Alle 20:45, allo stadio Meazza di Milano – Italia e Danimarca scendono in campo per la partita di qualificazione al Mondiale 2014. L’Italia torna a San Siro dopo 5 anni: non giocava qui dal settembre 2007, 0-0 contro la Francia nelle qualificazioni agli Europei del 2008. Nel gruppo B comandano gli azzurri con 7 punti (due vittorie e un pareggio), la Danimarca ha 2 punti ma ha giocato una partita in meno ed è ancora imbattuta. Per l’Italia vincere significherebbe mantenere la testa del girone e staccare una potenziale avversaria verso la qualificazione diretta; il pareggio sarebbe una mezza sconfitta visto il fattore campo, andrebbe meglio alla Danimarca che vincendo si troverebbe a ridurre il divario dagli azzurri con una gara in meno rispetto alla nazionale di Prandelli. La formula prevede che solo la prima classificata si qualifichi direttamente ai Mondiali; le otto migliori seconde (su nove gironi) giocheranno gli spareggi in partite di andata e ritorno a eliminazione diretta. I precedenti tra Italia e Danimarca sono 11: comandano gli azzurri con 7 vittorie e 1 pareggio, le vittorie danesi sono 3 ma l’ultima avvenne a Napoli (3-2, qualificazioni agli Europei del 2000). Gli altri due successi danesi risalgono al 1948 e 1981, mentre in gare ufficiali ci sono la vittoria dell’Italia a Euro 1988 (2-0) e il pareggio a reti bianche di Euro 2004, partita diventata famosa soprattutto per lo sputo di Totti a Christian Poulsen, che costò all’azzurro tre giornate di squalifica (poi gli azzurri furono eliminati dal biscotto scandinavo). L’Italia non ha mai perso in casa in gare di qualificazioni mondiali: 40 vittorie e 5 pareggi. L’arbitro è lo sloveno Damir Skomina, 36 anni: con lui l’Italia ha battuto la Svezia 1-0 in amichevole (2009). La Danimarca invece ha 2 incroci con 2 vittorie, quella per 3-0 contro l’Albania nel 2009 e quella contro l’Olanda per 1-0, risalente agli Europei del 2012. Sono tanti i calciatori danesi ad aver giocato in Italia, a cominciare dal trio danese Praest-Karl Aage Hansen-John Hansen che vinsero due scudetti con la Juventus (furono ingaggiati dopo che la Danimarca aveva battuto l’Italia 5-3, con poker proprio di John Hansen); in tempi recenti ci sono stati Elkjaer, tricolore con il Verona nel 1985 (clicca qui per l’intervista esclusiva), i fratelli Laudrup (Michael ebbe decisamente più fortuna di Brian, che passò da Fiorentina e Milan senza lasciare tracce) e negli ultimi anni Tomasson (Milan, con cui ha vinto scudetto e Champions League), Laursen (Verona, Milan e Parma), Kroldrup (Udinese e Fiorentina), Jorgensen (idem) e Kjaer (Palermo e Roma, oggi al Wolfsburg). Della rosa attuale c’è solo Nicklas Bendtner, che fino a qui ha messo insieme solo 12 minuti con la Juventus.
L’Italia arriva a questo appuntamento, il quarto nel gruppo B, in testa al girone. Sono 7 i punti per la squadra di Prandelli, che all’esordio ha pareggiato in Bulgaria 2-2, poi ha battuto Malta 2-0 e infine ha piegato seppur a fatica l’Armenia, con un 3-1 maturato però nella ripresa. Finora non si è visto un gran gioco da parte degli azzurri, che però raramente – negli ultimi anni – hanno espresso un calcio piacevole e offensivo. Conosciamo tuttavia il pragmatismo degli azzurri, che antepongono spesso il risultato a tutto il resto e sono in grado di centrare l’obiettivo anche difendendosi per poi ripartire. Prandelli sta lavorando su un gruppo che è in larga parte quello che ha partecipato agli ultimi Europei (degli undici in campo questa sera solo Osvaldo è una novità) più l’inserimento di qualche giovane come El Shaarawy e Verratti: l’idea per i Mondiali è quella di arrivare in Brasile con una squadra già rodata da esperienze passate ma che abbia nella gioventù e nel talento le armi in più. Prima però bisogna superare le qualificazioni, gettando anche un occhio al futuro come confermano certe convocazioni. In queste due partite spicca l’assenza di Cassano: Fantantonio però sarà utile al progetto.
La Danimarca è ancora imbattuta: 0-0 contro la Repubblica Ceca nel primo appuntamento, poi 1-1 contro la Bulgaria. Morten Olsen sa che con i tre punti ridisegnerebbe gli equilibri del girone e si candiderebbe come principale avversario dell’Italia nella corsa al primo posto. Quella danese è una nazionale che non fa parte dell’etile del calcio europeo, pur avendo conquistato un titolo continentale nel 1992 (fu la più clamorosa sorpresa della storia recente del calcio, paragonabile solo all’Europeo vinto dalla Grecia); però esprime calciatori di buon livello, che si sono contraddistinti o si contraddistinguono tuttora in campionati di livello. Basti pensare alla coppia centrale formata da Agger e Kjaer, da anni protagonisti in Inghilterra, Italia e Germania. Probabilmente la nazionale danese più forte – tralasciando quella dei primi decenni del Novecento, due argenti olimpici, è stata quella che nel 1986 ha raggiunto gli ottavi al Mondiale messicano, eliminata dalla Spagna di Butragueno. Europeo del 1992 a parte, la Danimarca non è più tornata su quei livelli, e anche allora la nazionale scandinava non aveva così tanta qualità e concretezza. Quella di oggi, affidata dal 2000 a Morten Olsen, è comunque una squadra solida e che fa del collettivo la sua arma principale, come si è visto anche agli ultimi Europei, quando nonostante l’eliminazione al primo turno i danesi sono riusciti a battere l’Olanda e a far soffrire Portogallo e Germania.
Non sarà una partita facile per l’Italia, ma il fattore campo dovrebbe dare agli azzurri un altro leggero vantaggio, rispetto a quello derivato dal tasso tecnico delle due rose. La Danimarca però se la vuole giocare, di certo non è venuta a Milano per un giro turistico e in campo metterà tutto quello che potrà per prendersi i tre punti. Dovranno essere abili i nostri giocatori a fare gioco e cercare costantemente la porta, in modo che la gara non si trasformi in uno scontro fisico a centrocampo nel quale i danesi avrebbero vita facile. Scopriremo presto come andrà a finire: Italia-Danimarca sta per cominciare…
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