Oggi il Bologna ha presentato il suo nuovo acquisto Robert Acquafresca. L’attaccante arriva in prestito dal Genoa, dopo aver militato nell’ultima stagione tra le fila del Cagliari, che non l’ha riscattato. Il discontinuo bomber è atteso dall’annata della definitiva consacrazione, da tempo attesa e puntualmente rinviata. A Cagliari, in verità, non ha fatto male; Cellino l’avrebbe anche ripreso, ma non c’è stato l’accordo con Preziosi. Ora in Emilia, può iniziare davvero la fase-2 della carriera di Acquafresca che, per uno strano scherzo del destino, continua ad indossare maglie rossoblù. Queste le sue prime dichiarazioni da bolognese: “Sono felice di essere al Bologna, ringrazio la società per aver creduto in me e spero di ripagare tutti sul campo – riporta il sito ufficiale del club felsineo – Ai tifosi dico solo che giocherò ogni partita col massimo impegno”. L’augurio è quello “di andare in doppia cifra”. A Bologna ritroverà Pierpaolo Bisoli: “Conosco Bisoli, anche se l’anno scorso a Cagliari non ho fatto il ritiro con lui. Ha grande entusiasmo e ti fa lavorare parecchio, ma questo è un bene perchè, come i miei compagni, anch’io voglio arrivare all’inizio del campionato in forma per togliermi insieme alla squadra tante soddisfazioni”. L’impatto con i nuovi compagni, assicura, è stato molto positivo, “in particolare con Di Vaio e Portanova: mi hanno accolto benissimo e ho avuto subito la percezione di essere in un gran bel gruppo. Arrivo in prestito, ma spero che si creino le condizioni per avviare insieme un progetto pluriennale”. Intanto la società è agitata dal caso Bagni. L’ex-calciatore, oggi consulente di mercato dei rossoblù, sembra rischiare addirittura il posto, dopo un’intervista in cui aveva dichiarato testualmente: “Le idee ci sono, i soldi no”. Il presidente Guaraldi non ha affatto gradito (eufemismo) l’uscita: “Quando ho ascoltato la sua intervista della scorsa settimana, sono balzato sulla sedia – ha spiegato nel corso della conferenza di presentazione di Acquafresca – Ero incavolato nero, fosse per me l’avrei licenziato in tronco. L’ha ascoltata anche Setti, che era all’estero, e anche lui conviene con me. Per non parlare degli altri soci, ho avuto venti telefonate, tutti arrabbiati: uno mette dei soldi e poi deve sentir dire quelle parole da un dipendente, voi come avreste reagito?”.
Il patron ha scelto, però, di non affidarsi all’istinto. Al contrario, “vogliamo valutare tutte le attenuanti possibili, deciderà il Consiglio nel Cda di lunedì prossimo”. Sui presunti dissidi col vicepresidente Setti puntualizza: “Fossimo in un’azienda normale, le divergenze di vedute che ci sono state tra me e lui sarebbero ordinaria amministrazione, ma nel mondo del calcio tutto è amplificato. Qui lavoriamo tutti per il bene del Bologna”.