Oggi, 17 marzo 2019, Giovanni Trapattoni compie 80 anni. Una carriera da giocatore praticamente solo nel Milan dove dal 1957 al 1971 con alla guida il Paron Nereo Rocco vinse tutto quello che c’era da vincere. L’ultima sua stagione da calciatore fu al Varese. E poi l’inizio della sua carriera di allenatore nel 1974 nel Milan fino all’approdo alla Juventus nel 1976 in cui rimase fino al 1986 facendo grandi cose nella formazione bianconere. Da qui l’inizio di una carriera altrettanto vincente fuori dalla Juve, lo scudetto dei record nel 1989 con l’Inter. Il ritorno alla Juventus, le esperienze al Cagliari, alla Fiorentina, quelle all’estero col Bayern Monaco, il Benfica, lo Stoccarda, il Salisburgo. Anche la guida della tra italiana e quella irlandese. Un palmares di grandi vittorie, di uno degli allenatori migliori di sempre, ma anche di un uomo che ha sempre dimostrato di essere un signore di un calcio forse d’altri tempi. Questo è il Trap, un personaggio che non si può non amare. Un pallone, un gol, la sua storia indimenticabile. Per parlarci di Giovanni Trapattoni in questo suo compleanno abbiamo sentito Antonello Cuccureddu, uno dei fedelissimi della sua Juventus. Eccolo in questa intervista a ilsussidiario.net.
80 anni di Trapattoni un traguardo importante per un grande allenatore…
Un traguardo importante per un grande allenatore, un grande uomo. Una persona stupenda dentro e fuori dal calcio, dallo sport.
Una carriera importante da giocatore e poi straordinaria da allenatore come lo ricorda alla Juventus?
Una grande carriera da giocatore, poi da allenatore ha saputo fare molto bene alla Juventus, gestendo nel modo migliore la formazione bianconera.
Qual era il segreto di quella Juve vincente del Trap, tecnico di valore indiscusso e grande motivatore?
Trap era un grande allenatore dal punto di vista tecnico, poi era anche proprio un grande motivatore. Andava d’accordo con tutta la squadra, tutto lo spogliatoio, era un padre per tutti i giocatori.
Qual è stato il momento più bello che avete vissuto in quella grande squadra?
Uno dei più belli è stato il successo in Coppa Uefa nella stagione 1976–77 in finale con l’Athletic Bilbao. Poi sicuramente sono state belle tutte le vittorie col Trap, i tre scudetti che abbiamo vinto insieme. Io arrivai alla Juve nel 1969 e vi restai fino al 1981. Il connubio tra Trapattoni che arrivò alla Juventus nel 1976 e Boniperti che divenne presidente nel 1971 fu molto importante per tutti i traguardi che la Juventus raggiunse.
Una squadra speciale quella Juventus…
Eravamo una squadra tutta di giocatori italiani che facemmo grandi cose. L’ossatura della nazionale italiana in Argentina del 1978 che disputò un grande Mondiale….
Com’è stato invece il suo rapporto col Trap, ci può raccontare qualche aneddoto?
Posso dire che il Trap per me è stato proprio come un padre, mi dava sempre i consigli giusti, mi apprezzava fino in fondo come giocatore e come persona.
Cosa ha lasciato invece Trapattoni nella Juve di tutti i tempi?
I suoi successi, il fatto di aver rappresentato uno dei tecnici più grandi di tutti i tempi, dalla gavetta alla Juventus alle vittorie bianconere. Fino a aver dimostrato tutto il suo valore in tutte le squadre dove è andato…
Già ancora tanti successi, l’Inter con lo scudetto dei record dell’89 rimane mitico…
Un trionfo che è rimasto memorabile che dimostra quanto sia stato bravo anche nella formazione nerazzurra, nell’Inter.
E in tante altre squadre, la Fiorentina, il Cagliari, anche l’esperienza all’estero col Bayern Monaco.
Un Trap sempre vincente, sempre eccezionale. Come non ricordare la famosa conferenza stampa col Bayern Monaco che passò alla storia in cui si vide tutta la sua simpatia, la sua grande carica umana…
Fino all’Italia che Trapattoni ha guidò senza tanta fortuna ma con tanto merito.
Purtroppo qui non arrivarono i risultati e purtroppo sono quelli che contano alla fine nel calcio!
L’Irlanda dove Trapattoni con Tardelli è ancora amato adesso…
Un’altra sua esperienza positiva dove riuscì a portare in alto la nazionale irlandese e a raccogliere buoni risultati.
Cosa vorrebbe dire alla fine a Trapattoni quando lo sentirà per fargli gli auguri?
Gli farò gli auguri innanzitutto, poi gli dirò che è un grande, uno che non si può dimenticare facilmente, straordinario in tutti i sensi.
(Franco Vittadini)