SORTEGGIO CHAMPIONS LEAGUE/ Bayern Monaco: formazioni, giocatori e tattica

- La Redazione

La rassegna delle possibili avversarie del Milan in Champions League prosegue con il Bayern Monaco. I tedeschi sono motivati ad arrivare sino alla finale, che si giocherà all'Allianz Arena

bayern_monacoR400 Ecco il Bayern Monaco, secondo per pericolosità solo alle spagnole (INFOPHOTO)

Il Bayern Monaco ha vinto la Champions League 4 volte. L’ultima nel 2000-2001, sul prato di San Siro. L’insolita ormai ultra decennale non è l’unico motivazione a spingere i bavaresi verso la Coppa con le orecchie. Quest’anno infatti la finalissima è in programma proprio all’Allianz Arena. Un’occasione più unica che rara per festeggiare in casa un trofeo importantissimo. 

Il Bayern Monaco è reduce dall’abbuffata negli ottavi di ritorno contro il Basilea. Dopo aver perso la gara d’andata in Svizzera, i tedeschi si sono abbattuti sugli avversari tre settimane dopo, nel 7-0 di Mercoledì. Poker per Gomez, doppia di Robben e sigillo di Muller per l’abbuffata. Nel Gruppo A, il Bayern si era qualificato più o meno agevolmente, passando come primi e perdendo solo a Manchester col City (0-2), a qualificazione già acquisita. Nel doppio confronto col Napoli, i bavaresi hanno pareggiato al San Paolo (1-1) e vinto 3-2 in casa, sistemando la pratica in 25 minuti del primo tempo (tripletta di Gomez dal 17′ al 42′). Formalità contro il Villareal fanalino di coda, battuto 2-0 in Spagna e 3-1 in Germania. Ma la miglior prova di forza i ragazzi di Heynckes l’hanno offerta nel 2-0 all’Allianz Arena contro il Manchester City, maturato grazie ad un primo tempo strepitoso. In Bundesliga il Bayern sta facendo più fatica: dopo 23 giornate, i bavaresi sono secondi a 4 punti dal Dortmund capolista. Bene ma non benissimo per una squadra dichiaratamente costruita per tritare il campionato.

Jupp Heynckes, nato a Monchengladbach il 9 Maggio 1945. Dopo aver bruciato le reti di tutta le Germania da giocatore (243 reti in Bundesliga), iniziò ad allenare nel 1979, partendo proprio dalla squadra della sua città. Nel 1987 il primo passaggio al Bayern, con il quale vinse 2 scudetti. A partire dal 1992, Heynckes si concesse un tour iberico, che lo portò ad allenare Bilbao, Tenerife, Real Madrid (vincendo la Champions nel ’98), Benfica e di nuovo Athletic Bilbao, sino al ritorno in patria, allo Schalke 04 (2003-2004). Esonerato dopo una sola stagione, tornerà in pista nel 2006, ancora nella sua Monchengladbach. Altra pausa ed altro ritorno, per traghettare il Bayern da Febbraio a Giugno 2009. Poi, la ribalta al Bayer Leverkusen, riportato su buoni livelli nel biennio 2009-2011. In estate la terza chiamata di Beckembauer, per riportare il Bayern al Meisterschalen.

4-2-3-1, il modulo della next generation. In porta, il Bayern sembra aver trovato l’erede di Oliver Kahn in Manuel Neuer, strappato a peso d’oro allo Schalke quest’estate. La difesa è forse l’unico reparto ancora non del tutto convincente. A destra recita Rafinha: può non esser male ma non era titolare nel Genoa…Per la garanzia rivolgersi dall’altro lato, dove ormai da più di un lustro domina il capitano, Phil Lahm. Al centro, Heynckes sta utilizzando con una certa regolarità Jerome Boateng accanto a Badstuber. Il piano alternativo prevede il vecchio drago Van Buyten col “Boa” crucco a destra e Rafinha comodo in panca. Davanti alla difesa, è il regno di Schweinsteiger, perfetto per la doppia mansione d’interdizione e spinta. Accanto a lui, Kroos per la qualità, o in alternativa Luis Gustavo con la cassetta degli attrezzi. In avanti, il trio meraviglia (Ribery-Muller-Robben) non ha certo bisogno di presentazioni. Così come l’ariete Mario Gomez, da leggere però con le relative istruzioni per l’uso. Probabilmente non esiste in Europa un attaccante dai gol più “brutti” dell’ex Stoccarda, però…qualsiasi cosa rotoli in area piccola, lui la butta dentro. Ci sono attaccanti dal talento quadruplo che non faranno mai nemmeno la metà delle reti di Gomez: del resto, ognuno è utile a suo modo. 

