Il primo tempo di Verona-Grosseto termina sul punteggio di 1-0 per i padroni di casa. Per ora decide il gol di Daniele Cacia, siglato al minuto trentatre. Senza i vari Bacinovic, Hallfredsson e Bojinov, impegnati con le rispettive nazionali, Mandorlini deve “arrangiarsi” confermando Laner ed accentrando Martinho ai lati di Jorginho, cervello centrale. In attacco Gomez e Carrozza (preferito a Rivas) spalleggiano Cacia. Il Grosseto si dispoe nel 3-5-2: teoricamente gli esterni, Celiak a destra e Calderoni a sinistra, dovrebbero partecipare all’azione offensiva ma si preoccupano quasi esclusivamente di coprire. Anche per questo il Grosseto risulta un pò sfilacciato tra i reparti, con la linea difensiva spesso scollegata dal centrocampo anche perchè Delvecchio, pilone centrale, non è esattamente un regista e di conseguenza i suoi suggerimenti non illuminano la manovra, pur distendendola occasionalmente. E’ dunque il Verona a fare la partita risultando più aggressivo ed efficace nella metacampo avversaria. Non scaturiscono grosse occasioni da gol perchè il Grosseto si copre bene e non lascia varchi nella propria trequarti, ma la pressione veronese è costante. E raccoglie i primi frutti al 33′, quando Martinho pesca Cacia in posizione regolare: il bomber è freddo nel saltare Bremec in uscita, allargandosi sulla destra, e a depositare nella rete sguarnita il suo sesto sigillo stagionale. Davvero un inizio col botto per Cacia che sembra già ben inserito negli schemi di squadra. Il suo gol redime anche la svagatezza di Gomez, ancora Hyde nel primo tempo, e l’imprecisione di Carrozza, utile più nei movimenti tattici che nelle esecuzioni (memorabile in tal senso un destraccio da sei nazioni, sugli sviluppi di uno schema da calcio di punizione). Appena più deciso il Grosseto dopo lo svantaggio, il tanto che basta per procurarsi un’occasione. Capita al 41′, quando il cross dalla trequarti di Obodo coglie di sorpresa Maietta che scivola e plana sulla testa di Sforzini che però alza da tre metri. Per ora i difensori veronesi sono stati bravi ad ingabbiare Arturo Lupoli, che si è visto molto poco. Sporadiche accelerazioni da Foglio, forse il più sveglio dei suoi nella prima frazione di gioco. In ogni caso all’intervallo il vantaggio del Verona è meritato.
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