Spagna-Italia 1-1, Di Natale-Fabregas. Come dice l’amaro Montenegro: sembrava impossibile, ma ce l’abbiamo fatta. Non montiamoci la crapa, anche perchè la Croazia ci ha già messo in riga nel girone (3-1 all’Irlanda). Ma lasciateci godere di questo pareggio, sofferto ma sicuramente meritato. Diamo un’occhiata alle statistiche, bikini della verità. La Spagna ha tenuto in mano il pallino del gioco, come da recente usanza: ma il 66% di possesso palla totale ha trovato sbocchi verticali solo nel finale, quando la stanchezza ha allargato le maglie italiane. Dal canto nostro abbiamo raccolto un 34% di mantenimento sfera sfruttato a dovere, se pensiamo che i tiri nello specchio sono stati 6 come quelli spagnoli. Complessivamente la Spagna ha effettuato più conclusioni (15 a 9), ma le occasioni più nitide sono di maggioranza azzurra. La Spagna ha orchestrato un gioco più avvolgente, spendendo più tempo all’attacco (30% di vantaggio territoriale contro il nostro 15%) e coinvolgendo di più le corsie esterne (14 a 7 il computo dei cross). Ma per fortuna il calcio non è una scienza esatta. Emblematico in questo senso il dato dei passaggi effettuati: 732 per la Spagna, 371 per l’Italia. Spagnoli se vogliamo anche più decisi (62% di contrasti vinti, contro il 38% azzurro), ma noi siamo stati decisamente più pratici, pur sudando sette camicie. Interessante il confronto tra i due registi: Andrea Pirlo e Xavi Hernandez hanno giocato due gare comparabili nella quantità ma di stampo diverso. Entrambi hanno percorso oltre 11 chilometri: Xavi quasi sempre palla al piede, o comunque nella zona delle operazioni; diverso ed ancor più encomiabile l’atteggiamento di Pirlo, che ha diluito il suo sforzo in un grande lavoro di pressing e movimenti in aiuto, impreziositi dalla fiammata decisiva che ha mandato in gol Di Natale.
0-1 al 60′: Pirlo avanza palla al piede. Supera la linea di metacampo, vede gli attaccanti ancora larghi e decide di mettersi in proprio: accelerazione alla Kakà, pertugio centrale, scatto su Busquets e filtrante perfetto per lo scatto di Di Natale; Totò si presenta in area, leggermente defilato sulla sinistra, ed infila Casillas in uscita d’interno destro. 1-1 al 64′: Iniesta porta palla da sinistra, all’altezza dei 30 metri; tocco per Silva, che pur marcato trova un corridoio verticale nel cuore dell’area di rigore azzurra. S’inserisce Fabregas che brucia la diagonale di Giaccherini e batte Buffon in uscita bassa. Non immuni da colpe nemmeno i centrali, spostati sulla sinistra dall’inerzia dell’azione.
Al termine della partita, il nostro allenatore Cesare Prandelli ha rilasciato le seguenti dichiarazioni, ai microfoni della RAI: “Abbiamo accettato il confronto uno contro uno con loro, non volevamo fare solo contenimento. Abbiamo avuto diverse occasioni, ma il pareggio è giusto. C’è rammarico per aver incassato il pareggio pochissimo tempo dopo il vantaggio. Le punte? L’importante è che tutti e quattro (titolari e subentranti, ndr) abbiano fatto quello che gli avevo chiesto, mostrandosi generosi e vogliosi. Questa è l’Italia“. Nella conferenza postpartita è intervenuto Vicente Del Bosque, allenatore della Spagna: “Nel primo tempo cercavamo soprattutto il possesso palla, contro un avversario che pressava molto. Nella ripresa abbiamo messo la gara su binari a noi più congeniali e nei minuti finali abbiamo cercato con determinazione la vittoria. In definitiva è stato un buon pareggio“. Una considerazione tecnica: “Fabregas è un centrocampista speciale: non è un centravanti, ma riesce ad inserirsi bene per vie centrali. Schierarlo centravanti ha i suoi pro e contro, oggi ho ritenuto fosse la scelta più giusta“.