di raggiungere comunque la finale più importante e ovviamente l’oro Mondiale, medaglia che ci manca dal 1998, esattamente 20 anni fa. Per parlare di tuto questo abbiamo sentito Andrea Lucky Lucchetta, oro ai Mondiali del 1990: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Come giudica il girone dell’Italia con Serbia e Polonia? Sicuramente non impossibile, è alla portata dell’Italia che resta la squadra più forte. L’altro girone con Russia, Stati Uniti e Brasile è più difficile, più equilibrato. La Serbia è più forte della Polonia che non è più al livello della nazionale campione del mondo di quattro anni fa, è molto inferiore rispetto ad allora. Non dovremmo avere problemi quindi a superare il turno.
Cosa dovremo temere delle nostre avversarie in ogni caso? Naturalmente tutte e due cercheranno di dare il massimo, la Serbia è una buona squadra, la Polonia giocherà senza pressione. Un’Italia a buoni livelli dovrebbe avere ragione di tutte e due.
Come dovremo giocare con la Serbia, su cosa dovremo puntare? Sarà importante sorprendere la nostra avversaria e evitare di fare tanti errori, giocare la pallavolo che sappiamo fare.
Atanasijevic e Podrascanin le armi in più della Serbia: come Grbic penserà di mettere in difficoltà gli azzurri che conosce molto bene? Atanasijevic è il giocatore più forte della Serbia, quello da temere di più. Anche un ragazzino sa che lui è in grado di fare della grande pallavolo. Poi certo ci sono diversi giocatori di valore nella Serbia. Io credo che Grbic possa provare a mettere pressione su Pippo Lanza per metterci in difficoltà.
Zaytsev e Juantorena sono le nostre punte di diamante ma anche le seconde linee stanno facendo bene: quale il segreto di Blengini? Intanto Zaytsev è cresciuto come giocatore, poi la bravura di Blengini è stata quella di creare un gruppo di giocatori molto forte. E’ la squadra nel suo insieme la forza dell’Italia.
Più del girone, gli azzurri paiono favoriti dal calendario: il giorno di pausa sarà fondamentale? Credo che potrebbe esserlo nel caso in cui perdessimo la partita con la Serbia. In quel caso conterebbe per gli azzurri.
Pensa che gli azzurri possano arrivare in semifinale? Penso proprio di sì, come ho già detto: sarebbe però meglio che arrivassimo secondi in modo di evitare la Russia e incontrare gli Stati Uniti. Così avremmo più possibilità di arrivare in finale.
Come vede l’altro girone con Russia, Brasile e Stati Uniti? Russia prima, poi gli Stati Uniti, il Brasile non lo vedo al livello di queste due nazionali, è calato rispetto al suo successo a Rio.
Chi vincerà i Mondiali? La Russia è la nazionale più forte, la favorita, ha perso con gli Stati Uniti 3-1, poi ha battuto noi 3-2. L’Italia potrebbe magari essere la sorpresa e vincere lei i Mondiali, togliendoli alla Russia.
Cosa ci vuole per vincere i Mondiali? E’ come salire su un treno a alta velocità, bisogna riuscirci a stare, sfruttare l’opportunità, un po’ come non era successo all’Italia nella finale a Rio col Brasile.
Parliamo invece di Andrea Lucchetta, grande voce del volley: si sente di aver creato un suo stile a raccontare questo sport? Cerco solo di spiegare il volley a tantissime persone che magari non lo seguono sempre. Non sono abbonati a una squadra di pallavolo. Così le spiegazioni tecniche del volley con le mie parole sono più importanti in questo senso. Sono magari più simile a un personaggio come Dan Peterson che raccontando il basket ha dato molta visibilità a questo sport con le sue cronache, il suo stile così speciale…
Non le viene mai voglia di scrivere un libro su tutto questo? No, preferisco non scrivere un libro e se è vero che esiste il sarrismo, basta vedere le rime, gli striscioni che da anni ci sono nei palazzetti e si richiamano al mio modo di raccontare la pallavolo. Questo mio stile di raccontare il volley ha conosciuto tanta popolarità. Vuol dire che sono riuscito anch’io a fare breccia tra gli amanti di questo sport!
(Franco Vittadini)