Alla BayArena finisce 3-1 per il Barcellona. Gol di Sanchez, Kadlec per il pareggio, ancora Sanchez e Messi per gli archivi. Ai tedeschi non è bastato, dopo un primo tempo iperprotettivo, una ripresa coraggiosa per tenere il Barça a vista di prua. Lo sforzo del secondo tempo ha allungato i reparti del Bayer, riempiti cosparsi ed impaludati dalla cascata di crema catalana. Del resto, cosa fare? Barricarsi in una fogna o buttarsi dal quinto piano? Nel dubbio, il Leverkusen ne ha prese tre. Per il ritorno urge un miracolo. E magari, uno Schurrle più in forma: stasera ha deluso gli osservatori, interessati e non.
Le formazioni riservano una novità nel Bayer e due nel Barcellona. Dutt preferisce Renato Augusto a Kiessling, isolando Schurrle nell’area avversaria; nel Barça resta fuori il malandato Piquè, (dentro Mascherano), mentre un polpaccio malandrino condanna Xavi al forfait last-minute: Adriano all’ala sinistra con Fabregas arretrato in mediana. Il Leverkusen ha ben chiaro quello che deve fare: la gara di ritorno al sacro tempio del Camp Nou, inviolabile ai comuni mortali ed inaccessibile ai galacticos (vedi polemiche per finale Copa del Rey), non si potrà vincere a meno di miracoli. Meglio spremere l’anima in casa, difendendo forsennati e ripartendo alla carica, sospinti da gradinate traboccanti di tifo coi crauti. Dunque, ecco il piano: difendersi e basta. Come? Già: i tedeschi impostano una partita di assoluto contenimento, aspettando con tutti gli effettivi nella propria metacampo. Chiariamo: contro il Barça può essere una tattica, per carità…ma se oggi si fan le barricate come pensano di passare in catalogna? Il Barcellona fatica nella prima mezz’ora, soffrendo la mancanza del pendolo Xavi (Busquets in quel ruolo è roba per minorenni); in particolare, i blaugrana, pigiamati d’azzurro per l’occasione, stentano nell’azionare Messi, inscatolato da raddoppi di marcatura sistematici. Non basteranno a soffocare il genio del numero 10: nel lampo che manda in rete Sanchez al 41′ c’è molto del Maradona to Burruchaga che valse il mundial ’86 (proprio contro i tedeschi!). Sull’asse Pibe-Pulce le opinioni viaggiano come la TAV, ma una cosa è certa: quanto a talento siamo pari. Non dimentichiamo Alexis, Nino Marmellata per tutta la frazione, poi chirurgico nel battere il portiere Leno in uscita, sulla concezione verticale del Pallone d’Oro. Il Bayer non perda le speranze, ma serve altro piglio: che il gol subito possa aiutare?
in effetti, dall’intervallo riemergono truppe hitleriane, ben intenzionate a far valere la giovane forza crucca ed onorare il fattore campo. Al primo assalto, il pareggio (6′): il bel cross di Corluka da destra trova sul secondo l’inzuccata puntuale di Kadlez che anticipa Sanchez, encomiabile in ripiegamento ma inadatto ai panni sporchi dello stopper. L’1-1 è la medicina migliore per la BayArena, che s’infiamma in nuovi ruggiti. Ma il Barça punisce come cascata di ghiaccio: l’accelerazione di Fabregas imbocca il taglio centrale di Sanchez, glaciale nel saltare il povero Leno in uscita e a gonfiare la rete sguarnita (10′). Mazzata frontale, ma è un altro Bayer. La reazione porta in dote un occasione a Renato Augusto, il cui destro dal limite trova pronto Valdes (12′), e soprattutto il grande brivido. Al 19′, i tedeschi rubano le carte agli avversari, intessendo una trama di prima intenzione che da destra a sinistra porta il pallone sul mancino di Castro: diagonale perfetto, anche troppo, palo pieno! Il legno mozza il fiato residuo ed apre il fianco a Messi, che apre lo show (se ci chiediamo perché si deve pagare tanto un biglietto, Leo può essere una buona risposta). Al 28′, il tempo si ferma: il 10 recupera a destra, sulla linea di fondo, scatta, ne brucia uno, sfiora, ne irride un altro in tunnel, accarezza, scavalca Leno…Bacio sul palo esterno e palla fuori, mentre i tedeschi applaudono senza volerlo. Successivamente è bravo Leno, portierino classe ’92 (!): prima blocca un diagonale di Messi da sinistra (36′), poi vola a spizzicare l’incornata di Sanchez, affamato di triplete, con una balzo felino (38′) Un colpo di testa del neo entrato Kiessling riaccende la fiammella (Valdes blocca sulla linea, 40′), Messi la incenerisce con un’altra secchiata glaciale e divina insieme. Al 43′, porta palla sulla trequarti ed apre a destra: Dani Alves, fidato scagnozzo, si ritrova a tu per tu con la gloria, che tuttavia preferisce condividere col Messi-a del nostro calcio. Cross perfetto e zampata di Leo, che sigilla partita e (forse) qualificazione. Mai dare per morti i tedeschi, ma è anche vero che Hitler non aveva mai incontrato i marziani.
Il tabellino
Reti:
Leverkusen (4-2-3-1): Leno; Corluka (44’st Da Costa), Schwaab, Friederich, Kadlec; Reinartz, Rolfes (32’st Kiessling); Bender, Castro, Renato Augusto; Schurrle (44’st Bellarabi) (Yelldell, Toprak, Ortega, Oczipka). All.Dutt.
Barcellona (4-3-3): Valdes; Dani Alves, Mascherano, Puyol, Abidal; Fabregas, Busquets, Iniesta (16’st Thiago Alcantara); Sanchez (41’st Cuenca s.v.), Messi, Adriano (26’st Pedro) (Pinto, Adriano, Bartra, Sergi Roberto). All.Guardiola.
Arbitro: Thomson (Scozia).
Ammoniti: Schwaab (Bay), Corluka (Bay), Castro (Bay) e Thiago Alcantara (Bar), tutti per gioco scorretto.
Espulsi: nessuno.
Le pagelle
Leverkusen (4-2-3-1): Leno 6,5; Corluka 6 (44’st Da Costa s.v.), Schwaab 6, Friederich 5,5, Kadlec 6; Reinartz 6, Rolfes 5,5 (32’st Kiessling 6); Bender 6, Castro 7, Renato Augusto 6; Schurrle 5 (44’st Bellarabi s.v.). All.Dutt 5,5.
Barcellona (4-3-3): Valdes 6,5; Dani Alves 7,5, Mascherano 6,5, Puyol 6, Abidal 6; Fabregas 7, Busquets 5, Iniesta 6 (16’st Thiago Alcantara 6,5); Sanchez 7,5, Messi 8, Adriano 6,5 (26’st Pedro 6). All.Guardiola 7.