ROMAN SVANBERG – Il mondo del calcio piange un altro giocatore. Dopo la tragica scomparsa del 25enne calciatore del Livorno, Piermario Morosini, si è registrata purtroppo un’altra morte prematura, questa volta nella Repubblica Ceca. Il difensore del Graffin Vlašim, squadra di serie B ceca, Roman Svamberg, anch’esso 25enne come il povero italiano, si è tolto la vita ieri. L’unico a parlare e commentare la tragedia è stato il capitano della squadra, che ha spiegato: «E’ una tragedia terribile, Roman era un bravo ragazzo e aveva tutta la vita davanti a sé. Si tratta di uno shock enorme per tutti noi». Il 15 aprile verrà quindi ricordata come una data davvero tragica per il calcio ma soprattutto per lo sport in generale. Oltre a Morosini e a Svanberg ci ha lasciati anche la pallavolista Veronica Gomez, deceduta anch’essa in seguito ad un arresto cardiaco. L’atleta, di origini venezuelane, stava recuperando dopo un infortunio al tendine d’Achille quando è stata colpita da un malore improvviso che le ha stroncato la vita. A 27 anni la Gomez giocava in Azerbaijan con la maglia del Lokomotiv Baku. Nel suo passato vanta esperienza nel Tongeren in Belgio, col Caja de Avila in Spagna, col Koniz in Svizzera, l’Uralochka in Russia e infine nel Metal Galati in Romania. Un periodo davvero nero per lo sport nonché per il calcio italiano che già nel recente passato ha dovuto fronteggiare la morte di Mancini, preparatore dei portieri del Pescara, nonché la scomparsa, anch’essa tragica, del giovane Mirko Fersini, talento degli Allievi della Lazio, deceduto in seguito ad un gravissimo incidente con il proprio scooter. Ed ora il mondo del calcio si interroga in particolare sul come fare per arginare questi casi sempre più frequenti di malessere in campo, detti anche più comunemente in gergo di morte improvvisa. Già al vaglio alcune proposte che potrebbero risolvere il problema. Su tutte spicca l’idea di un pronto soccorso allestito allo stadio con figure addette e specializzate per appunto il primo soccorso e che potrebbero permettere di salvare vite umane nel caso in cui si verificassero “incidenti” come quello accaduto appunto a Morosini.
Si studia anche una strategia organizzativa comune per fare in modo che ogni figura presente allo stadio, dal dottore, all’allenatore, passando per gli stessi calciatori, sappiano come reagire in caso di nuovo evento tragico.