Secco 3-1 degli azzurri a San Siro, contro la Danimarca. E’ un’Italia che vince e convince, riuscendo in un colpo solo a raggiungere quota dieci punti, a esprimere un bel calcio offensivo senza dimenticarsi della fase difensiva e a mostrare una buona condizione atletica. Tutto questo in una partita che vive di due facce opposte, determinate dall’espulsione di Osvaldo in apertura di ripresa. Davanti ad un pubblico non numerosissimo ma molto coinvolto (ah, se si giocasse sempre in stadi degni della Nazionale!), gli Azzurri infatti interpretano alla perfezione il ruolo richiesto dalle circostanze, che impongono di maneggiare la spada nel primo tempo, e di impugnare lo scudo nella ripresa. Sorprende la personalità con cui gli uomini di Prandelli riescono appunto a rispondere, senza rischiare mai davvero nulla, anzi dando costantemente l’impressione di poter fare male qualora lo volessero.
C.t. che, in partenza, deve rinunciare a Buffon (in porta va De Sanctis), ma ritrova Balotelli, al ritorno nello stadio che lo ha reso grande, e che non vedrebbe l’ora di riabbracciarlo. E a ragione, visto che l’ex nerazzurro è il trascinatore della Nazionale, che nel primo tempo si appoggia a lui, punta di diamante per scardinare la difesa avversaria e per favorire copiosi inserimenti dei centrocampisti, movimenti che faranno la differenza. In realtà l’Italia parte male, subendo una Danimarca spumeggiante nei primi 20 minuti. Gli ospiti però, per evidenti lacune tecniche, non capitalizzano il dominio, e l’unico sospiro è dato da uno sbilenco colpo di testa di Bendtner. Di conseguenza, i biancorossi lentamente si spengono, e sale in cattedra Pirlo, direttore di un’orchestra estremamente dinamica e multiforme. Già, perchè dietro alle mobili punte, è tutto un turbinio dei centrocampisti, che intorno al bianconero si alternano nelle posizioni senza dare punti di riferimento, e sorprendendo a più riprese la difesa avversaria: è il caso soprattutto di Marchisio, che al 19′ colpisce a botte sicura trovando sulla riga il salvataggio con la testa di Kjaer. Subito dopo Osvaldo, di testa, la mette fuori di poco da posizione favorevole, e la seconda occasione in due minuti accende lo stadio. Sull’onda dell’entusiasmo la Nazionale si esalta, e schiaccia ulteriormente la Danimarca per dieci minuti, finchè trova lo splendido gol del vantaggio. Pirlo imposta verticalizzando per Balotelli, tacco smarcante per Montolivo che al limite, anzichè servire il solitario Osvaldo, scaglia un bolide da fuori area nell’angolino basso. I danesi, a questo punto, non ci capiscono più nulla, e risentono psicologicamente del vantaggio, tanto che cinque minuti dopo, al 38′, arriva il raddoppio, con De Rossi che uccella il marcatore su cross da destra di Pirlo e, solo in area piccola, schiaccia di testa in gol senza nemmeno saltare. Partita chiusa? Nemmeno per sogno, perchè esattamente al 46′ Kvist s’inventa il gol della vita, con un gran destro al volo su cross da destra che impietrisce De Sanctis e gela un San Siro già abbastanza infreddolito.
– Il timore che l’Italia vada sotto è grande, e aumenta esponenzialmente quando dopo 30 secondi dall’inizio del secondo tempo, Skomina sventola il rosso in faccia ad Osvaldo per una gomitata ad un avversario. Sembra eccessivo, ma la Danimarca prende coraggio e comincia a leccarsi i baffi sognando il colpaccio. Peccato che, ancora Pirlo, veda con la coda dell’occhio Balotelli sul filo del fuorigioco, e con un lancio di 40 metri lo mette davanti al portiere in uscita, anticipato dal felino Supermario. E’ il tre a uno che fa esplodere lo stadio, e che chiude la partita. Infatti l’Italia, che probabilmente non s’aspettava nemmeno una reazione così immediata, strofinandosi le mani si chiude e sta a guardare compiaciuta la difficoltà dei danesi nel creare un possesso palla volto all’erosione degli avversari: infatti, ciò non si addice alla formazione ospite, che puntualmente si infrange già sul centrocampo azzurro, e perciò si affida a sventagliate in mezzo per un Bendtner, più assente stasera che nelle formazioni titolari della Juve. Tuut’altro peso ha invece Balotelli, che con gli stessi muscoli mostrati in Ucraina si trascina dietro i suoi, reggendo l’attacco da solo, e facendo impazzire i difensori che non sanno come recuperargli palla. Si chiude quindi così, con il senso d’impotenza dei danesi davanti alla superiorità degli azzurri, evidenziata peraltro dalla prima minifuga nel girone.
Italia (4-3-1-2): De Sanctis; Abate, Barzagli, Chiellini, Balzaretti (43′ st Destro); De Rossi, Pirlo, Marchisio (29′ st Candreva); Montolivo (41′ st Giaccherini); Balotelli Osvaldo. All.: Prandelli.
A disp.: Sirigu, Maggio, Criscito, Ranocchia, Diamanti, Verratti, Giovinco, El Shaarawy
Danimarca (4-2-3-1): Andersen; Jacobsen, Kjaer, Agger, Silberbauer (30′ st Lorentzen); Stokholm, Kvist (15′ st Kahlenberg); Rommedhal, Eriksen, Krohn-Deli (37′ st J. Poulsen); Bendtner. All.: Olsen.
A disp.: Hansen, Rasmussen, Wass, S. Poulsen, Sloth, Jorgensen, Okore, Kristensen, Mtiliga
Arbitro: Skomina (Slovenia)
Marcatori: 33′ Montolivo, 37′ De Rossi, 9′ st Balotelli (I), 46′ Kvist (D)
Ammoniti: De Rossi, De Sanctis (I), Kvist, Stokholm, Bendtner (D)
Espulsi: 1′ st Osvaldo (I)