Dura, se non impossibile, stabilire chi sia il giocatore più importante nell’economia dei bavaresi (che non significa più forte tecnicamente). Dovendo ridurre i candidati ad un mazzetto, rimaniamo con Schweinsteiger, Ribery, Robben e Muller tra le mani. Escludendo Muller, ancora un pò discontinuo, ci buttiamo su Ribery. Cos’ha più di Robben? Probabilmente niente, se non un fisico meno Swarowski, che gli garantisce un rendimento meno legato a malanni ed acciacchi ricorrenti. Quanto a Schweinsteiger, resta imprescindibile, ma alla fine si premia chi fa gol, o chi li genera. Non se la prenda, il grande Bastian: è il prezzo di una vita da mediano.

 

Vallo a capire, Mario Gomez. O si scatena, o esce di scena. Le cifre non mentono mai, ma sono come il bikini: qualcosa nascondono. Nel caso di SuperMario, a restare nell’ombra sono gli sbalzi di un attaccante che fa gol solo a gruppi, di due, tre o anche quattro, come nell’ultima, carnevalesca esibizione contro il Basilea. Ma visto che a Monaco non si vive di solo Gomez (anzi!), segnalazione d’obbligo per il duo dell’incubo, la premiata ditta Rib-Rob. Franck Ribery ed Arjen Robben sono in gran condizione: molti dei 30 gol stagionali di Gomez portano in calce le loro firme.

 

La Champions maschera bene le difficoltà che il Bayern sta incontrando in campionato. Nonostante il divario dalla vetta sia ancora ristretto, il cammino in Bundesliga, dopo una partenza sprint, è stato accidentato. L’infortunio di Schweinsteiger, che ha privato la squadra del suo perno centrale per tre mesi, non ha certo aiutato. Bastian è dunque ancora convalescente, ma i problemi veri sono altri. Alle volte infatti la difesa ha rivelato crepe che in coppa potrebbero essere pagate care: in fondo, la struttura è quella che ha tradito al dunque negli anni scorsi, nelle sfide con l’Inter. Se volete far male al Bayern, attaccatelo centralmente: tra Badstuber, Van Buyten e Boateng si cela un cuore di burro.

 

Numerosi gli incroci tra il Bayern e le italiane. In 36 sfide, i bavaresi hanno vinto 12 volte (ultima il 3-2 rifilato al Napoli a Novembre), con 9 pareggi e 15 sconfitte. Per patriottismo citiamo le ultime due: lo 0-2 di Madrid contro l’Inter, nella finale di Champions 2010, ed il 3-2 casalingo patito ancora dai nerazzurri, valido per gli ottavi dell’edizione passata della Coppa

 

Formazione tipo (4-2-3-1): Neuer; Rafinha, Boateng, Badstuber, Lahm; Schweinsteiger, Kroos; Ribery, Muller, Robben; Gomez.

 

Principali alternative: Van Buyten (d), Luiz Gustavo ©, Tymoshchuk ©, Alaba (a), Olic (a).

 

Marcatori in Champions League: Gomez 10, Ribery 2, Robben 2, Kroos 2, Muller 1, Rafinha 1. 

 

Principali marcatori in campionato: Gomez 21, Ribery 11, Robben 7, Van Buyten 4, Muller 3, Schweinsteiger 3.

Formazione tipo (4-2-3-1): Neuer; Rafinha, Boateng, Badstuber, Lahm; Schweinsteiger, Kroos; Ribery, Muller, Robben; Gomez.

 

Principali alternative: Van Buyten (d), Luiz Gustavo (c), Tymoshchuk (c), Alaba (a), Olic (a).

 

Marcatori in Champions League: Gomez 10, Ribery 2, Robben 2, Kroos 2, Muller 1, Rafinha 1. 

 

Principali marcatori in campionato: Gomez 21, Ribery 11, Robben 7, Van Buyten 4, Muller 3, Schweinsteiger 3.





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